Si andava fieri delle “stimmate del ciclista”, chiamavamo così quei segni che alla lunga diventavano quasi indelebili. Li lasciava il sole sul dorso delle mani in una sorta di stampa per contatto usando la pelle come sviluppo e i guanti come pellicola.
L’apertura sul dorso serviva a permetterne la chiusura, col velcro, alla misura desiderata, prima ancora c’erano dei bottoni, gli “automatici”, ma erano a misura fissa, oppure dovevano essere spostati dopo, a mano. Meglio il velcro, molto più moderno ed efficace.
Il dorso a rete, il palmo in pelle, con un raddoppio dello strato nella parte di maggiore appoggio, per dare comfort e resistere di più all’usura. In realtà serviva poco all’uno e meno all’altra. Ma quello c’era.
Poi arrivò Nalini con quel tessuto rivoluzionario: la pelle sintetica. Prima che per i guanti la rivoluzione fu per i fondelli. La pelle di daino era morbida e perfetta quando non c’erano alternative per i pantaloncini che dovevano sostenere il ciclista per ore al caldo o al freddo. Ma la pelle di daino si induriva col tempo. Dopo i primi lavaggi diventava come cartone e c’era il rito delle pomate per ammorbidirla: una lotta impari. Tornava sempre dura più che mai, finché non si strappava nei punti più sollecitati e consumati.
Il “tessuto Nalini” era sintentico ma con le qualità di assorbimento del sudore e comfort paragonabile alla pelle di daino. Anzi di più, perché veniva imbottito e dava quindi una comodità maggiore. Soprattutto rimaneva morbido sempre. Lavato cento volte rimaneva morbido come da nuovo. Si consumava meno della pelle di daino, una vera rivoluzione.
All’Eroica Nalini ha riportato quei guanti. Stessa pelle, imbottitura migliore, comfort assicurato per il manubrio col nastro sottile e anche per gli altri. Dorso a maglia, apertura classica. Quella che fa le stimmate.