È partita dal basso, BioRacer, per un’avventura che l’ha portata al livello delle aziende più importanti del ciclismo. Una bella storia da raccontare quella di Raymond Vanstraelen che correva in bicicletta, ma al momento di passare dai pro’ ha preferito la strada più sicura di un lavoro da allenatore e poi l’azienda di abbigliamento che è ben presto diventata il marchio più importante del settore in Belgio.
Nel carnet dei clienti di BioRacer figurano le squadre più importanti del Belgio e naturalmente anche la nazionale. L’azienda partita a metà degli anni Ottanta, ha cuore e produzione tutta in Belgio, a Tessenderlo, e siamo andati a visitarla.
L’approccio che ha Bioracer verso la bicicletta è particolare e riprende direttamente l’idea del suo fondatore. Il claim “Ti rendiamo più veloce” tiene conto di tutti gli aspetti del ciclista e della bicicletta. L’abbigliamento non è il punto di partenza ma di arrivo di un ragionamento che si pone come obiettivo il far andare più forte il ciclista. E allora si studiano i materiali aerodinamici (nella Bike Valley, poco lontano, c’è una galleria del vento che permette di valutare l’impatto all’aria di ogni tessuto).
BioRacer segue anche la posizione in bicicletta. C’è un laboratorio per studiare la posizione in sella e un programma in grado di tradurre in Watt la posizione del ciclista ripresa da una telecamera frontale e due laterali. Una tecnologia che sfrutta le stesse soluzioni impiegate nel cinema per ambientare i protagonisti negli scenari virtuali. Qui si tratta solo di eliminare lo sfondo per lasciare visibile solo il ciclista e calcolarne perfettamente l’impatto al vento. Poi occorrerà valutare su strada l’effettiva efficacia della posizione (per essere sicuri che non comprometta la forza espressa), ma intanto è possibile trovare la posizione migliore valutando tutte le quote della bicicletta.
Un concetto “olistico”, lo definiscono così, della bicicletta, dove la produzione è seguita passo passo e buona parte del lavoro è eseguito a mano, compreso il taglio delle parti che compongono maglie e pantaloncini che devono seguire anatomicamente il ciclista e un team di grafici è a disposizione per studiare sempre nuove soluzioni. Solo l’applicazione del fondello ai pantaloncini è un lavoro di una pazienza infinita. E non si può sbagliare.
«L’uomo è la misura di tutte le cose – spiega Raymond Vanstraelen – e la bicicletta deve essere perfettamente corrispondente all’uomo. Grazie agli strumenti di misurazione fondati su statistiche comprovate, siamo in grado di mettere in sella perfettamente gli atleti».
Intanto a Tessenderlo, località che sa di ciclismo, si continua a lavorare alacremente sulle grafiche e sulle soluzioni tecniche per la stampa su tessuto. I grafici sono al lavoro per trovare soluzioni nuove e personalizzate per tutti i team. E hanno un bel daffare visto che Bioracer serve migliaia di atleti in tutto il mondo.
Info: http://www.bioracer.com/