Il raggiungimento del VO2MAX, durante un’uscita in bicicletta, solitamente è indicato dal verificarsi di uno di questi eventi:
- ti sorpassa un veicolo del parco rotabile anni ’60, tipicamente un Ciao alimentato a olio o un Lupetto OM a carbone;
- ti telefonano i tuoi genitori.
Il secondo caso si verifica tipicamente a metà di salite sterrate ripidissime: il telefono, nello zaino, comincia a squillare e lo smart-watch, premurosamente, ti informa che si tratta di tua madre o tuo padre.
Il primo istinto dell’animale sano è di ignorare la chiamata, ma questo metodo funziona solo per due/tre squilli, dopo di che, il senso di colpa prende il sopravvento e ti costringe a rispondere, perché non si sa mai..
Così ti fermi (driiin!), ti puntelli come puoi per non scivolare a valle (driiin!), ti slacci lo zaino (driiin!), provi ad aprire la zip con i guanti anche se sai perfettamente che non è possibile (driiin!), ti togli un guanto, che ti cade immancabilmente fra i rovi a bordo strada (driiin!), prendi il telefono e rispondi.
«Ciao, tesoro,» dice una voce allegra nell’auricolare. «Hai il fiatone, sei in bicicletta?»
La confezione delle cuffie Shokz
Per ovviare a simili inconvenienti, l’unica soluzione è dotarsi di auricolari che permettano di rispondere anche durante la pedalata.
Gli auricolari, però, hanno diversi lati negativi:
- quelli wireless, se non sono specificamente studiati per l’utilizzo durante attività fisica, tendono a cadere, di solito in luoghi dove è impossibile recuperarli;
- gli auricolari wired, di contro, aumentano l’entropia del sistema-ciclista con l’aggiunta di un filo che si impiglia inevitabilmente negli spallacci dello zaino e/o nei lacci del casco;
- entrambe le tipologie di prodotto, comunque, devono essere infilate nelle orecchie, cosa che riduce sensibilmente la capacità di ascoltare i rumori circostanti con conseguenze potenzialmente nefaste.
A Giugno del 2021 condivisi questi pensieri con quello che è il think-tank del ciclismo nostrano, ovvero il gruppo Facebook Io So Montare Le Bici e qualcuno rispose che aveva risolto il problema con le cuffie a conduzione ossea.
Incuriosito, comprai le mie prime AfterShokz Titanium AS600SG e, praticamente, non me le tolsi più. Ne regalai un paio anche al mio amico Vittorio, che di mestiere ripara alberi di barche a vela e che, così, poteva rispondere alle chiamate anche quanto era appeso a una drizza a a trenta metri di altezza.
La rottura del mio primo paio di Shokz
A Novembre dello scorso anno, però, il secondo paio di Titanium da me acquistato ha smesso di funzionare. Più precisamente, l’auricolare destro non funzionava più. La garanzia era scaduta da poco, ma il servizio clienti – piacevole sorpresa – me le ha sostituite ugualmente con il nuovo modello, le OpenMove.
In diciassette mesi di utilizzo, le Titanium prima serie avevano mostrato alcuni innegabili difetti:
- la fragilità del punto di unione fra gli auricolari e il corpo della cuffia (v.foto), cosa che, nel caso ve lo foste domandato, aveva generato la necessità di comprare un secondo paio di cuffie;
- la tenuta non sempre stagna del tappo della presa USB per la ricarica;
- la resa variabile del microfono: alcune persone sentivano bene quando le chiamavo, altre male.
Le nuove cuffie OpenMove della Shokz hanno perso l’After nel nome dell’azienda e con esso, apparentemente, anche i difetti di funzionamento della precedente versione.
La linea degli auricolari – almeno, nel modello da me provato – è meno aggraziata di quella delle Titanium, ma decisamente più robusta.
La copertura in gomma della presa USB-C si chiude senza problemi, permettendo alle cuffie di resistere a sudore e pioggia battente (sono certificate IP55).
La trasmissione del suono, infine, è decisamente migliorata e nessuno si lamenterà con voi perché non capisce cosa state dicendo – a meno che, ovviamente, non stiate pedalando controvento.
Un video sulle cuffie Shokz
Su YouTube potete trovare diversi test della qualità del suono delle cuffie Shokz, realizzati per lo più da mitomani asiatici con improbabili accenti inglesi e schemi razionali simili a quelli dei cartoni animati di Zig & Sharko.
Per quanto le Shoks suonino piuttosto bene, è chiaro che la resa sonora di una cuffia a conduzione ossea non potrà mai essere paragonabile a quella di un auricolare tradizionale; in compenso, però, la tecnologia delle cuffie Shokz aumenta la vostra consapevolezza dell’ambiente circostante, dal cinguettio degli uccellini, al fruscìo di una Tesla che si avvicina furtiva alle vostre spalle.
