La prima giornata del Mondiale Gravel 2023 volge al termine e ci ha lasciato in un turbinio di emozioni.
Come previsto dal Commissario tecnico Daniele Pontoni, in queste corse non ci si può nascondere.
Quindi le favorite della vigilia sono partite ventre a terra fin dal Piave creando subito selezione e portando via un gruppo con le nostre due capitane Silvia Persico e Gaia Realini.
Al secondo passaggio per Pieve di Soligo il gruppo al comando è composto, oltre alle nostre capitane, dalle due olandesi Lorena Wiebes e Demi Vollering, la Neozelandese Niamh Fisher-Black, la statunitense Lauren Stephens, la canadese Simone Bollard, la belga Yara Kastelijn e la polacca Katarzyna Niewiadoma seguite a circa un minuto da due gruppetti con Elena Cecchini e Letizia Borghesi al loro interno.
A cento chilometri dalla partenza i due gruppetti all’inseguimento si ricongiungono con la testa della corsa formata, a questo punto, di 15 unità con l’Italia in superiorità numerica.
Venti chilometri dopo la Niewiadoma transita sola al comando e nonostante il forcing delle Olandesi e alcune delle salite più dure del percorso si invola a conquistare il mondiale in solitaria.
Silvia Persico, dopo aver inizialmente subito il forcing delle avversarie riesce a rientrare negli ultimi chilometri e a battere allo sprint la Favorita della vigilia Demi Vollering conquistando al colpo di reni un meritatissimo argento e confermando, ancora una volta, le previsioni del Commissario tecnico Daniele Pontoni che aveva previsto che le nostre ragazze avrebbero lottato ancora una volta per il podio.
Il percorso si è dimostrato come da previsioni spettacolare ma velocissimo e la vincitrice lo ha chiuso con una media intorno ai 30 chilometri orari, davvero notevole considerando anche la presenza di salite toste sia come pendenze che come fondo.
Un plauso va all’organizzazione impeccabile dell’evento.
Unico rammarico, la mancanza della diretta televisiva da parte della Rai, aggiudicataria dei diritti televisivi, sostituiti con la trasmissione degli highlights in differita.
Ma andiamo ad analizzare le bici delle protagoniste sul Podio.
Katarzyna Niewiadoma
L’atleta polacca, che ha portato al debutto sui sentieri del Mondiale Gravel 2023 la nuova Canyon Grail CFR, non ancora presentata pubblicamente.
La nuova Grail ha abbandonato il classico manubrio “ad ala” che la caratterizzava, sostituito con un tradizionale manubrio con piega integrata.
Tutto nuovo anche il vano sul tubo obliquo per riporre gli accessori.
Per l’occasione Katarzyna ha scelto un gruppo misto con Cambio Sram XX1, pacco pignoni 10-52 eTap AXS 1×12 abbinato a comandi al manubrio, impianto frenante e guarnitura Red da 42 denti.
Le ruote erano delle Zip 303 in carbonio con gomme Schwalbe G-One RS 700×40. Pedali e scarpe stradali.
Silvia Persico
L’italiana si è presentata al via del Mondiale Gravel 2023 con una Colnago G3-X, montata con il nuovo gruppo Shimano GRX 2×12. Per il comparto ruote la scelta è caduta su delle Enve Ses 3.4, ruote in carbonio a profilo medio pensate per la strada ma con canale interno da 25 mm. Le gomme utilizzate delle Pirelli Cinturato Gravel H da 35 millimetri. Per il comparto freni si è optato per pinze GRX e dischi da 160 millimetri sia all’anteriore che al posteriore. Per i pedali la scelta è caduta sugli shimano XTR.
Demi Vollering
La forte atleta Olandese ha corso questo mondiale gravel con una Specialized Cruix S-Works. Gruppo Red eTap AXS completo 2×12 con entrambi i dischi da 160 millimetri.
Le ruote montate erano delle Roval Terra CLX con canale interno da 25 millimetri. Le gomme montate sono delle Specialized Pathfinder Pro 2Bliss Ready da 42 millimetri.
La Vollering, terza classificata all’arrivo, montava dei pedali Shimano XTR come Silvia Persico.
Da sottolineare che la loro scelta è, comunque, risultata in controtendenza rispetto alla maggior parte delle atlete di punta, che avevano optato per pedali e scarpe stradali. Come tutte le altre atlete, anche l’olandese aveva fissato sul telaio una bomboletta gonfia e ripara, ma in più aveva fissato sotto la sella un borsellino, probabilmente con attrezzi di emergenza.
Testo e immagini
Daniele Barausse e Roberto Pellizzari