Il lavoro della Lidl-Trek di oggi è stato supremo, bellissimo. Non per la potenza messa in campo o la bravura, ma per il sangue freddo che hanno mantenuto.
Davanti non c’era uno qualsiasi. Un corridore di una squadra designata a tirare, l’ultimo che mi vorrei vedere scattare su un lato della strada sarebbe Ganna. Quello che teoricamente sui quattro chilometri è il più forte al mondo. E chi lo ha inseguito sul Capo Mele ha sbagliato. O sei sicuro di riprenderlo, o aspetti che il gruppo riesca ad avvicinarsi un po’. Ganna non è uno che rallenta o che ha cedimenti.
L’errore di Ganna
Ganna però ha sbagliato, è partito troppo presto. Probabilmente lui si è trovato davanti a un dilemma classico del corridore: scegli il punto sulla mappa, vuoi scattare lì ma il momento propizio ti si presenta un chilometro prima, con il gruppo tranquillo e tu che sei già nella posizione ideale per scattare. O aspetti, rischiando che parta qualcun altro e di non trovare più la posizione ideale per partire, o parti in anticipo. E Ganna ha scelto di partire. Ma in questo modo è rimasto troppo tempo esposto agli attacchi di chi, cercando di raggiungerlo, si portava dietro il gruppo
Oltretutto, per chi non lo conoscesse, il Capo Mele è molto largo e dritto, e quindi hai l’effetto visivo di appiattimento, sembra di avere la fuga vicina, a portata di mano.
La calma vincente della Lidl-Trek
La Lidl-Trek ha non è andata in panico, nonostante sarebbe stato plausibilissimo che un fenomeno come Ganna riuscisse ad arrivare. Hanno aspettato a dare tutto a partire da dove la salita è meno dura. È vero che il rapporto peso/potenza è (quasi) tutto, e che la potenza sui 4 chilometri di Ganna è ineguagliabile. Ma esprimere questa potenza con due cambi di pendenza – dal ripido al meno ripido, e poi alla discesa – è molto più difficile. Bisogna rilanciare, per mantenere lo stesso wattaggio bisogna mentalmente ripartire. Aver aspettato il punto giusto per dare tutto è stata la chiave di vittoria della Lidl-Trek e la chiave della sconfitta di Ganna.
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