Permettetemi una nota personale, ma sempre di ciclismo.
Oggi mi è capitato in mano un bel libro di Paolo Facchinetti: “Il Giro del 1914, il più duro di tutti”, lo avevo letto qualche anno fa e ne scrissi la recensione, sincera, su queste pagine (qui l’articolo).
Avevo avuto modo di lavorare con lui qualche anno prima, in occasione del libro sul 75° anniversario di Campagnolo. Io avevo curato le pagine tecniche, lui il racconto di Tullio Campagnolo, la parte principale del libro. Quando Gino Cervi, che faceva da regista di quel libro, (come poi di altri) mi chiese di leggere anche la sua parte per verificarne i riferimenti tecnici, io ero un po’ preoccupato: temevo di trovarmi di fronte un testo lungo e forse noioso.
Per dovere iniziai a leggerlo dunque.
Arrivato alla fine non mi ero accorto che era passato un bel po’ di tempo e, in più, mi dispiacque che fosse “già” finito. Gli scritti di Paolo Facchinetti sono così: prendono l’attenzione garbatamente e non ti mollano più. Cercai altro allora, tra cui quel libro.
Qualche tempo dopo nella posta trovai una sua email, scriveva direttamente a me. Ormai ci eravamo conosciuti, seppur non profondamente, proprio per quel primo lavoro fatto assieme.
Mi scrisse così:
“Caro Guido, ho letto oggi per caso la tua recensione del mio libro sul Giro 1914: caspita che complimenti mi fai!!!! grazie di cuore, mi ha fatto piacere. Un caro saluto. paolo”
Mi emozionò, lo consideravo un maestro ed ero già così onorato di aver accostato il mio nome al suo sulla copertina di un libro che quell’email inaspettata la conservai con cura.
Paolo Facchinetti, classe 1938, se n’è andato a giugno 2014, cento anni dopo quel Giro che raccontò così bene. Leggero e senza clamore, tanto che la sua pagina su Wikipedia ancora non è stata aggiornata. E non mi dispiace vederla così. Me lo immagino seduto da qualche parte con le gambe accavallate. Come quando si era messo a giocare con mia figlia, cuore di nonno, ad una presentazione del “nostro” libro nel museo di Bartali a Ponte a Ema, un po’ di anni fa. Sorridente e garbato.
Guido P. Rubino
La foto di apertura è tratta dal Guerin Sportivo, testata che Paolo Facchinetti diresse bene per diversi anni e che ha pubblicato un suo bel ricordo.