28 giu 2019 – È la quattordicesima volta che il Giro d’Italia parte al di fuori dei patri confini. Questo a volerle contare proprio tutte, perché in un paio di occasioni si è, in definitiva, giocato in casa, con le partenze da San Marino e dalla Città del Vaticano, rispettivamente nel 1965 e nel 1974.
Stavolta è l’Ungheria a ospitare la partenza della Corsa Rosa. La prima tappa è sarà una cronometro da 9,5 chilometri e, a seguire, due tappe dedicate ai velocisti.
Poi si rientrerà in Italia dopo, immaginiamo, un logico giorno di riposo che permetterà alle squadre di riordinare le fila di una corsa che promette interesse. Il Giro d’Italia 2020 per ora è stato svelato nelle prime tre tappe e sembra che si torni a una formula già collaudata dal Giro – e apprezzata – negli anni passato: con tappe piuttosto complicate già nella prima parte della corsa. Si dovrebbe lasciare da parte, insomma, il disegno di quest’anno che ha lasciato perplesso un po’ il pubblico per le prime tappe con poche difficoltà altimetriche.
La partenza in Ungheria appare un’occasione di spettacolo. A prescindere dai dubbi che spesso accompagnano le partenze estere, il risultato sarà sicuramente positivo. E dopo i dubbi, con un riscontro di successo, invece, nella partenza da Israele (decisamente più complicata anche dal punto di vista logistico e dei trasferimenti) vanno riviste anche le posizioni più conservatrici.
Il Giro d’Italia all’estero è un successo e può portare una visibilità ancora più internazionale che merita. Sì, anche con una partenza lontana.
Ecco le altimetrie delle prime tappe:
Guido P. Rubino
non capisco il motivo delle partenze del Giro, fuori dal nostro bel paese ITALIA. So che e un biglietto da visita molto importante per tutte le TV, internazionali,Ma credo e sono sicuro che il Nostro Giro d’italia è molto molto seguito e di fama mondiale quasi come il tour de france.
Sarebbe bello di riuscire facendo passare il giro per tutta la nostra ITALIA.