di Maurizio Coccia
Dalla Ineos affiancata per quattro anni alla Quick-Step Alpha Vinyl, il cui contratto quadriennale è partito in questo 2022: per Castelli è cambiato il nome del team sponsorizzato ma non è cambiata certo la caratura, visto che la squadra che affianca da questa stagione è nella elite del circus mondiale, probabilmente la più attrezzata se si considerano le corse in linea e le Classiche.
Dai fuscelli ai corridori robusti
Appunto: a pensarci bene lo sponsor tecnico è passato da uno dei migliori team al mondo per le corse a tappe a un altro focalizzato più sulle grandi classiche. Oltre al colore delle maglie da realizzare, questo cambia moltissimo anche rispetto al tipo di capi da produrre: «Ineos era concentrata soprattutto sulle gare a tappe. Di conseguenza la maggior parte dei corridori erano asciutti magri e lineari, qui invece sono più votati alle corse di un giorno, a una diversa tipologia di gare. Le corporature sono tutte diverse»: ci spiega Andrea Peron, che per Castelli è l’uomo che da anni si occupa dei rapporti con le squadre professionistiche equipaggiate.
Peron è spesso in giro per il mondo dietro le corse, per avere direttamente dai rider il feedback sul materiale fornito, per fare da interlocutore tra il team e la Casa madre e per assecondare nel modo più preciso e rapido possibile le esigenze e le richieste di atleti di assoluto vertice.
Jakobsen e Asgren: tutto su misura
«Alla Ineos la taglia più grande era la L di Filippo Ganna – ci deve Peron – qui alla Quick-Step Alpha Vinyl, invece, abbondano le M e ci sono diverse taglie L»; sono in genere quelle dei velocisti o dei numerosi passisti tra le fila della corazzata belga.
Non mancano poi casi di corridori che a causa di una conformazione fisica particolare hanno un vestiario interamente su misura. In casa Quick-Step Alpha Vinyl il caso esemplare in questo senso è quello dell’olandese Jakobsen: «Fabio ha grandissime masse muscolari, che hanno richiesto un pantaloncino specifico. Vicino al ginocchio veste una taglia assimilabile a una M, man mano che si sale sul quadricipite si arriva quasi a una taglia XL, per poi tornare intorno al bacino a una taglia L e addirittura dal bacino in su e sul torace si fa più esile e torna alla M. In pratica, lo stesso atleta ha tre taglie diverse addosso».
Capi realizzati in modo custom sono anche quelli per il danese Kasper Asgreen: le sue gambe molto lunghe necessitano di pantaloncini di diversa lunghezza rispetto a quelli standard. Il vincitore del Fiandre 2021 ha poi spalle molto strette rispetto alla conformazione del corpo, così che tutti i giubbini e le maglie a lui destinate sono prodotti in modo custom.
Taglie standard per i più
In realtà la costruzione su misura rappresenta una porzione minima della produzione Castelli destinata ai corridori. Circa il 70 per cento dei rider, infatti, utilizza le taglie standard, identiche a quelle con livrea Quick-Step Alpha Vinyl che qualsiasi cicloamatore può acquistare dalla collezione Castelli.
Non solo, molti capi presenti nella linea Castelli sono esattamente quelli usati dai prof, con la differenza che sono proposti di serie nelle colorazioni normali, non in livrea team.
I capi realizzati ad-hoc per i corridori sono quindi eccezioni, ad esempio quelli di indumenti talmente specifici che non giustificano una commercializzazione oppure – caso più frequente – quando sono gli stessi corridori a fungere da collaudatori per capi che dopo qualche tempo In genere mesi) saranno poi introdotti sul mercato.
Ad esempio. Il nuovo body da strada BTW Suit è ad oggi in uso ai soli corridori. E – ci spiega Peron -: «con ogni probabilità sarà a breve introdotto anche in collezione».
Alaphilippe, “tradizionalista” nel vestire
Da qualche stagione a questa parte il body è il capo più utilizzato non solo per le gare contro il tempo, ma anche nelle corsa normali: i body per le gare a tappe o le grandi classiche sono utilizzati dalla stragrande maggioranza dei rider Quick-Step Alpha Vinyl, con solo qualche rara eccezione; la più illustre di queste è quella di Julien Alaphilippe.
Anche in corsa il bicampione del mondo si trova meglio con la classica maglia e il pantaloncino, proprio lui che tra l’altro è tra quelli che utilizzano un vestiario in misura standard, identico a quello che si può trovare nella collezione. Precisa Peron: «La maggior parte dei capi che usa sono in taglia S, solo per alcune cose usa la XS. Julien non ha una conformazione fisica che richieda una vestibilità particolare. Diciamo che fisicamente è perfetto».
Equipaggiare un big team
L’ufficializzazione dell’accordo con la Quick-Step Alpha Vinyl è arrivata nel tardo autunno 2021, in realtà Castelli già da un anno ci stava lavorando sodo. Per chi realizza abbigliamento, infatti, cambiare casacca del team sponsorizzato va ben oltre la semplice variazione di colore dei capi forniti: «Quando cambi squadra c’è una quantità innumerevole di variabili da tenere in conto, a cominciare dalla produzione e dai materiali che ti servono per fare determinati quantitativi. I materiali che usiamo quest’anno non sono esattamente gli stessi, almeno un venti per cento dei materiali li abbiamo innovati. Ci sono poi tante cose che possono sembrare scontate, ma che non lo sono. Ad esempio, anche un semplice cambio di colore, su un determinato tessuto può richiedere processi produttivi diversi, che significa ordini diversi o tempi diversi».
