Tre regole, tre comandamenti da cui non si può scappare. Sono le basi della bicicletta eroica, per partecipare alle ciclostoriche: fili dei freni esterni al manubrio, pedali con gabbietta (o, al limite, liberi, ma niente sgancio rapido), e comandi cambio sul tubo obliquo.
Anche il materiale è definito: l’acciaio con poche eccezioni (come i telai in alluminio avvitati e incollati degli anni Ottanta, come gli Alan, per capirci). E la bicicletta può essere anche di costruzione attuale, purché rispettosa di queste regole.
E i rapporti? Si possono adattare alle esigenze della strada.
Poi c’è l’abbigliamento, che sarebbe meglio fosse coerente con la bicicletta su cui si pedala e comunque non moderno (il regolamento dell’Eroica, da cui discende anche quello delle altre ciclostoriche, parla di divieto espressamente per l’abbigliamento moderno: non presentatevi col body da cronometro, insomma) ma, proprio per questo, ci sono sul mercato pantaloncini di lana con fondelli attuali e maglie di lana di foggia antica.
L’Eroica prende come riferimento il 1987 a fare da spartiacque tra biciclette vintage e moderne. Corrisponde a 10 anni esatti prima della prima eroica ma non c’è un vero e proprio salto tecnologico in quell’anno.
Ma per avere le idee più chiare, ne abbiamo parlato con un meccanico d’eccezione: Roberto Lencion, Carube, che è stato al seguito di squadre professionistiche di alto livello e spesso le segue ancora ma è, soprattutto – per noi, grande appassionato di ciclismo vintage e spesso dà il suo supporto ai ciclisti che partono per l’Eroica.
Cosa si rischia a non rispettare le regole
Potete facilmente trovarlo al via, già dalle prime partenze di notte, a incitare ed eventualmente dare supporto ai ciclisti. Spesso ha anche dei manubri pronti, già montati con comandi e fili esterni, per mettere a norma le biciclette dei più sbadati. Anche perché, se non si rispettano le regole dell’Eroica, viene ritirato il foglio di viaggio.