Ma davvero, a conti fatti Wout van Aert è andato più forte di Mohoric al Mondiale gravel dell’8 ottobre vinto da quest’ultimo? È uno degli argomenti di questi giorni che sta facendo discutere.
Ovviamente il più forte è stato quello che ha tagliato per primo il traguardo al lordo di fortune sfortune che, nel ciclismo, hanno sempre fatto la loro parte.
Ma come è possibile se la classifica finale riporta che Wout Van Aert è arrivato al traguardo oltre 8 minuti dopo dello Sloveno? In realtà la spiegazione è estremamente semplice.
Strava riporta il tempo effettivamente pedalato, ripulito da soste e/o imprevisti, mentre il cronometraggio calcola il tempo effettivo da quando sei transitato sotto lo striscione della partenza a quando transiti sotto lo striscione di arrivo.
Diviene facile allora capire che nei tempi registrati su Strava mancano, ad esempio, tutte le soste dovute alla caduta e alle forature che hanno condizionato il campione belga.
Chi insegue, inoltre, deve cercare di dare il 100 per cento per rientrare, mentre chi è in testa può amministrare il vantaggio, questo può portare ad una prestazione superiore da parte dell’inseguitore, ma spesso non sufficiente ad annullare il vantaggio di chi si trova in fuga.
Quindi nessun mistero dietro la performance di Wout Van Aert su Strava, semmai il rammarico per il fatto che ancora una volta era corretto considerarlo il favorito alla partenza.
Piuttosto, sono altre le domande che sorgono spontanee.
La prima di tutte è meramente tecnica. Perchè, anche a parità di gomme e/o inserti, la Jumbo-Visma fora mediamente di più, specialmente su corse dove la riduzione della problematica è particolarmente sentita?
Tutti noi abbiamo visto il belga distruggere una ruota e perdere la possibilità di vincere la Roubaix 2022, come essere vittima di ripetute forature alla Roubaix 2023.
Anche a questo Mondiale è rimasto vittima di due forature e una caduta.
Considerando che alla Roubaix 2023 sia Wout Van Aert che Matheu Van Der Poel erano equipaggiati con il medesimo set di coperture e di inserti, non è che la Jumbo-Visma sbagli qualcosa nei settaggi o nella gestione delle pressioni sulla bicicletta di Van Aert?
Anche al mondiale Gravel la scelta finale è caduta su una gomma molto scorrevole come la Terreno Zero di Vittoria ma che forse non era ideale, visto che, per quanto “ripulito” rispetto alla nostra ricognizione, il fondo era spesso e volentieri sdrucciolevole e caratterizzato da pietre smosse e/o appuntite.
La scelta da Van Aert per il Mondiale Gravel 2023
Ora entriamo più nello specifico delle scelte tecniche sulla bici con cui Wout Van Aert ha corso questo Mondiale. Fino alla sera prima della gara, non aveva ancora deciso la configurazione della bicicletta che avrebbe utilizzato, ma aveva comunque scelto la bici più adatta.
Disponeva, infatti, di due Cervelo Aspero-5, quindi la Gravel racing di casa Cerveló, montate rispettivamente con gruppo Sram Red eTap AXS 1×12 e 2×12, con quest’ultima associata ad un pacco pignoni Red AXS XG-1290 10-33 o, scelta finale più probabile ma non verificata, ad un pacco pignoni Force XG-1270 10-36, attacco manubrio FSA SL-K in lega di alluminio AL2014 da 130 mm e piega Cervélo HB13 da 400 mm.
Per le ruote la scelta è caduta sulle Reserve 40-44 con profilo del cerchio in carbonio differenziato, 44 mm posteriore e 40 mm anteriore con canale interno da 25,5 mm all’anteriore e 25 mm al posteriore. Caratteristica di questi cerchi è di essere ancora Hooked, quindi con il dentino di ritenzione classico e qui potrebbe nascondersi, in parte, la risposta alla domanda sulle forature. Sarebbero migliori sistemi Hookless e Minihook (a patto di rispettare misure e pressioni consigliate dai produttori)? Non è da escluderse che il problema possa nascere proprio dalla gestione delle gomme usate dalla Jumbo-Visma o dalla combinazione con la larghezza degli pneumatici. Il dibattito è aperto (ne abbiamo parlato qui).
I mozzi sono classici Dt Swiss 240 con corpetto Ratchet EXP a 36 denti, il modello intermedio fra quelli disponibili, ma con il miglior rapporto peso/dimensione dei cuscinetti/affidabilità.
I raggi sono Sapim CX-Ray Aero a testa dritta (24 sia all’anteriore che al posteriore, incrociati in seconda).
Per i rotori la scelta è caduta sugli Sram Centerline XR Rounded da 140 mm.
Per le coperture la scelta di Van Aert era tra le Vittoria Terreno Dry e le Vittoria Terreno Zero, entrambe gomme molto scorrevoli. Scelta, quella di montare gomme ibride, condivisa tra quasi tutti i partecipanti a questo mondiale, visto il tipo e le condizioni del terreno il giorno della gara. Di certo una gomma più tassellata non avrebbe fatto la differenza anzi, avrebbe condizionato inutilmente le prestazioni nei tratti più scorrevoli del tracciato.
Alla fine la scelta del belga è caduta sulla bicicletta montata con il gruppo 2×12 con guarnitura 50-37 e pacco pignoni 10-33 o 10-36.
Dalla Bici preparata la mattina della gara sembra che la scelta sia caduta sulle Terreno Zero 700×38, a nostro avviso un po’ troppo stradali per il percorso, ma c’è da dire che alcuni passaggi che durante la nostra ricognizione erano particolarmente ricchi di pietre smosse, per la gara sono stati puliti.
Sui pedali Van Aert, da buon ciclocrossista non ha avuto dubbi e, diversamente da molti colleghi stradisti, ha scelto gli Shimano XTR, pedali da fuoristrada dal peso di 310 grammi la coppia.
foto: ©Alice Ruffin e Roberto Pellizzari