A Gaiole, il primo weekend di Ottobre si è celebrato un compleanno importante: L’Eroica, la grande madre di tutte le ciclostoriche, è diventata maggiorenne a tutti gli effetti: 25 anni.
Per festeggiare questo traguardo ecco a voi 25 particolarità, paradossi, miracoli e misteri che rendono L’Eroica…L’Eroica. Il resto potete scoprirlo voi stessi semplicemente partecipando alla prossima edizione, sempre il primo weekend di ottobre, sempre a Gaiole in Chianti, su uno dei 5 percorsi che svelano e interpretano, ognuno a modo suo il territorio unico al mondo del percorso permanente Terra Eroica.
1 Generosità eroica: il compleanno è suo, ma il regalo lo fa lei a tutti noi, con la festa più bella dell’anno.
2 Moltiplicazione eroica. L’Eroica è unica, in tutti i sensi, ma anche multipla: ci sono Eroiche sparse per tutto l’anno e in tutte le regioni italiane. Ma che dico, in tutte le nazioni. Di più, nei 5 continenti! Adesso poi che dura due giorni, il bello raddoppia. Visitare il sito per credere.
3 Mistero eroico: l’eroica, più invecchia e più diventa bella, i principali brand cosmetici, stanno studiando il fenomeno.
4 Metabolismo eroico. Per quante calorie si brucino all’Eroica non si perde peso. Pare il motivo sia qualche misteriosa sostanza nascosta nei ristori. Indagheremo.
5 Memoria eroica. Hai il fiatone, le salite sembrano non finire mai, i freni in discesa ti tagliano le mani. La sella duole. Il caldo è insopportabile, la pioggia ti avvolge in un sudario pesante e freddo. Il fango scivola dappertutto, la polvere slitta sotto le ruotine sottili sottili. Vorresti buttare la bici da un dirupo e chiamare un taxi. Giuri che mai e poi mai rimetterai il sedere su quel sellino. Poi, scendi e tutto questo sparisce. Restano solo i momenti belli, le emozioni, gli scenari mozzafiato, la musica, gli incontri, i ristori. E non vedi l’ora che sia di nuovo ottobre.
Un meccanismo psicologico simile a quello del parto.
6 Idioma eroico. a L’Eroica si parla : toscano con un pizzico di lombardo, ungherese, piemontese, polacco, romagnolo, inglese, siciliano, tedesco, pugliese, giapponese, romanesco, francese, umbro, spagnolo e altre centinaia di dialetti e lingue. E tutti si capiscono. Unica regola ineludibile: si dice Eroiha.
7 Vanità Eroica Barbe e baffi scolpiti come sculture. Una ricerca stilistica spasmodica per scovare accessori e capi della stessa epoca della propria bici. Colori intonati, o a contrasto. Voile e pois, persino qualche tacco. Tutto questo dentro alla definizione “abbigliamento non tecnico”.
8 Vanità eroica 2. Le maglie di lana retrò con i nomi delle squadre o brand ricamati pesano 3 o 4 chili l’una. Tengono caldo d’estate e freddo d’inverno e prudono tutto l’anno, se piove diventano pesanti come sudari e se infili qualcosa nelle tasche posteriori si allungano fino a diventare miniabiti. Però sono così belle, allegre e fanno tanto look Coppi, che nessuno di noi ci rinuncia.
9 I 5 sensi Eroici + 1. La ruvidezza della lana, sulla pelle il cigolare dei telai sullo sterro, il profumo di porchetta e il gusto della ribollita, il suono della fisarmonica, il colore delle crete e le luci dei ciclisti all’alba, fluttuanti nella nebbia come lucciole giganti, il botto delle camere d’aria che scoppiano, il megafono di Carube e quello di Cecchini, il ferro dei freni nelle mani, lo zucchero nell’aria, il sapore della polvere sotto i denti, le torce al castello di Brolio, l’alba e il tramonto sui colli. I cinque sensi all’Eroica sono tutti iper stimolati. E poi c’è il senso eroico, che è quello della felicità.
10 Competitività eroica. Non c’è primo e non c’è ultimo. Non c’è cronometro, non c’è classifica e c’è tutto il tempo che si vuole. All’Eroica, l’unica gara è quella della solidarietà. Si ferma uno, lo aiutano in cinque.
11 Attualità eroica. Le strade bianche, icona del passato, sono diventate sinonimo di progresso. È così che vorremmo diventasse il mondo. Rispettoso, sostenibile, lento, consapevole e pulito.
12 Solitudine eroica. Qui non esiste, nemmeno se ci si viene da soli. Da quando si arriva a quando si parte ci si incontra e soprattutto ci si trova.
13 Record eroico. La famiglia eroica è la più numerosa al mondo. Chiunque partecipi ne fa parte.
14 Età eroiche. Quanti anni l’Eroica? 25, come le sue edizioni che festeggiamo oggi? O più di 200 come la bicicletta più antica? O ha l’età dei suoi sogni e dei progetti che guardano a un futuro lontano e bellissimo fatto di strade bianche e senz’auto? A guardarla bene, in questi giorni di festa, pare una bambina, come noi che ci divertiamo e emozioniamo come da piccoli, stupendoci ancora per le piccole cose, proprio come allora.
15 Ecumenicità eroica. L’Eroica è per tutti. Anche chi non va in bici e non partecipa alla manifestazione, se la può godere appieno. È una festa, a Gaiole e su tutto il percorso.
