9 ott 2020 – La variabile imprevista è stata il vento. Si pensava a una gara tranquilla, magari una fuga da lontano e il gruppo a spostarsi dalla partenza all’arrivo.
Invece c’era vento e la classifica è corta, perché non approfittarne?
La “guerra” è iniziata d’istinto così, spargendo energie su una strada che doveva essere tranquilla. Nel finale, almeno in queste prime scaramucce, niente di fatto a parte, appunto, le energie spese.
Però è cambiata anche la tappa. Niente fughe e controllo totale delle squadre a tenere davanti i capitani ben prima del finale.
Diverse cadute, invece, lungo la via. Nel gruppo compatto alcuni corridori si sono arrotati in più occasioni con conseguenti inseguimenti e daffare per i meccanici.
Finale in volata, dunque. Tolti i team di chi bada alla classifica è uscita prepotente la FDJ a tirare la volata, facile di Arnaud Demare. Il francese arriva sul traguardo con tanto di colpo di reni di sicurezza: dietro ha solo Peter Sagan, l’unico in grado di contenere, per quanto possibile, la sua progressione, ma l’ex campione del mondo non riesce neanche ad affiancarlo. Terzo posto per Matthews. Il primo degli italiani è Davide Ballerini, settimo.
È la tappa più veloce mai corsa al Giro d’Italia: 51,234 chilometri orari di media.
Redazione Cyclinside