Abbiamo intervistato il C.T. della Nazionale Ciclocross/Gravel Daniele Pontoni e il C.T. della Nazionale MTB Mirco Celestino per fare con loro il punto tecnico sui Mondiali Gravel che partono dal lago delle Bandie, già teatro dei Mondiali Ciclocross 2008, per raggiungere Pieve di Soligo ove si troverà il Traguardo di questo Mondiale che verrà tagliato due volte prima dell’arrivo finale che decreterà il campione del Mondo Gravel 2023.
Allora Daniele, partiamo dal percorso, che è stato un punto molto controverso lo scorso anno, con molti alla vigilia che lo hanno considerato poco gravel.
Il percorso di quest’anno ha una parte iniziale piatta ma impegnativa perchè, dopo una partenza veloce con il giro del lago che sarà molto spettacolare, si entrerà nel Piave dopo sette/otto Chilometri e già li gli atleti e le atlete incontreranno le prime difficoltà di guida.
Per i primi 70/80 chilometri troveranno tre/quattro salite belle importanti e già dalla salita di Collalto si capirà chi sarà tagliato fuori dal discorso medaglie, in quanto ormai è abbastanza chiaro che in questo tipo di gare si parte subito forte e si capisce presto chi sarà fuori dai giochi.. Dopo il secondo passaggio a Pieve di Soligo avranno 35 chilometri di pianura che non è banale con fondi di diverso tipo che si alterneranno sotto le ruote degli atleti e gli ultimi 25 chilometri con quattro/cinque salite di quelle importanti e lì si deciderà la corsa”
E per quanto riguarda l’attrezzatura? che tipo di bici useranno quest’anno gli atleti?
Gran parte degli atleti useranno una Gravel Racing o una bici di ciclocross, ma prevalentemente con un guarnitura doppia in quanto nei tratti pianeggianti si farà parecchia velocità, superiore ai 40/45 chilometri orari, ma quando la strada comincerà a salire le pendenze si faranno importanti e serviranno rapporti particolarmente corti per non pagare pegno, specialmente sull’ultima salita che potrebbe decidere la corsa.
Per quanto riguarda le gomme useranno tutti gomme poco tassellate e scorrevoli, ma con gli inserti interni per ridurre al minimo il rischio di foratura perchè qui non ci sono le ammiraglie e le feed zone sono posizionate ogni 20/25 chilometri. Il range di misura andrà dai 35 mm minimi ai 40 mm. Noi, come nazionale, abbiamo scelto una via di mezzo e abbiamo montato i Tubeless da 38 mm.
I favoriti?
Favorito fra gli uomini Wout Van Aert e fra le donne la vincitrice del Tour Demi Wollering, ma sto dicendo una bugia clamorosa.
Come mai?
Non voglio sbilanciarmi perché sono scaramantico.
E aspettative per gli italiani? Lo scorso anno avevi pronosticato che avremmo lottato per le medaglie e abbiamo portato a casa un Bronzo e un argento.
Anche domani andremo con la voglia di portare a casa qualche medaglia, per noi come nazionale ma anche per i nostri tifosi, per il nostro pubblico. Permettimi, però, di ringraziare Massimo Panighel e tutti i volontari che hanno allestito questo mondiale in così poco tempo e creato un percorso impegnativo ed esigente che farà divertire tutti coloro che verrano in strada ad assistere allo spettacolo.
Passiamo a Mirco Celestino. La tua opinione su questo Mondiale? Lo scorso anno c’erano tanti biker convocati, quest’anno un po’ meno. È stata una scelta?
Si l’anno scorso c’era più biker ed io presente anche l’anno scorso a fianco di Daniele, noi collaboriamo sempre durante la stagione, lui mi ha supportato con la sua presenza e il suo aiuto durante i campionati Europei di Mountain Bike in Portogallo con i ragazzi più giovani e anche al mondiale Marathon e quindi, quando ha chiesto il mio supporto per questo mondiale non potevo che rispondere presente in quanto, prima che colleghi, siamo amici e nutro una stima infinita nei suoi confronti per tutto quello che mi ha dato sia quando ero atleta che da quando sono diventato tecnico…
Che ne pensi del percorso?
La prima parte l’ho pedalata oggi ed è molto veloce ma bisogna stare attenti perchè il terreno è molto insidioso con molte pietre smosse, molti passaggi tecnici e quindi sarà una bella lotta fin dai primi chilometri.
Invece la parte difficile la scoprirò domani, visto che saremo divisi con diverse squadre e con tutto lo staff della Nazionale, che è composta da parecchi elementi per dare supporto ai nostri ragazzi perché questa che è una gara non facile da gestire, sembra quasi una gara Marathon di Mountain bike, in quanto ci saranno ben sei “feed zone” per rifornimenti e riparazione di eventuali guasti meccanici, ma gli atleti saranno costretti a raggiungere la feed zone per avere assistenza.
Che consigli darai agli atleti?
Per gli atleti sarà molto importante essere lucidi, saper gestire gli sforzi per mantenere il giusto colpo d’occhio ed evitare cadute e forature che rischiano di compromettere la prestazione. Sarà anche importante il lavoro di supporto di tutta la squadra ai capitani, ai ragazzi e alle ragazze che dovranno portare a casa il risultato spinti anche e soprattutto dal lavoro di tutti i componenti la squadra. E, per sua natura, questo tipo di gare rende ancora più complicato fare il lavoro di gregariato.
Insomma, dalle parole dei nostri C.T. emerge spontaneo l’entusiasmo per questo Mondiale che si annuncia veramente spettacolare e pronto per dare una fisionomia più precisa al Gravel Racing che non vuole rappresentare tutto l’universo Gravel, come il Cross Country Olimpico e la Downhill non rappresentano tutto l’universo Mountain Bike, ma, proprio come le due specialità citate, vuole porsi come punta di diamante di questo mondo e di questo modo di intendere la bici che sta attirando sempre più ciclisti di lungo corso ma anche sempre più neofiti.