Diversi ma allo stesso tempo uguali sono i telai che Giant fornisce al team Jayco-Alula: diversi perché uno è dedicato alla salita, l’altro alle corse veloci.
Ma la geometria è identica, in entrambe i casi una geometria equilibrata, adatta per essere guidabile in discesa e scattante in salita; comune è di conseguenza la misura dell’attacco e della curva manubrio scelta dal corridore; uguale è anche il tipo di reggisella, un “integrato”, che oltre a risparmiare peso complessivo, aumenta le capacità di attutire i colpi da parte della bici; in quanto alla misura, poi, lui usa sempre una L, che corrisponde grosso modo a una 58 centimetri; le restanti differenze lo producono le ruote Cadex, che cambia in base alla gara o alla tappa, scegliendo le 50 millimetri in caso di corse veloci, le 40 millimetri in caso di gare su percorso “misto” o le 36 millimetri in caso di gare con tanta salita.
Questi i fattori chiave che consentono al nostro Alessandro De Marchi di cambiare modello di bicicletta in base al tipo di gara da affrontare, esattamente come fanno anche tanti dei suoi compagni di squadra del team australiano Jayco-Alula, che salgono in sella alla Propel se in programma c’è una corsa veloce oppure scelgono la TCR Advanced SL 0 se la gara è più imperniata sulla salita.
Proprio alla TCR Advanced SL, tra l’altro, abbiamo dedicato ampio spazio qualche tempo fa, quando questo modello celebre della gamma Giant lo avevamo provato nella rinnovata decima generazione.
Alessandro De Marchi, la Giant TCR l’ha usata di meno nel Giro d’Italia numero 2024: sì, perché le sue caratteristiche atletiche lo hanno fatto propendere più verso la Propel, che reputa in generale «più adatta per quel modello di gara attuale basato più sulle alte velocità». “Il Rosso di Buja” lo abbiamo incontrato proprio durante il Giro d’Italia numero 107, in una giornata di riposo dove ci ha dedicato volentieri dieci minuti del suo tempo.
Nella videointervista che vi invitiamo a cliccare abbiamo parlato di tecnica, di materiali attuali, ma anche di quanto la netta evoluzione tecnica degli ultimi anni abbia in qualche modo influito sullo stile di condurre le bici in corsa e addirittura sulle tattiche di gara stesse.
Interpellare un veterano come De Marchi ci sembrava la cosa migliore in questo senso, non fosse altro perché, oltre all’esperienza, qui in gioco c’è anche grande sensibilità tecnica.
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