14 mag 2018 – Lo ammetto, ci sono rimasto male ieri quando ho saputo del declassamento di Masnada al GPM di Roccaraso. Poi sì, leggo il regolamento e so che i giudici hanno ragione e non potevano fare altrimenti, tanto più che il risultato (il primo posto di Masnada al Gran Premio della Montagna, dopo la spinta del suo compagno di squadra Ballerini) è stato falsato proprio dalla spinta.
Tutto regolare quindi, anche più della non decisione presa in occasione della seconda vittoria di Viviani su Bennet che lo ha stretto un po’ troppo sulle transenne. Lì, si è detto, il risultato finale non è stato falsato al di là del rischio che si è comunque corso.
Il comunicato della giuria parla di declassamento in coda al suo gruppo (terza posizione) per Masnada, più un’ammenda di 200 Franchi Svizzeri per lui (come prima infrazione: dovesse capitare di nuovo rischia anche di andare a casa) e 50 per Ballerini che lo ha spinto.
Ci sono rimasto male perché, fra i tre che erano scattati per andare a giocarsi il GPM a Roccaraso, ho visto un gesto bello. Quando a Masnada è caduta la catena, il primo effetto che gli è capitato è stato rallentare di colpo, ovviamente ed essendo in salita. A quel punto, istintivamente, la prima spinta l’ha data Natnael Berhane, corridore della Dimension Data, squadra diversa dalla Androni Giocattoli di Masnada.
Istintivamente perché in gruppo si fa così se uno ha un problema meccanico. E il corridore eritreo in quel momento ha seguito più quell’ “istinto di gruppo” che non quello di andare a vincere un traguardo per incidente dell’avversario. La sua spinta, tra l’altro, non è stata considerata dalla giuria. È normale in gruppo quando c’è un problema di questo tipo che chi si trova dietro appoggi la mano per dare una spinta, anche se non è compagno di squadra. Bello pure a vedersi, non trovate?
Poi va be’, è andata come andata e sa un po’ di beffa per un Fausto Masnada che ha sfiorato l’impresa. Anzi, mi piace pensare che l’abbia fatta, perché dopo tutta quella fuga (più di 220 chilometri!), trovare anche le energie per scattare ancora e provare a resistere al rientro di chi si gioca la classifica, bene: è davvero un’impresa.
E i complimenti a lui non sono affatto scontati.
Guido P. Rubino