Il ciclismo, in Italia, è partito in quarta, anzi col turbo, anzi, col 54×11 che ci piace di più. Dopo il fascino pazzesco della Strade Bianche siamo già proiettati in quella bella serie che ci porta dritti alla Milano Sanremo.
Parte la Tirreno Adriatico con una cronometro che crea curiosità e avremo giorni per discutere sui favoriti della “Classicissima di Primavera” con un occhio, naturalmente, sulla Parigi Nizza che sta già andando.
Lo stadio a cielo aperto delle strade sterrate del senese, saggiamente pensate insieme alla granfondo domenicale che ha permesso di unire due begli eventi agli appassionati (a proposito di granfondo che funzionano) ha detto che il ciclismo italiano, almeno dal lato della passione, è in buona salute. E dalla passione deriva la voglia di pedalare, anche imitare e magari coinvolgere giovani che possono prenderci gusto.
Che poi è la speranza di noi italiani, visto che il nostro ciclismo fatica a organizzarsi e spesso, anzi, sembra farsi i dispetti da solo. Oggi la leggiamo così, al solito speriamo in un nuovo Nibali che salti fuori dal cilindro della fortuna più che da un programma prestabilito e ragionato. Programmazione che pure c’è in Italia, ma troppo a macchia di leopardo che pure fa eccellere alcuni settori e magari regala campioni anche ad altre specialità.
Intanto cambia il Giro d’Italia. Un comunicato di RCS, organizzatrice della Corsa Rosa dice che la Svizzera non ha dato il permesso al passaggio della gara sulla Forcola di Livigno con conseguente intervento degli organizzatori verso un piano B che non sembra affatto male per spettacolo e tattica di corsa.
Ecco il comunicato degli organizzatori del Giro d’Italia:
Mantenere in sicurezza i Passi Alpini, come la Forcola di Livigno, comporterebbe un onere spropositato. Per questo motivo il Dipartimento Infrastrutture, Energia e Mobilità dei Grigioni (Svizzera) non ha accolto la proposta di passaggio della corsa.
Pertanto, la 15^ tappa del Giro d’Italia, Manerba del Garda – Livigno, viene variata come segue: dopo aver risalito la Val Camonica, la corsa, superata Edolo, anziché salire verso l’Aprica svolta verso il Mortirolo che si scala dal versante di Monno (pendenze massime solo negli ultimi chilometri a San Giacomo attorno al 16%). La discesa sarà su Grosio e la risalita della Valtellina fino a Bormio lungo la vecchia strada che passa da Cepina. Scalata delle Motte fino a Isolaccia seguita dalla salita al passo di Foscagno (14.6 km al 6.5%). Dopo la breve discesa dal Ponte del Rez (poco prima di Trepalle) si sale al passo di Eira dove si ritrova il percorso originale che risale la strada asfaltata lungo la pista del Mottolino.
Ecco la nuova planimetria della tappa (in apertura l’altrimetria)