Settanta articoli diversi ciascuno
Quel che è certo è che l’impegno di uno sponsor del vestiario è davvero importante, quanto meno a livello di materiale fornito e soprattutto di organizzazione di quest’ultimo durante la stagione: «Se consideriamo i capi di abbigliamento e gli accessori, all’incirca ogni corridore ha quasi una settantina di articoli diversi che gli forniamo durante la stagione».
Pantaloncini e maglie sono ovviamente gli articoli più richiesti, perché di maggiore utilizzo: «Anche se da qualche stagione a questa parte si usano molto i body in gara, la maglia e il pantaloncino sono comunque i capi che forniamo in maggiori quantità, anche per l’allenamento. Ogni corridore riceve almeno otto maglie e otto pantaloncini a testa a stagione. Lo stessa succede per i body, che vanno da sei ad otto. Ogni corridore ha poi almeno quattro maglie antipioggia della serie Gabba».
Tutti pazzi per la Gabba
Per chi non lo sapesse, Gabba è una tipologia di maglia che Castelli ha introdotto oltre dieci anni fa, è una via di mezzo tra un antipioggia e una maglia estiva, con caratteristiche di impermeabilità, vestibilità e traspirabilità superiori.
Gabba è forse il capo di maggior successo della Castelli, che non a caso è stato imitato da molte altre aziende, e dai corridori continua ad essere assolutamente supergettonato: «I consensi maggiori nel momento in cui hanno ricevuto i nostri materiali sono sicuramente quelli che hanno riscosso tutti i nostri capi destinati alla protezione dall’acqua e a l freddo, ovvero quelli della serie Gabba, Prosecco e Ros».
Nei fatti Castelli offre al team belga un “pacchetto” di articoli per il brutto tempo che è quanto di meglio per un team che investe buona parte delle sue risorse soprattutto sulle classiche del nord, che notoriamente e tradizionalmente sono le più avversate dal maltempo e dalle condizioni climatiche avverse. Tra l’altro, se per i corridori è un benefit notevole poter contare su capi così tecnici e così isolanti, per Castelli affiancare un team così focalizzato su quella tipologia di gare, è un’occasione in più per testare, sperimentare e affinare materiali e soluzioni tecniche sempre più all’avanguardia. «Con Quick-Step Alpha Vinyl abbiamo trovato subito una grande propensione al dialogo, allo sviluppo e al contatto diretto con i corridori e lo staff – puntualizza Peron – probabilmente alludendo anche all’interlocuzione e ai rapporti un po’ piò freddi che c’erano tra lo sponsor e la “blindatissima” Ineos….
Ricerca incessante sulla aerodinamica
Isolamento e protezione dal freddo a parte, gli sforzi tecnici di Castelli sui materiali destinati ai pro sono orientati alle implementazioni aerodinamiche. Ricordiamo sempre che l’incidenza aerodinamica a carico del corpo rappresenta il 75 per cento dell’economia aerodinamica del corridore (il restante 25 per cento è a carico del mezzo).
Castelli ha fatto già tantissimo in passato con i vari team che ha sponsorizzato, ma non è certo un fattore che autorizza a non investire in ricerca e sperimentazioni, se non altro perché, come ci ricorda Peron: «L’efficienza aerodinamica dei capi non va considerata in maniera assoluta, ma è in relazione al tipo di corporatura».
Significa che, un tessuto che può risultare aerodinamico per un corridore, ma su un altro rider non assicura gli stessi effetti o se preferite significa che un tessuto o un taglio realizzato per un rider in taglia S può non dare gli stessi valori aerodinamici su un corridore “L”.
Test specifici per ogni rider
Nei fatti questo è il motivo per cui Castelli cerca per quanto possibile di continuare a fare test specifici in velodromo o in galleria del vento personalizzati per ogni corridore: «Quel che funzionava a cronometro per Filippo Ganna non è detto che possa funzionare per un altro della Quick Step – puntualizza Peron – A gennaio abbiamo lavorato molto nel velodromo di Valencia con i corridori, in più abbiamo fatto altri test in galleria del vento a Milano. In particolare stiamo lavorando molto sui body da strada chiamati Sanremo». Appunto: la Classicissima è alle porte, è la più veloce delle Classiche, quella che si può vincere o perdere anche per un colpo di pedale in più o in meno o – perché no – per un body poco più aerodinamico rispetto a un altro.
Ulteriori informazioni: https://www.castelli-cycling.com/it
25 feb 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside
Ciao, mi chiamo Gigi e da anni vi seguo su questo sito.
In questo articolo è scritto testualmente: “La bicicletta di un corridore è comunque alla portata di tutti”.
Vi rendete conto che le bici top di gamma delle principali marche (Trek, Specialized, Cannondale, Colnago, ecc.), ovvero proprio quelle usate dai corridori, hanno ormai un costo intorno ai 14/15 mila euro ?
Secondo voi, questo è un costo alla portata di tutti ?
Forse era meglio scrivere che una bici da corsa di gamma medio-alta, ottima per un amatore anche se non paragonabile a quelle dei corridori, è alla portata di tutti.
Salve Luigi, hai ragione. Ovviamente si tratta di biciclette speciali e magari non “necessarie” a tutti. Ma come valore assoluta siamo nei limiti di qualcosa di acquistabile con le dovute proporzioni rispetto ad altri sport dove si parla di centinaia di migliaia di euro.
PS
forse volevi commentare l’articolo: https://cyclinside.it/quande-il-momento-di-cambiare-la-bicicletta/