Bici in carbonio? Pantaloncini in lycra e ciclocomputer gps? No grazie. Da qualche anno a questa parte, per me che del genere sono diventato un appassionato e cultore, settembre è il mese in cui metto da parte la full-carbon per inforcare la bicicletta di ferro, quella che da qui a meno di un mese utilizzerò a “L’Eroica,” la regina delle ciclostoriche, quella cui partecipo ininterrottamente da nove anni, tre dei quali portando a termine il percorso lungo.
Sì, perché nella manifestazione per bici d’epoca che parte ed arriva a Gaiole in Chianti, in Toscana, puoi scegliere tra percorsi di differente gittata e diversa difficoltà, ma ovviamente tutti accomunati da importanti porzioni di percorso sulle affascinanti ed epiche strade bianche. Si va dal percorso corto di 46 chilometri e 700 metri di dislivello al percorso lungo da 209 chilometri e 3700 metri di dislivello, passando per altre tre opzioni di percorso che completano un’offerta appannaggio di tutti i gusti e tutti (o quasi) i livelli di allenamento. Come prepararli al meglio? Questo è quello che faccio io, che anche questa volta ho “nel mirino” il percorso lungo.
La Carrareccia come avvicinamento
Si chiama “La Carrareccia”, si svolge ininterrottamente da nove anni a Bolsena (VT) ed è una ciclostorica di 105 chilometri che da anni considero l’evento propedeutico alla classica di Gaiole. Anche quest’anno La Carrareccia è andata in scena la prima domenica di settembre, praticamente poco più di un mese prima de L’Eroica: anche a La Carrareccia il profilo del percorso è simile a quello de L’Eroica ed anche qui non mancano le strade sterrate, che mettono alla prova le capacità di guida sui fondi infidi. Situazioni identiche le troverò tra un mese a Gaiole, dove se farò il lungo di chilometri in programma ne avrò il doppio. Questo, almeno, è quel che succede a me, che delle ciclostoriche sono un habitué.
Se, invece, quella del 2019 è per voi la prima “Eroica”, il consiglio è comunque quello di prendere parte ad una ciclostorica prima dell’evento di Gaiole, se non altro per abituarsi al diverso assetto cui obbliga il vecchio “cavallo” di acciaio e prendere dimestichezza con i rapporti “lunghi” che avevano le biciclette di una volta. Fino a L’Eroica del prossimo 6 ottobre il calendario vintage di ciclostoriche ne propone parecchie ed appunto tutte quante rappresentano l’avvicinamento migliore per presentarsi poi nelle migliori condizioni alla classica di Gaiole.
Bici d’epoca anche in allenamento
Delle ciclostoriche disputate per abituarsi all’assetto agli allenamenti svolti con la bici d’epoca il passo è breve: anche la seconda soluzione è perfetta per preparare al meglio la “gara” di Gaiole. Quanti più chilometri ed uscite sapremo accumulare prima dell’evento con la bici d’epoca, quanto più diminuiranno le possibilità che il giorno dell’evento potremo avere problemi fisici dovuti alla desuetudine con la posizione, problemi muscolari dovuti alle moltipliche diverse e soprattutto problemi tecnici dovuti ad un mezzo non in perfetta efficienza. Ma degli aspetti meccanici parleremo più specificamente in un prossimo articolo.
Tutto un altro andare
L’utilizzo frequente del vecchio “cavallo” d’acciaio servirà a familiarizzare con le diverse condizioni e situazioni di marcia cui obbliga questo genere di bicicletta: partiamo allora dalla posizione. Quando passate dalla bici in fibra di carbonio a quella d’epoca, scordatevi di poter trasferire di sana pianta il vostro assetto da una bicicletta all’altra: rispetto a quelle moderne le vecchie bici da corsa avevano infatti geometrie, proporzioni e dimensionamenti tutti diversi.
In pratica, il modo migliore per trovare il giusto assetto sulla vecchia bici d’acciaio è prima di tutto utilizzare una misura di telaio il più possibile conforme alle proprie caratteristiche antropometriche. La conformità di cui parliamo è però una conformità rispetto ai canoni di determinazione delle misure che si usavano una volta, non quelli attuali: tradotto in pratica, su una bici d’epoca dovrete mettere in conto di ritrovarvi a pedalare con un’altezza sella leggermente più contenuta rispetto a quella attuale, di azionare pedivelle di misura inferiore e di gestire uno sterzo con un’inclinazione meno marcata di quel che si usa sui telai di oggi.
Alla prima uscita fare i conti con un assetto del genere sarà probabilmente uno shock, ma state certi che, giorno dopo giorno, riuscirete presto a fare vostra questa impostazione, al punto che poi lo shock contrario sarà all’indomani de L’Eroica, quando dalla bici d’epoca dovrete rimontare sulla full-carbon.
Usare la bici d’epoca
Un discorso analogo a quello fatto per la posizione lo possiamo estendere all’impiego del mezzo e alla fruizione dei suoi componenti: iniziamo dal peso complessivo. Anche se la vostra vecchia bici è una bici d’alta gamma, mettete in conto almeno nove chili di peso totale. Quanto meno in salita questo vi obbligherà a mettere da parte qualsiasi velleità di prestazione durante questa vostra parentesi “eroica” della stagione ciclistica.
Un discorso diverso lo possiamo fare per la pianura e la discesa, dove al contrario con una bici d’epoca potrete assaporare diverse sensazioni, se non altro a causa delle diverse caratteristiche che trasmette un vecchio telaio in acciaio e i suoi peculiari componenti. Tanto per cominciare, a differenza del carbonio, l’acciaio è materiale che “si anima” quanto più la velocità aumenta. L’acciaio è un materiale morbido, è verissimo, ma questo lo percepisci quanto più spingi forte sui pedali, quanto più le velocità e le condizioni d’uso si fanno sostenute e in due parole ti consentono di goderti tutta l’anima che solo questo materiale così vecchio ma allo stesso tempo così affascinante ha.
Passiamo alle funzionalità dei componenti: la difficoltà maggiore è in questo senso quella cui obbligano le moltipliche corte e i relativi comandi trasmissione a frizione che sono montati sul tubo obliquo: anche in questo caso due o tre uscite di rodaggio saranno sufficienti a familiarizzare. Certo è che anche quando avrete preso dimestichezza con le cambiate “libere” non sarà comunque possibile eludere i due imperativi categorici per la gestione delle trasmissioni di una volta, gli stessi che alle trasmissioni moderne sono sconosciti: primo programmare le cambiate con largo anticipo, secondo evitare cambiate sotto sforzo.
Seconda parte:
Prepariamoci all’Eroica. Guidare e preparare la bici d’epoca per lo sterrato