10 gen 2020 – Non ce ne vogliano i fautori del copertoncino oppure quelli del tubolare: lo standard che più si sta imponendo in ambito stradistico è quello del tubeless, ovvero della copertura priva di camera d’aria, quella che interfaccia ermeticamente i suoi talloni sui fianchi di un cerchio dedicato a questo standard.
Il cerchio, appunto: la stragrande maggioranza delle ruote stradistiche introdotte oggi sul mercato utilizza lo standard del tubeless, o se preferite del tubeless ready, che altro non è che una definizione utilizzata dai produttori per ricordare anche ai meno esperti che questo tipo di cerchio è compatibile sia con i tubeless che con la più “classica” accoppiata copertoncino+camera d’aria.
Del resto, anche la moderna tipologia delle coperture ciclistiche tubeless è spesso definita “tubeless ready”, proprio a ricordare che la struttura del componente è quasi del tutto assimilabile a quella dei tradizionali copertoncini (diversamente dalle coperture tubeless native, che hanno una carcassa più robusta e che sono praticamente scomparse dalla circolazione).
Rispetto al copertoncino il tubeless necessita di qualche accortezza in più in fase di installazione; nulla di complicato, ci mancherebbe, ma di sicuro un’operazione che a tanti stradisti è poco familiare, abituati come sono ai “tradizionali” standard di copertura.
Con la collaborazione di Danilo Loreti, meccanico della Cicli Lazzaretti di Roma, vediamo allora passo passo l’esatta procedura per l’installazione di questa gomma sui cerchi da strada, quali accortezze avere, quali attenzioni prestare. In particolare abbiamo montato una copertura Schwalbe One Tubeless Easy (che in Casa Schwalbe indica quelle che altri chiamano tubeless ready) da 30 mm sul cerchio in carbonio di una ruota Hollowgram HG22.
Il sistema tubeless
Cerchio, copertura, valvola e liquido sigillante: ecco le quattro componenti che compongono lo standard tubeless. Iniziando dal cerchio, quest’ultimo han una struttura leggermente diversa rispetto ai cerchi esclusivamente tubeless: il nuovo profilo, infatti, consente indistintamente di installare coperture tubeless e copertoncino, risultando in questo modo commercialmente più versatile e anche più facile da montare. Le difficoltà che talvolta erano connesse al montaggio dei vecchi tubeless sono infatti oggi un lontano ricordo e questo non solo grazie al diverso profilo dei fianchi del cerchio, ma anche per la struttura dei talloni della copertura, che pur avendo una forma diversa rispetto a quella dei copertoncini, sono comunque più morbidi lungo tutto l’arco di circonferenza dello pneumatico e in genere installabili con la medesima facilità con cui si monta un copertoncino.
Cosa non fare
Prima di dire cosa occorre fare per montare le coperture tubeless, è bene ricordare cosa non bisogna fare quando si approccia questo argomento tecnico: evitare nella maniera assoluta sia la conversione di cerchi per copertoncino allo standard tubeless e allo stesso modo evitare perentoriamente di trasformare lo pneumatico per copertoncino allo standard tubeless: la diversa forma dei talloni, infatti, fa sì che le due parti non si interfaccino perfettamente: molte volte la conversione tubeless di un copertoncino può riuscire in officina, ma durante l’utilizzo possono verificarsi perdite improvvise di pressione, con la conseguenza che lo pneumatico può pericolosamente e improvvisamente stallonare dalla sua sede.
Inserire il tubeless
La prima operazione necessaria è inserire con la necessaria forza la valvola nel foro, bloccandola poi sul dorso del cerchio con l’apposita rondella: è bene non serrare “a morte” quest’ultima con le pinze, prima perché il suo profilo si slabbra, poi perché non riusciremmo a svitarla se, in caso di foratura, saremo costretti a sfilare la valvola tubeless per risolvere la foratura con la classica camera d’aria.
L’inserimento della copertura nel cerchio richiede le stesse operazioni utili per montare il classico copertoncino, con l’ulteriore vantaggio che in questo caso non bisognerà installare alcuna camera d’aria e tantomeno preoccuparsi di “pizzicare” alcuna componente. A questo proposito occorre una raccomandazione: i cerchi tubeless ready sono provvisti di un flap che riveste la gola del cerchio: nel caso in cui si dovesse operare con i leva gomme è bene fare attenzione a non rovinare la struttura del flap, perché in questo caso potrebbero poi verificarsi perdite di pressione quando la copertura è stata installata.
La soluzione migliore per installare il tubeless è dunque farlo a mano, senza l’ausilio di utensili; sì, a mano, nella maggior parte dei casi questo è possibile, esattamente come accade per i copertoncini, a patto però che si rispetti la corretta procedura di installazione. Quando si inserisce la copertura è necessario fare adagiare l’intera circonferenza della copertura nella apposita scanalatura che la gola del cerchio ha nella parte centrale, preoccupandosi di verificare che nessuna porzione dell’arco di circonferenza sia invece poggiata sulla parte più alta della gola.
