I film pornografici danno ai giovani un’idea distorta della facilità con cui è possibile trovare un idraulico – Anonimo
«Quale è, la tua categoria preferita, su YouPorn?»
Questa domanda me la fece, a bruciapelo, l’unica donna con gli occhi viola che abbia mai conosciuto e anche se, nel mio caso, era un po’ come chiedermi se volevo più bene al papà o alla mamma, alla fine mi risolsi a rispondere che la mia categoria preferita erano i video homemade.
Sì, d’accordo: nei video professionali gli attori sono mediamente giovani e belli come gli eroi di Guccini e la qualità delle immagini è maggiore, ma tutto ciò che vedi è una sublimazione idealistica nella quale è difficile identificarsi.
Nei video casalinghi, al contrario, gli attori hanno spesso fisici rivedibili, le inquadrature sono pessime e gli errori nella calibrazione della luce fanno sì che i colori dell’incarnato ricordino – a seconda dei casi e della preparazione artistica dello spettatore – il Naufragio della Medusa di Géricault o una puntata de I Simpson, ma tutto quello che vedi è vero, genuino.
Vi dico tutto questo perché la Nova Eroica di quest’anno mi ha procurato sensazioni simili.
Sarà che ero emotivamente vulnerabile.
Last Christmas I gave you my heart
Non so se avete presente il video della canzione Last Christmas, dei Wham!, quello in cui una comitiva di amici va a passare il Natale in una baita in montagna e uno di loro (George Michael) si strugge tutto il tempo per la brunetta con gli occhi verdi di cui si era innamorato l’anno precedente e che quest’anno è spudoratamente in compagnia di un altro (Andrew Ridgeley), a cui, come se non bastasse, ha regalato la spilla ricevuta in dono da George.
Neve e capelli cotonati a parte, a Buonconvento io stavo più o meno così: mi accompagnavo a una bellissima Cinelli Zydeco, ma il mio cuore non poteva fare a meno di ricordare le ore felici trascorse in sella alla Nemo TIG che mi era stata data in prova lo scorso anno.
Questa instabilità emotiva ha fatto sì che il mio Zen di ogni istante, già scarsino di norma, toccasse, nei tre giorni della manifestazione, il suo minimo storico, al punto che nella prossima edizione del Guinness dei Primati comparirò come l’unica persona al Mondo che è stata capace di perdere tre paia di occhiali in 96 ore.
This year, to save me from tears
Reminescenze emotive a parte, io, alla Nova Eroica 2023, mi sono divertito un sacco.
L’organizzazione è stata, come al solito, impeccabile (l’unico appunto che gli posso muovere è una leggerissima divergenza di opinioni con la rete satellitare riguardo alla lunghezza di un percorso di sessanta chilometri); il tempo è stato bello e la temperatura è stata tutto sommato buona, con il caldo di fine Giugno mitigato da un leggero venticello fresco. In faccia, ma fresco.
Il percorso ha alternato sapientemente tratti di asfalto e di sterrato, con traffico automobilistico ridotto (se si esclude una mietitrebbia uscita dall’iperspazio appena in tempo per non mietitrebbiare tre ciclisti) e punti di ristoro ben al di sopra delle nostre già alte aspettative.
Ai due eventi in programma – la gara vera e propria di Sabato e la Nova Eroica Family di Domenica – ha partecipato un nutrito (in tutti i sensi) numero di ciclisti: 1509 iscritti quest’anno, in leggera crescita rispetto ai 1489 dello scorso anno. Ospiti d’onore, Vincenzo Nibali, Alessandro Ballan e Giovanni Visconti che sono stati visti pedalare a 30 all’ora su una salita sterrata, chiacchierando amabilmente fra loro, incuranti di quisquilie secondarie come la forza di Gravità o la resistenza al rotolamento.
A face on a lover with a fire in his heart
Torniamo al porno.
Se siete arrivati a leggere fin qui, ve lo meritate, perché fare parte di un’élite: quel ristretto gruppo di persone capaci di leggere più di 300 parole senza passare compulsivamente a un’altra pagina .
