20 mag 2018 – Tappone di salita con parte iniziale già vista. La fuga e poi il gruppo che mette nel mirino. Sì, lo abbiamo già scritto, ma certo è curiosa, diciamo così, questa interpretazione monotona del ciclismo. Cosa fare? Ne parleremo e ci ragioneremo un po’ su, magari insieme a voi. Ora c’è da parlare di un campione, perché tale si rivela ogni giorno Simon Yates e questo a prescindere da quel che succederà fra due giorni a cronometro.
La tappa, tra le più importanti del Giro, si svolge sotto la pioggia per molti chilometri. L’unica nota è uno scatto di Fabio Aru, un po’ canto del Cigno, sulla prima salita di giornata. Uno scatto della bandiera e di orgoglio, prima di ritrovarsi di nuovo in difficoltà nel finale. Purtroppo dobbiamo spuntare definitivamente (ma forse lo sapevamo già) il suo nome tra i possibili vincitori di questo Giro. Ma anche il podio resta un sogno per il corridore della UAE.
Le squadre che si fanno vedere nel finale sono quelle dei corridori di classifica che stanno meglio, dalla maglia rosa alla Sky, segno che Froome ha recuperato bene lo sforzo della vittoria di ieri. Anche Dumoulin sta bene ed è davanti a minacciare la maglia rosa.
Più di un ritirato oggi. E sulla penultima salita è proprio Aru che rallenta e mette quasi il piede a terra. È il momento del buio e delle forze che mancano. Arriva Ulissi a parlare con Aru, parlano fitto, sono due amici ora che si fanno forza e Ulissi abbraccia Aru per non mollare. Lo convince per un po’, lo accompagna e lo scorta che c’è il buio tutto intorno, non solo la pioggia che neanche sentono più. Davanti Ciccone e Denz menano il ritmo. Dietro la fatica fa strage di gambe e morale.
La tappa va verso l’arrivo a più di 38 chilometri orari di media e quando in discesa il gruppo si spezza è nella successiva salita che Yates inizia ad attaccare verso la salita di Costalissoio seguito da Lopez per poi essere ripreso dai primi. Solo un assaggio però, perché il successivo scatto di Yates è una bastonata fortissima che gli fa guadagnare subito diversi metri e secondi. In poca strada riesce a dare addirittura un minuto a Froome sul GPM. Per il capitano della Sky c’è la tassa da pagare sulla vittoria di ieri, anche se la sua difesa è da elogio.
In discesa Yates si butta senza freni praticamente incrementando ancora di più il vantaggio sugli inseguitori. Nella salita finale verso Sappada Dumoulin chiede l’aiuto dei compagni d’avventura che lo lasciano praticamente solo a tirare. Solo Pinot si mette davanti a tirare, ma è chiaro che il campione del mondo della cronometro deve togliersi le castagne dal fuoco da solo. E Yates, davanti, continua a guadagnare secondi che aumentano sempre di più.
Lo scatto di Carapaz lascia sui pedali Dumoulin che si stacca e rimane da solo. Yates perde un po’ del suo vantaggio rispetto a Moreno, Lopez, Pozzovivo e Carapaz. Nel finale meno duro Domoulin recupera sul gruppetto che invece di pensare a staccarlo inizia a guardarsi e a controllarsi. Ormai sembrerebbe che nessuno sia più veramente convinto di battere Yates.
Sul traguardo il vantaggio di Yates su Dumoulin e gli altri è di 44 secondi e a questo punto per la maglia rosa ci sono quei due minuti (e undici secondi) che aveva detto di sicurezza per presentarsi alla cronometro.
Staccato Froome invece. Come visto già da diversi chilometri non aveva le gambe di ieri e sul traguardo lascia oltre un minuto e mezzo arrivando in classifica generale quasi cinque minuti.
Aru, intanto, arriva in ritardo clamoroso. Per lui applausi all’arrivo, ma con un ritardo di 19 minuti c’è da rivedere tutta la sua corsa.
Redazione Cyclinside