4 mar 2017 – Una gara particolare e dura come le Strade Bianche è un banco di prova formidabile per le biciclette e le soluzioni tecniche. Siamo andati a curiosare in mezzo alle biciclette e anche in corsa e abbiamo trovato alcune cose che vi raccontiamo.
Freni a disco
Sono la curiosità di questo periodo: servono i freni a disco sulle biciclette da corsa? Aziende e corridori sembrano essere su posizioni opposte (ne parliamo nel nostro dossier dedicato dove trovate tutti gli articoli – cliccate qui). E nella classica di Siena com’è andata? I freni a disco, praticamente, li abbiamo visti solo in partenza su due biciclette Cannondale. Poco, niente rispetto al clamore che c’è in giro o forse una presa di posizione dei corridori? Più che altro, chiedendo un po’ in giro, sembra abbia vinto la “paura del cambio ruote” dei corridori. Nelle strade strette e sterrate del senese le ammiraglie rimanevano inesorabilmente indietro (in molti casi c’era l’assistenza neutra in moto a seguire la corsa) e la paura dei corridori era di costringersi ad attese troppo lunghe per avere di nuovo la propria bicicletta in piena efficienza. Rimandati, per ora.
La misura (e il tipo) delle gomme
Questa tecnologia, invece, è ormai comunemente accettata tra i corridori: le gomme più larghe hanno senso eccome. In una gara come le Strade Bianche permettono di dare un po’ di comfort in più e non incidono sulla scorrevolezza come si temeva ai tempi delle gomme super sottili. Lo standard alle Strade Bianche erano le gomme da 25, ma più di qualcuno ha montato coperture con sezione da 28 e battistrada in grado di garantire il grip necessario anche con la pioggia. Un modo per affondare meno nel fango incontrato lungo i sentieri toscani.
La misura delle ruote
Tante sollecitazioni? Le ruote ad alto profilo non sono consigliate. Ecco allora che la maggior parte dei corridori ha optato per ruote a profilo medio o, comunque, non oltre i 50 millimetri. Anche con il comfort del carbonio delle ruote dal profilo maggiore rischiano di diventare troppo dure e perdere di aderenza quando le vibrazioni dalla strada sono eccessive. Anche la guidabilità potrebbe risentirne. Tanto più che l’edizione 2017 delle Strade Bianche è stata interessata da un vento insidioso che avrebbe creato più di qualche problema di guida a ruote con profilo eccessivo (facendo perdere anche tutto il vantaggio aerodinamico).
Quel reggisella di Nibali
Che il corridore siciliano stesse sperimentando un reggisella nuovo, regolabile, lo sapevamo. A quanto sappiamo, però, è una delle prime volte, questa, che lo utilizza anche in corsa. A che serve un reggisella regolabile e come funziona? Quello utilizzato da Nibali permette di regolare l’altezza della sella semplicemente ruotando la parte esterna. Ne avevamo già parlato qui (cliccare). Un reggisella di questo tipo può rivelarsi molto utile in discesa, quando il corridore ha meno necessità di spingere sui pedali ma ha invece bisogno di gestire meglio la distribuzione del peso sulla bicicletta. L’idea è venuta vedendo le mountain bike, dove i reggisella regolabili sono già utilizzati in diverse occasioni. Alle Strade Bianche Nibali non è andato con intenti da protagonista, che punti davvero al Tour con l’idea di dare la stoccata vincente proprio in discesa come fece Froome nell’ultima edizione?
Intanto ecco il suo reggisella speciale utilizzato nella prima parte di gara. Dopo ha cambiato bici a causa di una caduta (e ha pedalato per un po’ con la bici di Siutsou, troppo grande pure per lui:
Infine, in queste ultime due immagini, due dettagli della preparazione delle biciclette prima del via. Un meccanico attacca con del nastro trasparente, l’elenco dei tratti di sterrato, così che il corridore, durante la gara, possa sapere cosa l’aspetta:
Redazione Cyclinside