Quindi, se preferite il piacere di un suono puro e cristallino alla certezza di tornare a casa dopo l’allenamento, indossate pure delle Bose in-ear; se, al contrario, non volete diventare la versione 2.0 del Dodo, scegliete qualcosa che suoni un po’ meno bene, ma che lasci le vostre orecchie libere e non vi esponga al rischio di prendere una multa per violazione dell’art. 173 comma 2 del Codice della Strada, con sanzioni pecuniarie variabili da 422 a 1.697 Euro..
Riassumendo: le cuffie a trasmissione ossea Shokz sono un ottimo prodotto, utile per chiunque abbia la necessità o il desiderio di ascoltare musica o parlato senza isolarsi dal Mondo circostante e senza assumere quell’aura da adolescente introverso/disadattato che le cuffie tradizionali conferiscono a chiunque le indossi.
Personalmente, oltre che quando vado in bicicletta, le utilizzo per rispondere al telefono mentre guido, per le tele-conferenze di lavoro, per ascoltare musica o audio-libri quando vado a correre e per le lezioni di Scacchi durante l’ora dell’aperitivo.
Sono talmente abituato a utilizzarle che l’ultima volta che ho preso l’aereo, ho fatto tre turni di metal-detector (con progressiva spoliazione e imbarazzo) prima di accorgermi di averle ancora addosso.
La (curata) confezione delle OpenMove contiene:
- le cuffie (e vedi un po’..);
- un cavo USB-C per la ricarica;
- una borsa per il trasporto che non userete mai;
- degli adesivi per cambiare il colore degli inserti;
- un manuale di utilizzo.
Per una volta nella vita, leggete il manuale: è semplice, chiaro e illustra delle funzioni aggiuntive delle cuffie che altrimenti non conoscereste mai, come le due modalità di equalizzazione (una per la musica e una per audio-libri e podcast) o il Multipoint Paring che vi permette di associare le vostre cuffie a due dispositivi contemporaneamente.
Prezzi
I prezzi delle cuffie Shoks vanno dagli 85 Euro delle OpenMove ai 189 Euro delle OpenRun Pro.
I modelli coprono un’ampia gamma di utilizzi, dalle cuffie con microfono esterno alle OpenSwim con certificazione IP68, per ama ascoltare musica mentre nuota in piscina o suda veramente tanto.
Caratteristiche tecniche delle OpenMove:
Utilizzo continuativo: | 6 ore |
Tempo di ricarica: | 2 ore |
Standby: | Fino a 10 giorni |
Bluetooth: | 5.1 |
Certificazione: | IP55 (sudore) |
Peso: | 29g. |
Ricarica: | Via cavo USB-C |
Microfono: | Doppia riduzione del rumore |
Garanzia: | Due anni |
Prezzo: | 85 Euro |
Il raggiungimento del VO2MAX, durante un’uscita in bicicletta, solitamente è indicato dal verificarsi di uno di questi eventi:
- ti sorpassa un veicolo del parco rotabile anni ’60, tipicamente un Ciao alimentato a olio o un Lupetto OM a carbone;
- ti telefonano i tuoi genitori.
Il secondo caso si verifica tipicamente a metà di salite sterrate ripidissime: il telefono, nello zaino, comincia a squillare e lo smart-watch, premurosamente, ti informa che si tratta di tua madre o tuo padre.
Il primo istinto dell’animale sano è di ignorare la chiamata, ma questo metodo funziona solo per due/tre squilli, dopo di che, il senso di colpa prende il sopravvento e ti costringe a rispondere, perché non si sa mai..
Così ti fermi (driiin!), ti puntelli come puoi per non scivolare a valle (driiin!), ti slacci lo zaino (driiin!), provi ad aprire la zip con i guanti anche se sai perfettamente che non è possibile (driiin!), ti togli un guanto, che ti cade immancabilmente fra i rovi a bordo strada (driiin!), prendi il telefono e rispondi.
«Ciao, tesoro,» dice una voce allegra nell’auricolare. «Hai il fiatone, sei in bicicletta?»
La confezione delle cuffie Shokz
Per ovviare a simili inconvenienti, l’unica soluzione è dotarsi di auricolari che permettano di rispondere anche durante la pedalata.
Gli auricolari, però, hanno diversi lati negativi:
- quelli wireless, se non sono specificamente studiati per l’utilizzo durante attività fisica, tendono a cadere, di solito in luoghi dove è impossibile recuperarli;
- gli auricolari wired, di contro, aumentano l’entropia del sistema-ciclista con l’aggiunta di un filo che si impiglia inevitabilmente negli spallacci dello zaino e/o nei lacci del casco;
- entrambe le tipologie di prodotto, comunque, devono essere infilate nelle orecchie, cosa che riduce sensibilmente la capacità di ascoltare i rumori circostanti con conseguenze potenzialmente nefaste.
A Giugno del 2021 condivisi questi pensieri con quello che è il think-tank del ciclismo nostrano, ovvero il gruppo Facebook Io So Montare Le Bici e qualcuno rispose che aveva risolto il problema con le cuffie a conduzione ossea.
Incuriosito, comprai le mie prime AfterShokz Titanium AS600SG e, praticamente, non me le tolsi più. Ne regalai un paio anche al mio amico Vittorio, che di mestiere ripara alberi di barche a vela e che, così, poteva rispondere alle chiamate anche quanto era appeso a una drizza a a trenta metri di altezza.