Solo quando il tallone è in quella posizione si riesce agevolmente a inserire anche la parte terminale a mano. Altra raccomandazione: è bene finire l’installazione sempre in corrispondenza del punto in cui si trova la valvola, visto che quest’ultima potrebbe ostacolare l’installazione qualora si inizi da un’altra parte ad inserire i talloni. Ancora, per facilitare l’installazione di entrambi i talloni della copertura, esistono liquidi specifici con cui cospargere la gola del cerchio. In assenza di questi ultimi altrettanto utile è utilizzare della semplice acqua e sapone, stendendola sempre con una spugna o un pennello. L’utilizzo di questi liquidi facilita ulteriormente l’installazione ma ripetiamo che a poco serve se non si posizionano esattamente i talloni nella scanalatura loro dedicata.
Far tallonare il tubeless
Una volta installati entrambi i talloni nella sede occorre gonfiare il tubeless alla massima pressione di esercizio tollerata (quella stampigliata sul fianco della gomma), in modo da far tallonare le parti, ossia ottenere l’adesione ermetica tra tallone e fianco del cerchio. Diversamente da quel che fanno o pensano alcuni, non serve andare oltre la pressione consigliata, perché in questo caso lo pneumatico potrebbe fuoriuscire dalla sua sede e scoppiare. Per il gonfiaggio lo strumento ideale è sicuramente il compressore, la semplice pompa a terra spesso non basta, perché non ha la portata d’aria adatta per far tallonare le parti. In realtà, con una certa dose di fortuna (e anche con l’usilio dei liquidi di cui parlavamo prima), spesso si riesce a gonfiare la copertura anche con buone pompe manuali (purché di tipo “a terra”). Una volta portata la copertura a pressione sarà bene far girare la ruota tra le mani per verificare visivamente che i talloni si siano inseriti correttamente lungo il profilo del cerchio, che non ci siano sbalzi o sormonti del tallone rispetto alla sede cui è destinato.
Inserire il liquido
Il liquido sigillante è una componente fondamentale delle coperture tubeless ready, prima di tutto per sigillare ermeticamente i talloni al cerchio, poi per sigillare le porosità della carcassa e infine per suturare in corsa eventuali forature. Qualità e quantità del liquido che si utilizza sono dunque essenziali; in merito alla qualità, meglio evitare prodotti certificati; sigillanti a base di ammoniaca possono ad esempio risultare corrosivi sia per l’integrità del flap, per la gomma e addirittura per la struttura. Passiamo alla quantità di liquido da inserire nella copertura: questa è direttamente proporzionale alla sezione dello penumatico.
Nel caso degli pneumatici stradali, la quantità di sigillante varia tra 25 e 35 cl per pneumatico (ipotizzando sezioni dalla 25 alla 32 millimetri). Prima di versarlo nell’apposito dosatore, è importante agitare per bene il liquido inserito nel flacone, visto che le parti pesanti potrebbero depositarsi in basso. Servirà poi svitare la valvola con l’apposito piccolo utensile, inserire il liquido, riavvitare allo stesso modo la valvolina e infine gonfiare la copertura (in questo caso non serve arrivare alla massima pressione tollerata, ma alla pressione desiderata, visto che la copertura è già correttamente tallonata). A questo punto basterà far girare un poco la ruota per distribuire il liquido all’interno; l’installazione è a questo punto completata, ma per utilizzare la ruota sarà bene aspettare almeno dodici ore, controllare in quel momento che non ci siano state perdite di pressione e poi si può iniziare a pedalare.
Cura e manutenzione del tubeless
Dalla installazione ex-novo del tubeless ready passiamo ora alla cura e alla manutenzione dello stesso; manutenzione del tubeless significa prima di tutto rabboccare o sostituire del tutto il liquido sigillante; con il passare del tempo il liquido si secca e/o degrada, per questo una sua aggiunta o sostituzione si rende necessaria almeno una volta ogni tre mesi. L’intervento deve essere più frequente in proporzione all’utilizzo della bicicletta e anche della temperatura (ad esempio in estate il liquido si secca prima). Se si effettua la sostituzione completa, prima di inserire nuovamente il liquido, con dell’alcool isopropilico sarà bene pulire la superficie interna della copertura che troveremo cosparsa della patina gommosa del vecchio liquido.
Allo stesso modo sarà bene pulire anche la gola interna del cerchio; lo stesso trattamento dovrebbe essere riservato alla valvola, che anzi nel migliore dei casi dovrebbe essere sostituita con una valvola nuova. Infine, in fatto di durata e usura del tubeless, non è affatto vero che questa copertura sia più durevole del classico copertoncino: ciò che differenza il tubeless da un copertoncino – lo ripetiamo – è esclusivamente la tipologia dei talloni, non la struttura della carcassa e/o della mescola; in questo senso, dunque, durata e resistenza all’usura del tubeless sono solo in funzione della tipologia di penumatico, esattamente come accade per i copertoncini.
Maurizio Coccia
(Si ringrazia Cicli Lazzaretti Roma per la collaborazione)