Prima di tornare alla ragione per cui avete letto più di 300 parole però, devo fare una precisazione: a me, questi Ciclisti Gravel non è che mi siano tanto simpatici. Per cominciare, sono tutti alti e magri, con fianchi stretti e spalle larghe e vanno veloci sia in salita che in discesa, mentre a me, in salita (e, talvolta, anche in discesa) mi sorpassano pure i muratori che spingono le carriole.
I Ciclisti Gravel possono indossare i calzettoni a mezzo polpaccio senza senbrare i fratelli scemi di Forrest Gump e hanno degli occhiali super-tecnologici, che li fanno sembrare dei cosplay di Ciclope degli X-Man; quando non li indossano, li infilano sottosopra nel casco e gli occhiali restano lì, qualunque cosa accada. Se lo faccio io, con i miei, appena volto la testa, gli occhiali si sfilano e cadono una decina di metri più in là, tipicamente su una Statale molto trafficata.
Come se non bastasse, i Ciclisti Gravel c’hanno la morosa che non solo è giovane e carina, ma che va anche in bicicletta. Fatto ancor più stupefacente, la morosa del Ciclista Gravel non si lamenta MAI e quando lui le propone di fare il percorso da sessanta chilometri, lei risponde che no: minimo devono fare quello da novanta e poi lo fa davvero.
I keep my distance, but you still catch my eye
Quando ti imbatti in una coppia di Ciclisti Gravel, le cose sono due: o vanno entrambi più veloci di te, oppure lei va più o meno alla tua andatura e lui sta andando piano per aspettarla.
Il primo caso è umiliante, ma non rischioso, perché ti passano e via; il secondo caso, al contrario, può avere spiacevoli conseguenze per la tua incolumità personale perché, se rimani dietro, il maschio della specie penserà che stai lì per guardare il sedere della sua ragazza e comincerà a scoccarti cupe occhiatacce da sopra la spalla (l’ipotesi che tu non possa andare più veloce di così non lo sfiora nemmeno).
Capita l’antifona, ti farai forza e accelererai quel tanto che serve a passare la fanciulla, ma anche posto che tu ci riesca (e non è detto) la tua tranquillità avrà vita breve perché la femmina di Ciclista Gravel si sentirà umiliata dal sorpasso e ti passerà a sua volta, riportando di nuovo davanti ai tuoi occhi quello che il Cambridge Dictionary definisce:
the part of your body that you sit on
Una volta innescato, questo circolo vizioso di eventi si ripete indefinitamente fino a che:
a. non arrivate al traguardo;
b. il maschio di Ciclista Gravel scende dalla bici e ti sfida a duello;
c. un infarto o un enfisema non intervengono a trarti di impaccio.
Come se non bastasse, il Ciclista Gravel è puntuale: se sul programma c’è scritto che la partenza della gara è alle nove, lui è nella corsia di partenza almeno alle otto/otto e mezza.
A Gaiole, ma anche a Montalcino, dove ci sono più o meno gli stessi iscritti di Buonconvento, se arrivi sulla linea di partenza mezz’ora dopo il via, ci trovi immancabilmente qualche ritardatario che si è svegliato in ritardo perché la sera prima è rimasto a chiacchierare fino a mezzanotte, bevendo Rosso anche se sulla maglietta aveva scritto: Bianchi. A Buonconvento, al contrario, sono partito con poco più di un quarto d’ora di ritardo (avevo fatto le foto della partenza) e sul percorso non c’era più nessuno. Il primo concorrente l’ho incontrato poco prima di Arbia, ma solo perché stava cambiando una gomma dopo aver forato; poi non ho incontrato più nessuno fino al primo ristoro.
Once bitten and twice shy
Tutte queste caratteristiche dei Ciclisti Gravel fanno sì che io non mi trovi del tutto a mio agio fra di loro.
Così come faccio fatica a identificarmi con attori hard del calibro di Jordi “El Niño” Polla o come Mark Rockwell1, allo stesso modo ho delle oggettive difficoltà a legare con il Ciclista Gravel medio, che sembra fermarsi ai ristori più per poter guardare il suo cellulare che per mangiare e che tende a fare gruppo con i suoi amici, sfuggendo ogni tipo di socializzazione con gli altri partecipanti.