16 Segreti eroici. Sotto i mutandoni di lana ruvida e pizzicorina, dentro ai bragoni di tela spessa alla zuava, coperte dai vezzosi abitini a pois e dagli ammiccanti mini kilt scozzesi, si nascondono discrete, la mutande da ciclista, segretamente imbottite.
17 Licenze eroiche. Spingere a piedi all’Eroica non è un’onta, è una consuetudine. Su certe salite è quasi un must e su certe discese, o si spinge o si vola.
18 Eufemismi eroici. Pane e finocchiona, pane e prosciutto toscano, pane e marmellata, pane zucchero e vino, crostini toscani, crostini col burro del chianti, crostini con la salamella. Ribollita, porchetta arrosto, uova al tegamino, pecorino. Crostata alla marmellata di albicocche, di prugne, di fragole, di mirtilli, uva, cantucci, chianti, chianti, chianti.
E li chiamano “ristori”.
19 Eufemismi eroici 2. Il percorso di 46 chilometri e più di 700 metri di dislivello viene definita “La passeggiata.
20 Umorismo eroico. In bici si cade, c’è poco da fare. Se poi la bici è vintage, i ciclisti a volte pure e le strade sono sterrate, beh si cade di più. L’importante è farlo in sicurezza, cadere ma piano, si potrebbe dire. E all’eroica ci sono così tanti feriti leggeri, sbucciati, lussati, abrasi, caduti nei rovi, quelli col colpo della strega o quello di calore, che quei burloni dell’ospedale di Siena in quei giorni scrivono sull’uscita del pronto soccorso “Traguardo Eroica”.
21 Eroi Eroici. Ci sono Giancarlo, che l’ha inventata, e Luciano eroico per eccellenza che resterà sempre nei nostri cuori eroici. C’è Franco che la governa da terra facendo una fatica ancora maggiore che se la facesse in bici tre volte. Ci sono i temerari che la fanno in monopattino o in Draisina, come Matteo o quelli che la fanno in bici d’epoca direttamente da Milano, come Francesca. Ci sono tutti quelli che montano su bici antiche e antichissime e partono prima di tutti, molto prima dell’alba per fare tutti i 209 chilometri.
22 Eroi nascosti. Dietro a questa festa, a tutta questa allegria a tutta questa apparente leggerezza si cela una moltitudine di persone che lavorano indefessamente senza farsi notare per far si che tutto ciò sia possibile, sicuro e bellissimo. Sono gli eroi non manifesti di questa manifestazione: gli addetti alla logistica, alla sicurezza, ai ristori. L’assistenza tecnica, le forze dell’ordine, i soccorsi. Si svegliano prima dei ciclisti e smettono di occuparsi di noi molto dopo che l’ultimo ciclista ha tagliato il traguardo. Come Carube, che si apposta alla partenza per fare al volo le ultime modifiche alle bici o Simone di Chianti Bycicle che lungo il percorso fornisce un servizio itinerante a metà tra la standup comedy, l’assistenza tecnica e quella psicologica.
23 Ricordi eroici. E poi ci siamo tutti noi, che per lavoro, affollando come si dice h24 la sala stampa o da semplici iscritti, documentiamo l’esperienza di questi giorni creando contenuti, “ognuno con i suoi mezzi, magari arrivando a pezzi”. C’è chi lo fa con macchine fotografiche che paiono telescopi, e chi usa uno smartphone traballante per riprendersi in selfie amatoriali. Chi in auto, svegliandosi alle 3 per riuscire a cogliere le immagini più belle, inedite e davvero eroiche. E chi pedala, veloce, lento, 209 o 46, e documenta tutto il percorso, video o parole, a volte una canzone che diventa inno. Emozionanti o umoristici, giornalistici o romanzeschi. E poi per settimane, queste immagini, queste parole, questi suoni, piovono su web e giornali – quest’anno anche reti nazionali – come una nevicata di ricordi, prolungando per un po’ la meraviglia.
24 Consapevolezza eroica. In bici si sa, bisogna essere presenti al “qui e ora”, non ci si può distrarre nemmeno un attimo, altrimenti si va per terra. Ma qui di più. Guardare avanti qualche metro per prevedere ostacoli e insidie di un terreno così scosceso e dissestato, pensare ai rapporti, preparandosi in tempo a scalare se non si vuole, passando dalla salita alla discesa senza soluzione di continuità, restare immobili, effetto “dipinto a olio” e poi arrendersi e mettere il piede per terra, che poi si sa, fino in cima non c’è più verso di risalire. Il difficile qui è non farsi rapire dal bello che ci circonda, colli a perdita d’occhio paesini in pietra a far da quinta, vigneti e antichi casali. Non perdersi in chiacchiere e risate coi compagni di viaggio, non cedere alla tentazione di quel bicchiere di Chianti che ti viene offerto così gentilmente…
25 In nomen omen eroico.L’Eroica è una festa, davvero non l’hai mai fatta? Ma è bellissima! Devi venire, ci divertiamo un sacco e blablabla… La prima volta che la fai, ti sei lasciato convincere senza pensarci su. Ed è solo quando cominci a fare veramante fatica, quando non hai più fiato per parlare e mastichi polvere,, quando senti male dappertutto, le gambe di legno che tentano disperatamente di far muovere la tua vecchia bici (ma quanto pesa?!) su per una strada dritta davanti al tuo naso e invece l’unica cosa che si muove sono le pietre sotto le ruote, che il velo si squarcia e tu vedi, e improvvisamente capisci: si chiama L’EROICA, mica LA BICICLETTATA, no?
18 ott 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside