23 mag 2019 – Cuneo Pinerolo che a dirla fa venire i brividi. Solo il nome, che il percorso è stato edulcorato e qualcuno, esagerando un po’, ha richiamato fantozziane memorie. Che ci piaccia di più o di meno, col Giro “si va a Pinerolo” e non è comunque uno scherzo, perché, da oggi sono iniziate le salite vere.
La corsa prende ben presto due aspetti, come è logico in una frazione del genere: la fuga e la classifica.
La fuga che va via è di 25 corridori. Partono da lontano e il vantaggio dilaga subito, vino a superare il quarto d’ora. Ci si accorge subito che la tattica perfetta è quella della UAE, la squadra di Conti. Lui non è certo intenzionato a mollare ma intanto in fuga ci piazzano Polanc e tra i 25 è quello messo meglio. Con la fuga all’arrivo è lui in rosa, ed è quel che avviene puntualmente. Un “biscotto” studiato in ammiraglia e azzeccato con precisione e un po’ di fortuna.
I corridori di vertice si guardano, si studiano, controllano poco. Roglic rimane presto da solo e si limita a controllare. Nibali si muove come era tanto che non lo vedevamo. Sembra davvero una gamba da si salvi chi può. Roba da no vedere l’ora della frazione di domani.
La tappa che si gioca davanti, invece, vede scatenati Brambilla e Capecchi. Il primo conquista la maglia azzurra degli scalatori (anche qui si tratta di un passaggio in casa, visto che la toglie a Ciccone) il secondo ci prova in tutti i modi a vincere la tappa. Restano da soli sullo strappo finale, a Pinerolo ma si fanno riprendere proprio all’ultimo, per guardarsi.
A infilarli è uno splendido Cesare Benedetti, un gregario in permesso premio e licenza di vittoria. Riguardando la sua corsa è davvero da manuale, come sanno essere tattici i gregari più scaltri. Resiste sul Montoso, rientra, si stacca sullo strappo finale e quando rientra gestisce al meglio le forze e la volata. Esulta con un solo braccio che neanche lui ci crede. Eppure ha fatto una cosa fenomenale, a 32 anni la sua prima vittoria in una tappe del Giro d’Italia. Un sogno oltre il sogno ma lui è modesto e nemmeno si esalta troppo.
– Ti rendi conto cosa hai fatto?
– Ho vinto una tappa…
– Ma ora ti cambierà qualcosa nella tua carriera, è una vittoria importante
– A 32 anni cosa vuoi che mi cambi.
Umiltà da gregario. Se vi capiterà di incontralo, applauditelo di più!
GR