Lo scorso anno non era così.
Forse era l’onda lunga del post-COVID, gli ultimi sprazzi di una solidarietà di branco nei confronti del virus, ma a Buonconvento 2022 c’era un clima più conviviale (o, per riprendere il paragone iniziale, più homemade), così come ti aspetti che sia per un evento legato a Eroica. Al contrario, durante la gara di Domenica, mi è capitato di parlare solo con due persone che non conoscevo: uno aveva una Nemo e uno aveva una Cinelli Zydeco, su cui era stato montato un cambio Campagnolo Ekar. In altre parole, ho parlato solo con persone del mio “branco”, ignorando e venendo ignorato dagli altri esemplari.
La spiegazione che mi sono dato, di questo atteggiamento, è che sia un retaggio delle gare.
Nelle competizioni, è ragionevole (e istintivo) evitare i contatti con gli avversari e se sei abituato a gare il cui programma è:
1. arrivo la sera prima;
2. prendo il pacco gara, faccio una cena leggera e vado a dormire presto, così domani li massacro tutti;
3. faccio la gara a cannone, poi..
4. se sono arrivato a podio aspetto la premiazione, se no risalgo in auto e vado via.
è possibile che questa tendenza solipsistica influenzi il tuo comportamento anche quando la competizione non c’è o è ristretta nello spazio e nel tempo, come nel caso di Nova Eroica.
Oh, oh now I’ve found a real love
Prima, parlando degli occhiali dei Ciclisti Gravel, ho utlizzato il termine cosplay, crasi di: “costume play”, ovvero quell’attività che consiste nel mascherarsi da personaggi dei fumetti, dei Manga, dei giochi di ruolo o di qualsiasi altra forma narrativa gradita ai giovani disadattati.
Molti pensano che l’Eroica sia una forma di cosplay, ma è una visione piuttosto miope, che non va oltre gli aspetti esteriori del fenomeno.
Indossare un costume, per un cosplayer:
esprime il sogno di vivere interamente il personaggio a cui si è ispirati2
ma si tratta, appunto, di un sogno.
Il nerd butterato che ai convegni indossa un costume da Batman si guarda bene dall’aggirarsi di notte in cerca di criminali. Anche lo facesse, la sua carriera di super-eroe avrebbe vita beve.
Al contrario, per il ciclista Eroico, la scelta di un certo tipo di abbigliamento o di bicicletta esprime il desiderio di recuperare dei valori sportivi e umani che sono andati perduti. Una forma di rispetto per degli eroi reali, non l’imitazione grottesca di personaggi di fantasia. E comunque, noi, in bicicletta ci andiamo davvero.
Ora: è indubbio che l’enorme diffusione dell’Eroica ha portato in questi venticinque anni a una generale diluizione dei principii del suo Ethos all’interno della comunità. Io stesso sono un adepto piuttosto tardivo (lo fu anche Paolo di Tarso..) e partecipo su una Giant ai limiti del regolamento, con cambio indicizzato e rapporti piuttosto bonarii, accoppiando i capi di abbigliamento e la bicicletta senza molta coerenza filologica.
La mia adesione ai valori dell’Eroica, però, così come quella di molti altri partecipanti, è granitica e influenza una parte della mia vita, dei miei interessi e, come dimostra questo articolo, anche del mio lavoro. Non è poi così strano, perché, in realtà, io non sono diventato un ciclista eroico, ma ho scoperto di esserlo sempre stato, senza saperlo.
È per questo, che non riesco a capire i Ciclisti Gravel.
