Le gare a cronometro sono sempre state territorio di ricerca tecnologica e contraddizioni. Ricordate la sella con cui Thierry Marie esordì al Tour de France del 1986? Al francese valse la vittoria del prologo della corsa francese, poi si decise di vietare quel tipo di sella perché offriva un appoggio (oltre alla prolunga aerodinamica posteriore) che avrebbe permesso al corridore di fare più forza sui pedali.
Qui vi parliamo di un’altra chicca, però. Tempi più recenti, 1997, cronometro di Eurodisney sempre al Tour de France. Il protagonista era Jan Ullrich che si presentò al via con na bici che riprendeva direttamente il disegno della bicicletta da pista che usò Collinelli alle Olimpiadi del 1996. Quel telaio, però, fu giudicato non regolamentare dai giudici di gara che costrinsero i meccanici della Telekom, la squadra di Ullrich, a intervenire pesantemente e drasticamente: niente pinna posteriore (foto d’apertura) che fu inesorabilmente tagliata. Quella coda, ora, priva della bici cui apparteneva, è conservata nel museo del ciclismo dedicato a Gino Bartali a Ponte a Ema, in provincia di Firenze.
Oggi, invece, e ancora derivando dalla pista, ecco le ruote adottate dai corridori della Ineos, a cominciare da Ganna (purtroppo ritirato prima della seconda prova contro il tempo), nelle cronometro del Giro d’Italia 2023. Anche in questo caso ci è ispirati al mare a partire dalla bicicletta con cui Filippo Ganna ha fatto il Record dell’Ora. Qui sotto, la bicicletta di Geraint Thomas (con ruota d’appoggio posteriore dopo essere stata utilizzata sui rulli)
(con Alberto Sarrantonio)