14 feb 2011 – Ecco due biciclette di Pantani. Il “Pirata” le ha usate in tempi diversi, come si può intuire dai marchi, ma entrambe gli hanno dato soddisfazioni.
In alto, la bicicletta da cronometro praparata dal Reparto Corse Bianchi
Siamo abituati a vedere immagini di Pantani in salita. Marco era un maniaco della leggerezza e curava personalmente la sua bicicletta perché fosse perfetta e secondo le proprie convinzioni. Essendo leggero poteva permettersi anche qualche componente meno pesante degli altri senza temere che non fosse adeguatamente rigido. Al tempo stesso i costruttori cercavano di accontentarlo con soluzioni personalizzate e riservate solo a lui.
Non è più un segreto se vi raccontiamo come per Pantani venissero realizzati, per particolari occasioni, telai dal peso record ben al di sotto del chilogrammo. E parliamo di un momento in cui le biciclette erano in alluminio e il limite del materiale sembrava raggiunto già da un pezzo.
«Le vuole così – ci aveva confidato una volta un’azienda che gli preparava le bici – ma per favore non scriverlo altrimenti ci arrivano gli ordini per biciclette che non possiamo realizzare».
– Come sarebbe a dire? Avevamo chiesto
«Per alcune bici di Pantani utilizziamo leghe superleggere e spessori che non ci permetterebbero di mettere in commercio un telaio. L’aspettativa di vita di quel telaio sarebbe troppo breve e il prezzo troppo elevato. Non potremmo giustificarlo. Ma Marco vuole biciclette leggerissime, pazienza se il telaio dopo qualche mese è da buttare via».
Pantani era così, da campione qual era poteva pure permetterselo. Così come sceglieva componenti a volte non in linea con le sponsorizzazioni.
Bianchi da crono
La bicicletta da cronometro che vedete in questa pagina montava pedali Time. Si trovava così bene con quei pedali che, in questo caso, gli perdonava anche un peso leggermente maggiore ad altri modelli che gli venivano proposti.
Altre volte, quando andavamo a fotografare le sue bici, il meccanico ci fermava. «Devi fotografarla? Aspetta che te la preparo» e via a lavorare sostituendo questo o quel pezzo per far contenti gli sponsor.
Abbiamo parlato della bicicletta da cronometro. Insolita per uno scalatore. Questo modello, preparato dalla Bianchi, è caratterizzato dall’obliquo “megatube” geometria molto cara alla casa di Treviglio di quegli anni ben supportata da Dedacciai. Anche il tubo sella segue la geometria fortemente aerodinamica che termina fin quasi sotto al bloccaggio della sella. Il reggisella vi si annega dentro e c’è da scommettere che venisse tagliato al minimo indispensabile.
Gruppo Campagnolo completo di ruote Shamal ad alto profilo e dell’ultimo tipo prodotto: a 12 raggi. Roba da corridori leggeri come Pantani. La sella è la Flite che Selle Italia ha personalizzato con il simbolo del corridore romagnolo: il pirata appunto.
Posizione molto abbassata del manubrio. Pantani, pur non essendo certo portato alla pianura, aveva comunque una posizione efficace nelle prove contro il tempo. Era messo decisamente meglio di altri colleghi scalatori non forti quanto lui. Certo, il rapporto peso/potenza, in questo caso, gli era sfavorevole anche se si ricorda più di una buona cronometro (soprattutto alla fine dei grandi Giri vinti, quando la condizione fisica era migliore di altri teoricamente più portati di lui).
Altro Giro altra bici
Stavolta parliamo di geometria molto più “normale”, per la Wilier Triestina da corsa preparata interamente in alluminio. Colore giallo e gruppo Shimano stavolta, naturalmente nella versione Dura Ace. Ruote a basso profilo e raggi radiali per fare la bici reattiva in salita. Telaio compatto con carro posteriore davvero ridotto (guardate la vicinanza tra il tubolare posteriore e il piantone).
I tubi sono tondi in questo caso, Wilier e Pantani avevano scelto questa soluzione per una bici dal gusto classico ma con una geometria raccolta ed efficace per chi fa degli scatti un’arma micidiale per la salita.
Commenti
Ma di che piega trattasi? di: stefano
Riprendo ciò che è esposto nel titolo..si parla di tante componenti,ma che piega monta questa bici?Certamente non è una 3ttt FORMA,potrebbe essere una 3ttt PODIUM che all’epoca era paragonabile ad una compact moderna,potete darmi una risposta?O forse è una Cinelli 63 o 64?La parte bassa della piega è “parallela” al terreno,ecco perchè non ritengo sia una 3ttt Forma che ha 3 segmenti di appoggio.
Ruote 1998 di: Dario
Grazie del tuo comento ma non è preciso nel 1998 Marco usava per le tappe di pianura Electron e Bora…in salita usava delle assemblate con mozzi Record e bloccaggi Pmp…ma non riesco a capire che cerchi usava proprio su quel tipo di ruote assemblate…
Ruote 1998 di: Guido Rubino
Pantani usava le Shamal credo. Gli piacevano le ruote ad alto profilo e le utilizzò pure in seguito e non sempre con risultati positivi. Fece uso anche delle Lightweight andando contro le scelte dello sponsor. Era fatto così…
Ruote 1998 di: Dario
Buongiorno ho una domanda da fare…ma che ruote usava Marco al Giro e Tour 1998 in salita…non certo le classiche Electron…dalle foto vediamo il classico mozzo Record con ingrassatore…ma i cerchi?…saluti Dario