24 mag 2019 – Ci pensano le montagne a disegnare il Giro d’Italia e i migliori si sono misurati l’un l’altro sull’arrivo di Ceresole Reale, prima punta davvero cattiva di un giro in cerca di autori.
Le tappe che finiscono a 35 di media hanno il sapore della fatica bestiale con cui i corridori si sono dati battaglia, hanno resistito e in qualche caso firmato già la resa.
Chi proprio sembra fuori sincronia, partiamo da dietro, è Simon Yates. Niente a che fare con il corridore dell’anno scorso saltato, però, a metà corsa. Quest’anno forse ha fatto i conti al contrario, per non partire troppo forte ma intanto accumula minuti. Al punto che dall’ammiraglia hanno “liberato” Nieve da qualsiasi legame. E lo spagnolo ci è andato pure vicino al colpaccio, non fosse per quel russo ritrovato che pedala storto ma così efficace.
Zakarin in salita è andato via quasi facile, di certo non si sono dannati i migliori per inseguirlo.
Il Giro lo vuole vincere Roglic, il Giro lo vuole vincere Nibali. Oggi se lo saranno detto sulla vecchia strada che porta a Ceresole Reale? Di sicuro era scritto nei loro sguardi. Un allungo e una risposta, ognuno col suo stile e col suo passo, uno attaccato all’altro e gli altri andassero pure.
Oggi se la sono giurata e se la sono promessa per domani. Nello sparpaglio dei tornanti le carte si possono mischiare mille volte e nella gambe inizia ad arrivare la fatica di metà giro.
La noia della prima settimana, fatta più di fatti di cronaca che di avvenimenti sportivi, ci sta per regalare un’ultima settimana di numeri pesanti.
E la sensazione è che sia ancora tutto da scrivere e non affatto scontato. Nella storia delle salite i ribaltamenti di fronte sono dietro una discesa. Come Valerio Conti che aspettava le salite per sfoggiare la sua Maglia Rosa e l’ha dovuta cedere a Jan Polanc, sloveno di razza che oggi ha stretto i denti e alla fine ha smesso pure di contare i secondi.
Quando dai tutto a un certo punto devi per forza avere ragione tu. E Polanc ha avuto ragione, anche se Roglic e gli altri titolati si avvicinano.
Strenua difesa di una storia che sa già il finale.
La sensazione è che questo Giro si possa giocare non solo sulla forza. Roglic a tratti è apparso tentennare, ma nei momenti importanti era tutt’altro che debole. Nibali ha lasciato trasparire una sicurezza d’altri tempi.
Appuntamento a domani. E già non vediamo l’ora.
GR