20 dic 2019 – L’inverno è alle porte e la prima “botta” di freddo con neve a basse quote l’abbiamo vista da pochi giorni. Uscire in bici in questi mesi, quindi, non è sempre consigliabile per tutti. Perciò proliferano da anni le soluzioni indoor per chi desidera mantenere o riconquistare una certa condizione fisica almeno nelle performance di pedalata.
Soluzioni che si sono evolute sempre di più, in efficienza per quanto riguarda il realismo di pedalata, ma anche nelle possibilità di creare un vero e proprio allenamento tra le mura domestiche. Anzi, per certi tipi di lavoro specifico avevamo visto come l’utilizzo di un rullo evoluto potesse permettere anche allenamenti di maggiore efficacia. Ne avevamo già parlato su Cyclinside in questo articolo.
Di strada nel settore ne è stata fatta nell’ambito della simulazione della pedalata da fermi, con bici e senza bici, con i “roller”, a nastro o a “cavalletto”, con dispositivi e dinamiche di utilizzo più o meno “ancorate” a terra o meno, che si differenziano nell’impiego o meno di determinati distretti muscolari. In questo caso analizziamo un dispositivo che rappresenta l’eccellenza di quelli più statici che, dal canto loro, risultano essere anche facili e immediati da utilizzarsi anche da parte di utenti meno esperti. Oggetti del genere, pur pensati e collaudati dai team professionisti, possono essere infatti validi strumenti per l’allenamento cardiovascolare e muscolare delle gambe pure per chi iniziasse da zero un’attività fisica degna di chiamarsi “sportiva”.
Primo contatto con il Neo 2T di Tacx
Nel recentemente rinnovato listino Garmin-Tacx, il Neo 2T figura come il modello più moderno, completo e versatile nell’alto di gamma. Riunisce robustezza e compattezza, doti che lo rendono unico nel suo genere e design, allo stesso tempo funzionale e attraente.
Gli ingombri sono da record per la categoria a “trasmissione diretta”, quelli che cioè prevedono di collocare la bici senza la ruota posteriore sopra alla propria struttura dove, alla dotazione di serie, va solo aggiunto il pacco pignoni preferito. Nessun cassetta è inclusa nel prezzo ma può lavorare con elementi Shimano, Campagnolo o Sram da 8 a 12 velocità, con ogni tipo di asse salvo che con il 135x10mm, con il quale richiede un adattatore specifico.
In questo caso il “look” a molti può richiamare una navicella spaziale dalle magri ali pieghevoli, come poteva essere ad esempio la classe Upsilon di Star Wars. Sono proprio i supporti laterali che rendono questo prodotto così speciale alla vista: essendo progettati “cavi” ma con solidi piloni, da aperti trasmettono sensazioni oculari proprie del ciclismo, come dinamicità e resistenza agli sforzi, mentre da ripiegati aiutano moltissimo a rendere accettabile il parcheggio dell’attrezzo anche in un moderno salotto di casa, senza eccedere nello spazio utilizzato e, sopratutto, senza costituire un pericolo di inciampo.
Quando è chiuso, infatti, il Neo 2T sfrutta proprio lo spessore dei suoi elementi ripiegati al centro per impedire contatti accidentali con le parti più sporgenti, sopratutto il pacco pignoni dal lato destro. La cura e attenzione ai dettagli non termina qui: perfino il supporto per la ruota anteriore negli anni ha vissuto varie revisioni, fino ad arrivare a un migliori compromesso fra dimensioni, stabilità e ancora una volta design: ora infatti riprende completamente i materiali e i colori del “device” principale, mentre su modelli precedenti gli abbinamenti non erano sempre corrispondenti. Da aperto il Neo 2T misura 75cm di lunghezza per 58 di larghezza, con un’altezza massima di 55cm. Da chiuso l’ingombro scende a terra per soli 62 e 26 centimetri con 44 di occupazione in altezza. Privo di una specifica maniglia, si sposta comunque con discreta facilità.
La tecnica ai massimi livelli
Stabilito che i suoi progettisti abbiano posto grande attenzione agli aspetti esteriori, anche la sostanza non si fa desiderare. Si parte dal nome: Neo 2T, dove la “T” sta per “Torque”. Se infatti è simile al suo predecessore Neo, è proprio nella possibilità di offrire una resistenza più elevata dove prima si riscontravano azioni di slittamento a seguito di intensi colpi di pedale. La leggera possibilità di movimento che è esclusiva di questo attrezzo, permette di supportare meglio i lavori di potenza, con maggiore realismo e, in definitiva, minore stress anche per il telaio.
I miglioramenti più importanti hanno toccato altre aree di sicuro interesse: è più silenzioso e ancora più preciso nella lettura della potenza erogata, ancora più immediato nella “risposta” ai cambi di pendenza. La sua sostanziale riprogettazione vede l’aggiunta delle rilevazione di potenza tra gamba destra e sinistra, in grado di simulare pendenze fino al 25% ma anche le discese se collegato alla corrente elettrica ed i cambiamenti di superfice del terreno.
Il peso totale, ora da 21,5 chilogrammi e la robustezza dei bracci e delle basi di appoggio a terra lo rendono sicuro e difficilmente poco cagionevole di rischio di caduta della bici, a patto naturalmente di serrarla bene sull’asse posteriore. Un altro vantaggio innegabile rispetto a qualunque modello a resistenza posteriore è dovuto anche al corretto assetto in sella che, al contrario, laddove la ruota doveva essere rialzata da terra, poteva essere talvolta più sbilanciato in avanti. Rispetto al primo Neo, spiccano due caratteristiche sensibilmente differente. In primis i nuovi magneti, in grado di offrire meno spostamento d’aria e rumore rispetto a prima.
