Recoaro 1000 Bike Park, ore 8:00 del mattino. Il sole splende luminoso e il cielo è limpidissimo, ma il termometro segna appena 8 gradi centigradi. Un sollievo inaspettato dopo mesi di caldo torrido. Il panorama è splendido. La giornata ideale per la prima edizione della “Bastarda 1000“. Una social ride che si svolge in un contesto unico: un percorso gravel di montagna che, partendo dal Bike Park Mille di Recoaro Mille, corre tra la Valle dell’Agno e le Piccole Dolomiti Vicentine.
Mi infilo i manicotti, sistemo la mia bicicletta e aspetto con una certa curiosità l’arrivo degli altri partecipanti: essendo un evento Gravel non so bene cosa aspettarmi, abituato come sono alla netta separazione esistente tra “stradisti” e “biker”.
E infatti mi rendo subito conto che qui regna incontrastata l’inclusività, termine molto in voga oggi ma che in questo caso non è solo uno slogan. Alla partenza le Gravel la fanno da padrona ovviamente. Ma c’è anche chi si presenta in sella ad una MTB rigida, chi ad una “front”, chi ad un “full” fino ad arrivare alle e-bike da E-enduro.
Ad accomunare tutti i partecipanti la passione per la bicicletta e la voglia di pedalare insieme, ridere, scherzare e faticare.
Il percorso è vario: un continuo susseguirsi di tratti in asfalto, lastricato, strade sterrate e perfino single tracks di un certo impegno, ma che i miei compagni di viaggio affrontano con sorprendente facilità anche in sella alle loro Gravel.
In ogni caso, il clima è rilassato e il gruppo solidale: Roberto Pelizzari, ideatore ed organizzatore dell’evento, di tanto in tanto inserisce delle soste strategiche, permettendo ai primi di ammirare il panorama, e agli ultimi, di ricompattarsi. E, durante queste pause, i consueti discorsi da ciclisti: “Sì d’accordo, il carbonio è più performante, ma vuoi mettere le sensazioni che ti da il caro buon vecchio acciaio?……”
A 10Km dall’arrivo, tappa in agriturismo per il ristoro. Ad attenderci taglieri ricolmi di Sopressa a Km 0, Speck e formaggi e, un must da queste parti, “poenta onta”. Il tutto accompagnato da un ottimo Cabernet che ritempra il fisico e solleva l’animo (non certo un pranzo da campioni, ma perfettamente in linea con la filosofia e lo spirito che anima questa giornata).
Certo, la ripartenza, dopo il lauto banchetto, non è delle più facili (e qui capisco anche il perché del nome “Bastarda”). All’arrivo mancano meno 10Km ma noto, anche con una certa preoccupazione, che ,secondo il mio Garmin, mancano ancora circa 800 metri di dislivello.
Ed infatti la strada si impenna con lunghi strappi sopra il 15%.
Ma tanta fatica viene ricompensata: il paesaggio, mano a mano che si sale diventa sempre più bello, tra boschi, pascoli e casette isolate circondate da radure che sembrano giardini. Fino a diventare splendido nei pressi di Malga Morando, con la vista libera di spaziare sui monti circostanti. In questo scenario ci fermiamo per le foto di rito che immortalano sguardi stanchi ma illuminati da una malcelata e più che giustificata soddisfazione.
E già si pensa alla prossima edizione.
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