16 ago 2017 – Si sono svolti a Cosseria i funerali di Luciano Berruti, “l’eroico”, scomparso l’altro ieri a seguito di un malore mentre era in bicicletta.
Cosseria, vicino al museo che lo stesso Berruti aveva messo su con pazienza e passione. Si è radunata la sua famiglia e il popolo dei ciclostorici, quello dell’Eroica di cui Berruti era il portabandiera. Momento toccante e personale per tutti coloro che l’hanno conosciuto. Una messa di mezza estate con le “solite facce” che stavolta si son viste non per pedalare.
Noi lo salutiamo con le belle parole di Gino Cervi. Parole personali, come la bicicletta, che non è mai impersonale:
[SULLA STRADA]
A parte il fatto che lo vengo a sapere a tradimento, un pomeriggio di mezzo agosto, sulla strada, al distributore, mentre sto con in mano la pistola della benzina per fare il pieno alla Vespa.
A parte il fatto che l’Elena non ha ancora finito di dirmelo e già sta piangendo.
A parte il fatto che monto in sella, accendo il motore e parto in fretta, per non sentire lei di dietro che tira su col naso.
A parte il fatto che sotto gli occhiali le lacrime mi scappano e l’aria me le impasta nella barba.
A parte il fatto che penso che non è così che si fa, proprio come quella volta che mi parlavi di te, della Polonia e di come avevi conosciuto tua moglie e mi lasciasti lì sul più bello non appena iniziava lo sterro per andare in fuga con le mani basse sul manubrio.
A parte il fatto che una volta a Margraten, in Limburgo, siamo scesi insieme dalla bici per guardare in silenzio, da dietro a una siepe, la distesa bianca delle croci dell’Amerikaanse Begraafplats, il cimitero militare americano.
A parte il fatto che quando parlavi, con quell’accento di confine tra Liguria e Piemonte, a me sembrava che mangiassi l’aria e le parole, così come mangiavi le strade bianche con la tua Peugeot 1907.
A parte il fatto che penso che visto che prima o poi deve succedere, allora è meglio che succeda quando uno è felice: e sulla tua bicicletta anche ieri mattina sono sicuro che eri felice, vero Luciano?
“A parte il fatto che poi viene sempre qualcuno a parlarci di lui che pedala in mezzo ai campi verso il sole che gli sta davanti…”
Perché così comincia la canzone che da ieri pomeriggio mi suona nella testa, da quando l’Elena mi ha detto: “È morto il Berruti”.
È una delle ultime cantate da Guccini, parole e musica di Sergio Secondiano Sacchi. Racconta la storia vera di Giuanéla, un venditore ambulante di Sant’Angelo Lodigiano, che ha passato la vita a girare la pianura a vendere tele, tovaglioli, fazzoletti. E che aveva più di settant’anni quando l’hanno trovato morto sulla strada con la sua bicicletta.
Alla memoria di Luciano Berruti dedico allora questa canzone.
Che ti sia lieve la strada, Luciano.
Gino Cervi
La bici è uno stile di vita ,, e lui lo interpretava e lo trasmetteva !!!!