La rottura del mio primo paio di Shokz
A Novembre dello scorso anno, però, il secondo paio di Titanium da me acquistato ha smesso di funzionare. Più precisamente, l’auricolare destro non funzionava più. La garanzia era scaduta da poco, ma il servizio clienti – piacevole sorpresa – me le ha sostituite ugualmente con il nuovo modello, le OpenMove.
In diciassette mesi di utilizzo, le Titanium prima serie avevano mostrato alcuni innegabili difetti:
- la fragilità del punto di unione fra gli auricolari e il corpo della cuffia (v.foto), cosa che, nel caso ve lo foste domandato, aveva generato la necessità di comprare un secondo paio di cuffie;
- la tenuta non sempre stagna del tappo della presa USB per la ricarica;
- la resa variabile del microfono: alcune persone sentivano bene quando le chiamavo, altre male.
Le nuove cuffie OpenMove della Shokz hanno perso l’After nel nome dell’azienda e con esso, apparentemente, anche i difetti di funzionamento della precedente versione.
La linea degli auricolari – almeno, nel modello da me provato – è meno aggraziata di quella delle Titanium, ma decisamente più robusta.
La copertura in gomma della presa USB-C si chiude senza problemi, permettendo alle cuffie di resistere a sudore e pioggia battente (sono certificate IP55).
La trasmissione del suono, infine, è decisamente migliorata e nessuno si lamenterà con voi perché non capisce cosa state dicendo – a meno che, ovviamente, non stiate pedalando controvento.
Un video sulle cuffie Shokz
Su YouTube potete trovare diversi test della qualità del suono delle cuffie Shokz, realizzati per lo più da mitomani asiatici con improbabili accenti inglesi e schemi razionali simili a quelli dei cartoni animati di Zig & Sharko.
Per quanto le Shoks suonino piuttosto bene, è chiaro che la resa sonora di una cuffia a conduzione ossea non potrà mai essere paragonabile a quella di un auricolare tradizionale; in compenso, però, la tecnologia delle cuffie Shokz aumenta la vostra consapevolezza dell’ambiente circostante, dal cinguettio degli uccellini, al fruscìo di una Tesla che si avvicina furtiva alle vostre spalle.
Quindi, se preferite il piacere di un suono puro e cristallino alla certezza di tornare a casa dopo l’allenamento, indossate pure delle Bose in-ear; se, al contrario, non volete diventare la versione 2.0 del Dodo, scegliete qualcosa che suoni un po’ meno bene, ma che lasci le vostre orecchie libere e non vi esponga al rischio di prendere una multa per violazione dell’art. 173 comma 2 del Codice della Strada, con sanzioni pecuniarie variabili da 422 a 1.697 Euro..
Riassumendo: le cuffie a trasmissione ossea Shokz sono un ottimo prodotto, utile per chiunque abbia la necessità o il desiderio di ascoltare musica o parlato senza isolarsi dal Mondo circostante e senza assumere quell’aura da adolescente introverso/disadattato che le cuffie tradizionali conferiscono a chiunque le indossi.
Personalmente, oltre che quando vado in bicicletta, le utilizzo per rispondere al telefono mentre guido, per le tele-conferenze di lavoro, per ascoltare musica o audio-libri quando vado a correre e per le lezioni di Scacchi durante l’ora dell’aperitivo.
Sono talmente abituato a utilizzarle che l’ultima volta che ho preso l’aereo, ho fatto tre turni di metal-detector (con progressiva spoliazione e imbarazzo) prima di accorgermi di averle ancora addosso.
La (curata) confezione delle OpenMove contiene:
- le cuffie (e vedi un po’..);
- un cavo USB-C per la ricarica;
- una borsa per il trasporto che non userete mai;
- degli adesivi per cambiare il colore degli inserti;
- un manuale di utilizzo.
Per una volta nella vita, leggete il manuale: è semplice, chiaro e illustra delle funzioni aggiuntive delle cuffie che altrimenti non conoscereste mai, come le due modalità di equalizzazione (una per la musica e una per audio-libri e podcast) o il Multipoint Paring che vi permette di associare le vostre cuffie a due dispositivi contemporaneamente.
Prezzi
I prezzi delle cuffie Shoks vanno dagli 85 Euro delle OpenMove ai 189 Euro delle OpenRun Pro.
I modelli coprono un’ampia gamma di utilizzi, dalle cuffie con microfono esterno alle OpenSwim con certificazione IP68, per ama ascoltare musica mentre nuota in piscina o suda veramente tanto.
Caratteristiche tecniche delle OpenMove:
Utilizzo continuativo: | 6 ore |
Tempo di ricarica: | 2 ore |
Standby: | Fino a 10 giorni |
Bluetooth: | 5.1 |
Certificazione: | IP55 (sudore) |
Peso: | 29g. |
Ricarica: | Via cavo USB-C |
Microfono: | Doppia riduzione del rumore |
Garanzia: | Due anni |
Prezzo: | 85 Euro |