6 ott 2020 – Pochi millimetri a fare la differenza dopo 140 chilometri: ecco la volata di oggi.
Ma cos’altro dice quest’immagine?
Vedete la bicicletta che appare più “corta” di Demare? È perché il francese sulla linea del traguardo, è passato più veloce di tutti, fosse anche il colpo di reni dato al momento giusto. Peter Sagan, invece, ha dato il colpo di reni con troppo anticipo, evidentemente, e nel passaggio sul traguardo la sua bicicletta è più lenta di quella di Demare. Ancora più lento è Ballerini (bici più allungata – ma davvero di poco), il suo colpo di reni si è già esaurito ma, rispetto agli altri due, è quello che probabilmente, pur di un soffio fuori tempo, lo ha dato meglio di tutti: guardate la sua testa. Sabatini ha sfruttato anche il peso della testa per lanciare in avanti la bicicletta.
Considerata la differenza minima tra Demare e Sagan, comunque, si potrebbe proprio dire che la vittoria è stata conquistata per il maggior tempismo del colpo di reni del francese rispetto allo slovacco. Sagan, comunque, si consola con la maglia ciclamino della classifica a punti. Distacco davvero minimo comunque, e se consideriamo il tempo che ci hanno messo i cronometristi a definire con certezza il vincitore vuol dire che si era quasi al limite del parimerito. Oppure, come ci ha fatto notare Nino Rinaldi, storico cronometrista di tantissimo Giri d’Italia, ci potrebbe essere stato un controllo della regolarità della volata da parte del presidente di Giuria.
Tanto più che con gli strumenti più moderni, dotati di altissima definizione, si riescono a cogliere anche le differenze minime. Le telecamere sono in grado di registrare 10.000 immagini al secondo, con una precisione che si spinge fino a un decimo di millesimo di secondo.
Ma perché queste differenze di forma delle biciclette in base alla velocità? Perché l’immagine che vedete altro non è che la ripresa di una telecamera che vede solo la linea esatta del traguardo, come se si guardasse attraverso una fessura verticale (in realtà è proprio il sensore ad essere realizzato in questo modo). L’immagine del corridore si compone man mano che passa sulla linea ed è per questo che chi passa più veloce appare più corto. Da qui anche la deformazione apparente dei raggi.
Ma per approfondire sul sunzionamento del fotofinish rimandiamo a questo articolo che vale la pena di leggere:
Fotofinish: ecco come funziona e come viene usato per misurare i tempi