Gli eventi belli del ciclismo sono quelli che iniziano il giorno prima. Vuol dire che non sono solo delle corse e poi saluti fino alla prossima, ma sono pensate, coinvolgono e sono sintonizzate con il territorio e la gente. In due parole: fanno ciclismo.
Lo ha capito Claudio Terenzi, che quest’anno ha trasformato la sua Gran Fondo dei Laghi – città di Campagnano di Roma, in qualcosa di più. E già il nome è un biglietto da visita che sa di bei posti da tornare a vedere e fermarcisi con calma.
Il sabato
In realtà per Terenzi e il suo gruppo di lavoro la manifestazione è iniziata molto prima. Per tutti gli altri il via è stato sabato 12 marzo, nell’Autodromo di Vallelunga, a Campagnano, alle porte di Roma. Il sabato non è stato solo il momento tecnico del ritiro del pacco gara, ma molto di più.
«Se guardi laggiù ci sono le corse dei ragazzini – consiglia Claudio Terenzi – sono divertenti e poi ci piaceva l’idea di fare qualcosa di più di una semplice Granfondo. Mi piaceva l’idea di fare qualcosa per il ciclismo giovanile, perché i bambini, se li metti in bici, poi continueranno e pedalare pure da adulti».
I “ragazzini” di Claudio Terenzi sono tutti lì, nello ShortTrack di Mtb organizzato in curve strette in un parcheggio. Tra genitori che incitano e allenatori che hanno già ritirato il pacco gara. L’occhio attento di cerca di intuire qualche nuovo talento. E tra tanti che fanno fatica c’è sempre qualcuno che vola.
Il tempo di pane e Nutella e poi via allo spettacolo. I giovanissimi tutti lì, nell’auditorium di Vallelunga, più o meno composti a seguire lo spettacolo teatrale di Davide Tassi “Avrei voluto essere Pantani” che ha raccontato la storia del Pirata dagli esordi, alle stelle, fino alla polvere con un intervistato d’eccezione: Sandro Donati, che pur non seguendo il ciclismo direttamente, ha parlato di come funzionavano le cose a livello Federale, qualche anno fa. E chissà che Pantani… ora pare che sarebbe bastato il giorno dopo, per capire un po’ di più. Ci sarà ancora da raccontare a quanto pare, ma intanto i bambini erano lì, a mangiare pane e ciclismo e non solo per aspettare la premiazione delle varie categorie.
Un antipasto che sa di prima portata.
La domenica
Il piatto forte è arrivato il giorno dopo. Appuntamento veloce a Vallelunga, di buon mattino, e poi tutti in griglia a Campagnano. Il fiume di biciclette che ha invaso la strada ha contato 868 ciclisti al via. Tra loro il casco verde e il numero “ospite” di Alan Marangoni. Professionista del Team Cannondale in “gita di piacere” assieme alla ragazza, Lisa, forte in mountain bike. Lui lì a sorridere e divertirsi “tanto qua non sanno chi sono” e molti ciclisti affianco a lui lo guardano con curiosità di vedere molti a fargli foto e a chiedergli. Lui a sgambettare sorridente. All’arrivo si sarà scaldato o poco più. Un altro spite, che pedalava tranquillo con la maglia del Team Continental Unieuro Wilier Trevigiani era Andrea Cacciotti. Un altro che pedalava a bocca chiusa e tranquillo dove ad altri non sembrava bastare l’aria a disposizione.
Il gruppo che parte diventa un serpentone lunghissimo. Da Campagnano a Vallelunga: un giro di circuito piegando pure un po’ in curva. Vuoi non provare a menare un po’ come si deve? Le Smart dell’organizzazione, del club chiamato per l’occasione a prestare servizio, fanno fatica a tenere dietro l’entusiasmo di tutti, poi si esce su strada e inizia la corsa vera con i primi che scappano via e gli altri dietro che faticano oppure se la godono e si fermano pure ai ristori (finiti un po’ troppo presto, ma l’appunto è già nel taccuino della prossima edizione). Oppure, semplicemente, alzano un attimo lo sguardo per accorgersi del lago di Bracciano, Martignano, Vico, Nepi e poi ancora verso Vallelunga da superare di slancio per arrivare sul traguardo di Campagnano. Il primo sul traguardo ha barba e tatuaggi che ti viene da controllargli la bici che non sia una scatto fisso. Michele Scotto D’Abusco è arrivato che non sembra nemmeno troppo sudato. Ha battuto in volata il compagno di fuga Giovanni Nucera con cui ha condiviso quasi metà del percorso. Dietro tutti gli altri in gruppi che non esistono più a testimoniare che nel Lazio, anche se non ci sono salite alpine ci sono strade abbastanza velenose da fare male alle gambe. Parecchie pure le ragazze. Sul traguardo lasciano dietro parecchi colleghi.
Qualcuno pensa già al 2017. Gli altri al prossimo appuntamento del Pedalatium, il circuito di cui la Granfondo dei Laghi, città di Campagnano di Roma è stato il primo evento e ha già distribuito le maglie di leader della classifica dedicata. A Campagnano e dintorni, intanto, c’è un territori da scoprire e vivere. 868 ciclisti e le loro famiglie ora lo sanno.
Guido P. Rubino