You’ll never fool me again
Prima di scrivere questo articolo, ho avuto una lunga discussione con il Direttore di Cyclinside sul fatto che la Nova Eroica, così come l’avevo vista quest’anno, di eroico aveva ben poco. Per me era inconcepibile che qualcuno saltasse un ristoro perché voleva arrivare rapidamente al traguardo. I ristori non sono solo il posto dove puoi mangiare la pecora bollita alle 09:54 AM, ma sono anche l’occasione per ricompattare il branco, un luogo dove puoi fare due chiacchiere con gli amici che hanno tenuto un passo diverso dal tuo o fare amicizia con le persone che hai avuto intorno lungo il percorso. Saltare un ristoro vuol dire non aver capito che l’Eroica non sono le strade sterrate, non sono le biciclette d’epoca o le maglie di lana e nemmeno la Ribollita a Tavernelle, ma è un modo di stare insieme agli altri. Un modo diverso e molto più gradevole di quello a cui siamo stati abituati dalla convivenza cittadina.
Ero in buona fede, ma mi sbagliavo; anzi: mi sbagliavo proprio perché ero in buona fede.
Guido mi ha fatto capire che, anche se per alcuni di noi è stato estremamente facile e naturale adattarsi a queste nuove regole di convivenza, per altri esemplari della specie, la transizione potrebe rivelarsi un po’ più difficile. Così come ci sono porno-divi che credono di essere dei veri attori3, ci sono cicilsti amatoriali che pensano di essere dei professionisti e che di questi mutuano, in una sorta di cosplay sportivo, l’aspetto, gli atteggiamenti e, talvolta, anche qualche brutta abitudine farmacologica.
È quindi giusto e astuto che, per divulgare il Credo oltre i limiti degli appassionati delle Ciclostoriche, si creino delle forme “omeopatiche” di Eroica, dedicate al popolo della Gravel e delle Gran Fondo, per mostrare loro che esistono altri modi di andare in bicicletta, che correre è indubbiamente bello, ma non è necessario farlo sempre.
È utopistico pensare che che questo cambio di paradigma possa avvenire rapidamente ed è presuntuoso pensare che riusciremo a “chiamare a ravvedimento”4 tutti i peccatori, anche perché, diciamocelo, peccatori non sono: se a qualcuno piace solo correre e non gliene frega nulla né del paesaggio né della convivialità è libero di fare come preferisce.
Ovviamente, non posso fare a meno di pensare che i ciclisti mordi-e-fuggi si perdano qualcosa di bello, ma se loro preferiscono saltare i ristori per arrivare prima al traguardo, “let them”, come diceva il Achab.
Ci saranno più porzioni di uova al sugo e di pecora bollita per chi, invece, preferisce fermarsi.
Note
- Nelle sue note biografiche si definisce: “un venditore di oscenità di bassa lega con un gusto squisito” ↩
- Marco Cerpelloni, Arena, 9 agosto 2004, p. 15, Provincia, citato da: www.treccani.it/vocabolario/cosplay_%28Neologismi%29/ ↩
- Se non lo conoscete, guardate il film Boogie Nights, un resoconto allo stesso tempo divertente e spietato sull’industria del Porno degli anni ’70. – www.imdb.com/title/tt0118749/ ↩
- Mt. 9,13: Perché io non sono venuto per chiamare a ravvedimento i giusti, ma i peccatori ↩
Carlo, la penso come te!
La gravel è roba da fighetti non ce n’è…ma è troppo bella! Cioè…è da fighetti da noi che non ci siamo ancora abituati, perchè siamo ancora nella fase bianco o nero: da corsa o MTB. La gravel è ancora quell’ibrido che si possono permettere in pochi e che non si capisce se serve per andare nel ghiaino, farci i viaggi, stare leggermente più comodi o per avere l’impressione di essere più sicuri sulle nostre strade un tantino dissestate.
Il ciclismo in realtà è uno sport semplice fatto di gambe, bicicletta e aria, ma come per tante altre cose, la semplicità non è più di moda. La gravel, per assurdo, dovrebbe riassumere il concetto stesso di ciclismo perchè ti regala anche la libertà che a volte con la bdc non hai, perciò dovrebbe essere più diffusa, economica e …appunto semplice. Adda passà (ancora) a nuttata!
Io voglio essere gravelista quando sarà a sfigati ;)
Wow bellissima una vera opera d’ arte!!!!!!