E-bike non significa pedalare “gratis”. La diffusione di questo tipo di bicicletta, anzi, sta mettendo in evidenza come anche con la pedalata assistita si possano avere benefici notevoli a livello fisico e un allenamento che può essere ben speso anche con la bicicletta “tradizionale”, magari facendo già le prime uscite di allenamento con distanze più lunghe di quanto non si farebbe con le proprie sole forze.
Visto che la fatica viene distribuita tra muscoli e motore, vale la pena ragionare su come ottimizzare il funzionamento degli uni e dell’altro. Il motore non si lamenterà della troppa fatica, al massimo, nei tratti più difficili, potrebbe non essere sufficiente a dare il suo supporto, lasciando ai muscoli una richiesta di energia in più.
Però il motore, così come i muscoli, ha il suo modo di dire di essere affaticato: stancandosi in anticipo. Ecco perché va trattato proprio come un muscolo.
Come motorini?
Senza entrare in note legali (la diffusione delle e-bike sta portando a tantissimi modelli truccati e/o chiaramente illegali) non si deve considerare la bicicletta di questo tipo come un supporto perfetto dove basti attivare il motore per poi andare senza preoccuparsi di altro. La bicicletta a pedalata assistita nasce proprio pensando all’integrazione della forza muscolare. Se le facciamo fare sforzi anomali il motore si affaticherà anzitempo portando a un consumo energetico esagerato con la conseguenza di avere minore autonomia.
Il motore è un muscolo (in più)
Ecco, questa cosa va ricordata, per chi pedala già, e imparata per chi si avvicina alla bicicletta a pedalata assistita: per poterne sfruttare al meglio le capacità il motore deve essere trattato… come un muscolo.
Quindi attenzione a non cadere nell’errore classico di pensare che “tanto c’è il motore” e dimenticare di usare i rapporti (cambio e deragliatore sono solitamente disponibili in tutte le e-bike). D’altra parte, anche se non si ha esperienza, si noterà come una partenza con un rapporto più corto sarà più immediata che non lasciando un rapporto troppo lungo. E questo in tutte le fasi di pedalata (pensiamo, ad esempio, all’andare in salita).
Infine, e qui pensiamo sempre ai principianti, conviene abituarsi a non tenere sempre il sistema al massimo dell’assistenza. Imparare a dosare anche lo sforzo fisico e quello del motore aiuterà a migliorarne efficienza e autonomia.
Occhio alla velocità
Parliamo, ovviamente, di biciclette a norma e non dei (troppi) modelli truccati che si vedono in giro. Un’e-bike è in grado di procedere, anche se solo a 25 chilometri orari, in maniera spedita dove altre biciclette normalmente vanno piano. Il pedone non sempre si aspetta questa velocità, tanto più che la bicicletta è comunque silenziosa. Occorre tenerne conto per evitare spiacevoli incidenti anche a prescindere dal diritto di passare rispetto ai pedoni (ad esempio sulle ciclabili – e non ciclopedonali – dove i pedoni non dovrebbero passare).
Attenzione quindi. A margine, va ricordato che se una bicicletta non è a norma si sta conducendo un mezzo equiparato a un motorino elettrico, quindi si stanno violando una serie di leggi (a cominciare dalla mancata immatricolazione) che possono portare, nel migliore dei casi, a un sequestro del mezzo. Nel peggiore dei casi si rischiano grandi responsabilità in caso di incidente (paradossalmente, anche avendo ragione nella dinamica del sinistro).
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