Dal primo settembre a Parigi saranno vietati i monopattini elettrici a noleggio. La civilissima capitale francese ha indetto un referendum per far decidere ai propri cittadini sulla questione e il risultato è stato schiacciante: il 90 per cento dei voti. Insomma, pochissimi parigini vogliono i monopattini.
Ammetto di esserne rimasto stupito. È un po’ che non vado a Parigi, ho visto Roma, Milano, altre città, la “mia” piccola Varese. I monopattini vanno, a motore e a polemiche, le solite. Sono troppo pericolosi, li guidano male, li lasciano dappertutto, sono un caos urbano e aggiungete pure le vostre.
La notizia è stata cavalcata politicamente da chi cerca consensi facili, chi non odia i monopattini in Italia? Sono riusciti a surclassare persino l’odio verso i ciclisti, avete presente? Quei poveri disperati che pensando di avere diritto di circolare dappertutto e invece non possono. Dite che il Codice della Strada parli diversamente? E vabbè che volete, quello è vecchio, il sentire comune è altro. Le leggi, al tempo dei social, si giustificano a sentimento, mica a letteratura.
E allora dagli al monopattino, poi all’e-bike, anzi a tutti i ciclisti.
Ma non divaghiamo, torniamo ai monopattini odiati dagli schizzinosi parigini.
Però le notizie andrebbero lette tutte quante, per intero. E tanti saluti all’etica giornalistica che imporrebbe di approfondire o, per lo meno, dare le notizie complete.
A far parte di quel 90 per cento (in realtà sarebbe 89% il numero esatto, ma lasciamo 90 che così fa più effetto), sono quelli che sono andati a votare che, leggendola tutta, come sottolinea il comunicato degli operatori che distribuiscono i monopattini nella capitale francese “sono il 6,7% dei parigini iscritti nelle liste elettorali, equivalente al 4,2% della popolazione parigina”.
Insomma, a votare ci sono andati solo quelli molto motivati a bloccare i monopattini e gli altri subiscono la loro ignavia.
Sono davvero pericolosi i monopattini?
Il monopattino elettrico è equiparato a una bicicletta e questo ha creato un errore che, a quanto pare, si è propagato a livello mondiale (o almeno, Europeo), perché il monopattino elettrico non è una bicicletta. Assimilarlo a una bicicletta significa dare l’idea che si possano fare le stesse cose che si fanno con una bicicletta. Invece, con quelle ruote piccole, il peso spostato sulla ruota anteriore e il baricentro molto alto, ne fanno un mezzo altamente instabile. Pensare di fare le stesse manovre che si fanno con una bicicletta diventa decisamente pericoloso. Il monopattino non segue le stesse dinamiche di una bicicletta e rischia di provocare incidenti anche gravi per questo.
Manca un’educazione al monopattino. Gli utenti, poi, imparano e si regolano, altri proseguono spericolati, l’assenza pressoché totale dei controlli fa il resto. Evidentemente, a quanto si legge dalla stampa d’Oltralpe, il problema dei controlli non è solo italiano.
Quando basterebbe un po’ di educazione (chiamatela pure civiltà) al mezzo. Questa forse può essere la colpa da addebitare chi promuove questi mezzi. Come il vederli spesso in mano a minorenni scatenati (quelli dello sharing vorrebbero almeno maggiorenni alla guida, una questione anche assicurativa in effetti, con conseguenze molto pesanti anche dal punto di vista economico, dopo che fisico) evidentemente autorizzati da genitori disattenti.
Il divieto invece dei controlli
Trattandosi di un mezzo “nuovo” cui non siamo mediamente abituati, i controlli dovrebbero limitare la spericolatezza. E invece si segue la strada più comoda del vietare, cavalcando ignoranza (c’è chi li ha definiti inquinanti) e arretratezza, vie decisamente facili.
Ma si vieta ciò che non si può controllare si crea un precedente pericoloso. Sicuri che sia questo il percorso da seguire? Ogni monopattino in meno diventa una potenziale auto in più. In un territorio urbano, saturo di automobili, in maggioranza con una sola persona dentro, perché la pubblicità ci ha detto che questa è libertà, la scelta è quantomeno miope.
E’ inutile girarci intorno con motivazioni e giustificazioni I MONOPATTINI ELETTRICI SONO PERICOLOSI per il conducente e per tutti gli altri.
Sono troppo veloci, instabili, non si vedono e sono guidati con troppa leggerezza.
ABOLITI a vita.
Salve Severino,
sono pericolosi se usati male. Come tutti i mezzi. L’errore è immaginare che si possano fare le stesse cose che si fanno con le biciclette. Non è così. Usati nel modo giusto, e con rispetto, non creano alcun problema. Altrimenti, come scritto nell’articolo, si finisce col vietare tutto ciò che non si può controllare.
Carissimi lettori, sono perplesso: tutti noi siamo sia automobilisti che ciclisti e molti anche monopattinisti e utilizzatori di mezzi pubblici. Quindi non esiste categoria, esiste il rispetto fra cittadini e la consapevolezza. Politici sappiate che siamo anche elettori quindi state attenti a far cavolate.