18 lug 2019 – Aperto. Davvero. Il Giro della Valle d’Aosta riserva sorprese e nella tappa che porta da Aymavilles a Valsavarenche in pieno parco del Gran Paradiso tutto cambia. Vince Kevin Inkelaar (secondo in classifica generale un anno fa) per distacco e domina gli ultimi chilometri.
Cambia la maglia gialla che passa sulle spalle di Jeremy Bellicaud (Bourgogne / Franche-Comté), francese doc della Borgogna, 21 anni e la fantasia che galoppa di pari passo con il decisionismo.
Lui giura: “Non ho dormito tutta la notte per pensare alla tappa di oggi e prepararla chilometro dopo chilometro”. Era nella fuga buona del mercoledì, quella della tappa con errore di percorso e finale con polemica a Saint Gervais Mont Blanc dove aveva chiuso nel ristretto lotto dei fortunati del “tutto va bene”. Il Gran Paradiso è un purgatorio per l’ex leader Ide Schelling (Seg) che non si rattrista troppo, conserva la maglia a pois dopo aver tagliato il traguardo in una sorta di crisi mistica. Va stretto il secondo posto a Stefano Oldani (Kometa) giunto a 2’44” da Inkelaar e come dargli torto, ritrovandosi incastrato tra Inkelaar stesso e con l’eritreo “mignon” (il più piccolo del gruppo) Kimfe Mulu Hailmichael alle calcagna.
In giallo Bellicaud è bellicoso come il suo nome. Non ha corso il Giro U23 perché si trovava sulle strade della Savoia (mica si poteva sdoppiare) e giura che il suo obiettivo è il Valle d’Aosta. Lo stesso punto fermo dell’olandese Inkelaar che nonostante si trovi in classifica generale a 10’19 dal francese non si dà per vinto. Insomma, questo Giro della Valle d’Aosta dopo le batoste dei primi due giorni, è apertissimo.
Quella messa in piedi da Inkelaar è stata una prova di forza che lui spiega così: “A dieci km dall’arrivo eravamo tutti stanchi. Non potevo aspettare di andare al traguardo con Oldani, il più veloce, e il suo compagno Ries. Ho preferito attaccare. E ci proverò anche domani. Un anno fa ho perso il Valle d’Aosta l’ultimo giorno”.
Poi parla di sfortuna. Era al Giro U23 ed è caduto nella tappa di Maniva. “Ero in forma, ma dopo quella caduta non sono più stato bene e per il Valle d’Aosta ho dovuto riprepararmi. Il Giro era il mio obiettivo stagionale come il Valle d’Aosta”.
Sulle strade italiane cerca un contratto come “pro” che tarda ad arrivare. Dice: “nessuna proposta ancora” e quindi spera nella maglia della nazionale per il Tour de l’Avenir.
L’ordine d’arrivo racconta una storia di coraggio, quella del colombiano Santiago Buitrago, arrivato in Italia pochi mesi fa e finito più volte in infermeria. Dalla Colombia a San Leolino (Arezzo) dove il Team Cinelli ha il suo quartier generale, il salto è stato decisivo e Santiago si è messo con calma ad imparare l’abc del ciclismo europeo. E lo ha fatto bene se sul Gran Paradiso ha chiuso ottavo a 4’18 da Inkelaar. Era stato lui, insieme a Martin Lavric (Dimension Data), a imprimere il passo della corsa in direzione di Roisan (circa 50 km di gara svolta). E per la cronaca (il che non guasta) van citati gli atleti che hanno caratterizzato la gara, capaci di una fuga epica: Oldani, Lolli (Aran Vejus), Lavric, Verougstraete (GM Recycling), Combes (Haute Savoie), Scaroni (Graoupama), Inkelaar, Bellicaud, Carr (Aix en Provence), Garibbo (Palazzago), Buitrago, Monaco (Casillo) e Conca (Biesse). Il percorso è di quelli tosti. Per scalatori puri. Le salite non lasciano respiro, le discese sono impegnative. Scaroni si tira fuori alla svelta.
Mentre cammin facendo Einer Rubio (Aran Vejus) grande favorite della vigilia, Andrea Bagioli (Colpack), Hailemichael, Michel Ries (Kometa), Lopez Perez (Kometa), Castano (Beltrami Hopplà), Ejgu (Dimension Data), Adamietz (Herrman) cercano di rientrare sulla fuga buona. Impresa che riesce a Hailemichael, ma costa cara sia a Rubio sia a Bagioli. Non è giornata giusta per loro. Al Gpm di Saint Pierre, dopo 95 km, la fuga si compone di 14 uomini e per primi transitano Lavric, Inkelaar, Buitrago, Hailemichael, Ries, Bellicaud. Il gruppo con la maglia gialla è a un minuto e 23” e già ridotto all’osso. A rendere le cose ancora più difficili ci si mette un tratto di sterrato che più di una strada bianca è un sentiero di montagna con tanto di erba verde al centro e scoli per l’acqua. Le ammiraglie rischiano di piantarsi in curva dove un cartello annuncia l’inferno (ma in termini più arditi). Al 115esimo chilometro guidano Lopez Perez, Oldani, Hailemichael, Inkelaar, Carr e Buitrago. Conca da dietro fa numeri da maestro. Il gruppo della maglia gialla è già ben oltre i due minuti e mezzo. A dieci chilometri dall’arrivo Inkellaar apre la danza (anzi il gas).
Fino al Gran Paradiso. Il suo.
@lorenzacerbini