30 giu 2019 – Aru lo aspettavamo e a vederlo fuori dal gruppo ha fatto tirare un sospiro di sollievo all’Italia ciclistica. C’è Aru che è uscito a inseguire e fosse anche per fare da trampolino a Ulissi, compagno di squadra più in forma sta già dando una conferma importante visti i chilometri fatti e la temperatura bollente di questa fine giugno di estate violenta.
Tra un po’ c’è il Tour de France, e oltre alla maglia italiana si guarda e si spera per un’Italia che lasci il segno. Aru combattivo ci può stare bene già così, dopo il buio, l’operazione e le chiacchiere che avevano già innescato sospetti. La sua prestazione è un bel colpo di spugna e un’iniezione di fiducia che si aggiunge alle prestazioni interessanti già viste dal suo rientro.
Davanti Davide Formolo a fare tira e molla col vantaggio. Al penultimo giro sembrava raggiunto, la sua espressione di sofferenza in salita sembrava l’anticamera della resa, ma poi in discesa aveva riconsolidato il vantaggio, addirittura fino a 40 secondi.
Per prenderlo, uno così, tocca sudare. Oggi più che mai col clima torrido e la media più alta di ogni previsione. Non lo chiamano mica a caso “roccia”. È uno tosto, che molla solo quando non ne ha davvero più e forse anche dopo. Il morale ce lo mette lui ed è una fiducia anche per gli altri.
Sull’ultima salita, davanti a tirare arrivano i pezzi da novanta. Dopo Aru anche Bettiol a fare i conti con le energie da misurare con precisione e pure la tattica per capire chi si nasconde.
L’ultimo strappo è quello della fatica, ma il bottino è ancora importante: poco meno di trenta secondi più che sufficienti per la vittoria a Compiano, in Val di Taro. Davide Formolo è in maglia tricolore per i prossimi 12 mesi. Meritatissimo!
Secondo, sul traguardo, Sonny Colbrelli, poi Bettiol e Ulissi. È un podio di lusso.
Redazione Cyclinside