Meno vibrazioni, resistenza più docile: un’esperienza complessivamente diversa e più “realistica” senza disturbare troppo. Decibel alla mano, siamo a livello da record per il genere: significa che si potranno usare più facilmente in casa anche a orari un tempo impensabili. E poi, per concludere le novità hardware, fanno sentire i loro benefici anche i nuovi sensori di rilevamento capacitivi, che identificano con precisione la posizione delle gambe allo scopo di rendere la pedalata sempre più “tonda” e fedele allo scenario simulato. Si parla di un’inerzia più credibile nel momento in cui si apprezza l’effetto della spinta di un rapporto lungo in pianura e la seguente “ripresa” della pedalata, ben diversa da quella dopo aver invece insistito sul pignone grande in una salita rapida. È con oggetti come questi che il ciclismo è e diventerà sempre di più uno degli sport più adatti nel simulare un impegno e un’azione fisica sempre più vicini alla realtà.
Dulcis in fundo, come accennato il Neo 2T Smart non necessità di alimentazione elettrica di rete: è autonomo per gran parte del lavoro richiesto e a cui gli utenti sono già abituati. Costringe a connettersi a rete solo per attivare il simulatore di discesa, utile sopratutto nei percorsi con video, ed è consigliabile anche in caso di utilizzo in parallelo di più dispositivi o durante eventi su Internet, allo scopo di minimizzare eventuali tempi di “risveglio”.
Connettività e funzioni smart: l’engaging del ciclista
Al Neo 2T non manca nessuno degli standard più diffusi per “parlare” con qualunque dispositivo di comando, grazie a un supporto pieno ANT+ FE-C e Bluetooth. Smartphone, tablet e computer di qualunque brand possono essere usati indifferentemente per far “girare” i software preferiti. La compatibilità sia hardware sia software di Tacx, diversamente da altri concorrenti, è stata infatti sempre presa con religiosa serietà, pertanto da sempre i trainer olandesi sono i più gettonati soprattutto dalle applicazioni di “terze parti” rispetto ai produttori di trainer. Le App “non ufficiali” presentano il vantaggio di poter connettere sotto un’unica piattaforma tanti utenti nel mondo grazie alle sempre più allargate community che hanno saputo creare da anni. Basti citare casi di successo come Kinomap, a fianco degli eventi ufficiali del Tour de France. O di Zwift, che partendo da mondi “virtuali” assai semplice è arrivata a essere ufficializzata come piattaforma scelta per i primi mondiali di ciclismo “digitali” nel 2020 da parte dell’Uci.
Ma alla base di tutto c’è il nuovo software varato da Garmin-Tacx, chiamato semplicemente Tacx Training. Si tratta di un nuovo “ambiente” di allenamento completamente riprogettato che rinnova dopo anni di onorato servizio la Tacx Cycling App, ricordata da molti come uno dei primi marketplace per video di qualità. Al di là di un primissimo impatto grafico più moderno e adatto anche a schermi di grandi dimensioni, saltano subito agli occhi differenze decisamente ampie rispetto al passato. Si parte da una immancabile modalità Workout dall’utilizzo immediato e dalle grandi possibilità di scelta. Ancora meglio il sottoprodotto Training room, dove esiste la possibilità di fare sfide impegnative nell’arco di un tempo limitato oppure pianificare lavori di ogni intensità e specie per raggiungere qualunque obiettivo: livello generale di fitness, aumento della forza o miglioramento dei tempi di recupero, per iniziare. Nella fase due, la Brickwork, si iniziano a mettere le basi per raggiungere ogni obiettivo dinamico desiderato: dal miglioramento della FTP fino a specifici obiettivi di performance compatibili con le diverse necessità, dall’endurance alla cronometro. La parte più “giocosa”, ricca, divertente e divulgativa è quella degli allenamenti basati sui video.
Già cavallo di battaglia della precedente edizione, in questo rinnovato software il modello di funzionamento però è molto differente. Si è migrati infatti dalla possibilità di acquisto di singoli percorsi a un più moderno utilizzo “cloud” dei video, dove il database a disposizione conta già di almeno 150 differenti unità, tutte a disposizione a un prezzo particolarmente accessibile. Si parte infatti da 9,99€ al mese in qualità 720p e un limite di 30 video al mese e si arriva ai 13,99€ per il full HD; in entrambi i casi, esiste l’equivalente risparmio con pagamento su base annua a 99,99€ o 139,99€ in un’unica soluzione.
Grazie a questa nuova possibilità di scelta, i percorsi sono sempre più dettagliati, grazie anche allo stimolo per gli sviluppatori di poter attrarre interesse anche su tratti meno celebri. Una buona idea introdotta da Tacx Training è anche la possibilità di poterli “spezzare” in segmenti: ogni video infatti presenta l’opzione “subcourse” per selezionare tratti già o meno impegnativi. Non essendoci più il vincolo all’acquisto del singolo video, infatti, ora non serve proporre solo segmenti lunghi adatti a “ripagare” l’investimento. In una stessa giornata, con facilità e senza “ansia” nella spesa, si potranno quindi provare anche dei tratti brevi di diversi video registrati nel mondo: dalla piatta Olanda fino alle Tre Cime di Lavaredo. Bene notare che grazie a questa crescente quantità di video sono stati scelti tratti di strada prevalentemente iconici nella storia del ciclismo: ci sono tratti di gare classiche professionistiche, molte granfondo e perfino i circuiti dei campionati del mondo.
Ulteriori informazioni: https://buy.garmin.com/it-IT/IT/c16483-p1.html e https://tacx.com/it/
Alex D’Agosta
Me lo immagino quel bel tappeto in che condizioni possa trovarsi dopo un’oretta …. :D