Volata doveva essere e volata è stata. Era pure partita piano questa tappa, ma poi è successo di tutto.
Il gruppo,. ,tanto per dire, è tornato compatto a 150 metri dal traguardo quando è stato ripreso, indovinate un po’, Tadej Pogacar. Ma come? Ebbene sì: super Tim Merlier ma grande Tadej Pogacar.
Il resto ve lo raccontiamo qui sotto.
Tregua?
Sembrava che il gruppo fosse già stanco. Dopo le prime due tappe corse come fossero frazioni decisive dell’ultima settimana oggi sarebbe stato il momento perfetto per tirare i remi in barca.
Questa era l’idea.
I corridori delle fughe recuperavano le fatiche di ieri. Non è che tutti i giorni puoi stare lì col vento in faccia solo per far vedere la maglia e la bicicletta. Poi è bastato un traguardo a punti in cima a un falso piano più falso di altri e il gruppo, che chiacchierava, li ha lasciati andare.
Quasi una trappola
Solo che si sa com’è fatta la strada che sale, ogni mezza pedalata in meno sono una manciata di secondi e ciao. Peccato che il torpore della tappa avesse coinvolto anche quelli davanti. Loro erano partiti solo pensando al traguardo, mica altro. E quando si sono trovati con un minuto gratis di vantaggio si sono guardati chiedendosi se fosse vero. Che facciamo?
Come che facciamo? Se siete davanti si mena, si chiama ciclismo agonistico, mica ciclopasseggiata. Quindi via a menare, ma vedi che il torpore è rimasto addosso e alla fine diventa un tira e molla di corridori che ci credono e altri che dai, pensiamoci domani o dopo che ci sono tre settimana in bici da fare ancora.
Jonathan Milan negli sprint che il gruppo attraversa è sembrato pedalare con una gamba sola, fiammate sparse col gruppo che rischia di spezzarsi anche in più tronconi.
Il finale in rosa
Invece, come è iniziata, finisce. Torna la calma in gruppo, ma stavolta senza più passeggiare, occhi aperti e orecchie – delle radioline – in su perché di spaventi tattici oggi già ce ne sono stati.
Gli ultimi dieci chilometri sono una tattica di colori che si cercano per lanciarsi al momento giusto. Scie, spallate, e qualche parola che è meglio non sapere. Strade perfette e appena asfaltate con un po’ di umidità insidiosa. Ma oggi non ci fregate più, almeno fino alle ultime difficoltà. Il Garibaldi metteva in guardia dalle trappole degli ultimi chilometri.
A spiegare com’è la situazione ci si rimette, indovitate un po’, Pogacar. C’è salita? Che botta nel finale! Thomas deve fare gli straordinari per stargli dietro e salvare l’idea di uno strapotere che appare comunque evidente.
ORDINE D’ARRIVO
1 – Tim Merlier (Soudal Quick-Step) – 166 km in 3h54’35”, media di 42.458 km/h
2 – Jonathan Milan (Lidl-Trek) s.t.
3 – Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1 – Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
2 – Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) a 46″
3 – Daniel Felipe Martinez (Bora – Hansgrohe) a 47″
LE MAGLIE UFFICIALI
Le Maglie di leader del Giro d’Italia sono disegnate e realizzate da CASTELLI.
- Maglia Rosa, leader della Classifica Generale, sponsorizzata da Enel – Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
- Maglia Ciclamino, leader della Classifica a Punti, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e ITA Italian Trade Agency – Tim Merlier (Soudal Quick-Step)
- Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna, sponsorizzata da Banca Mediolanum – Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
- Maglia Bianca, leader della Classifica Giovani, nati dopo il 01/01/1999, sponsorizzata da Eataly – Cian Uijtdebroeks (Team Visma | Lease a Bike)
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