È andato a rompere le uova nel paniere ai Belgi in Belgio. Con quei sei secondi ha soffiato la maglia iridata a cronometro a Remco Evenepoel (terzo) e, soprattutto a Wout Van Aert che ci aveva creduto davvero.
Una cronometro in crescendo per lui, partito lasciando qualche secondo agli avversari. C’erano curve complicate all’inizio, lo stesso Van Aert, preso dalla foga, ha rischiato di rovinare tutto perdendo per un attimo la ruota posteriore. Ganna no, ha disegnato le curve col compasso ma senza strafare e chiedere troppo alla fisica. Poi ha preso il ritmo giusto. Pulito, fermo nella pedalata come nelle grandi occasioni. E ha risucchiato tutti e tutto il mondo del ciclismo che in questa settimana ha il Belgio come capitale.
Ma ha fatto suonare l’inno di Mameli ancora una volta. Niente male come inizio di questa settimana santa fuori stagione.
Piatta, piattissima, come è giusto che sia per una gara a cronometro pura, quella che assegna la maglia iridata da Campione del Mondo. In più è una crono mondiale che arriva a una settimana esatta dalla prova in linea, quindi non c’è da risparmiarsi per chi punta alla prova regina. Si può dare tutto.
In Belgio è pubblico da Classiche, forse anche di più: da Campionato del Mondo che si può vincere. Tra i protagonisti a dire subito la sua è proprio un belga: Remco Evenepoel che fa segnare i migliori intermedi e poi il miglior tempo. Tra gli italiani intanto si era comportato bene Edoardo Affini, partito dopo il Belga e arrivato distaccato, ma comunque col terzo tempo di quel momento. Sarà nono nella classifica finale il nostro Affini.
Poi sono partiti gli altri. Che dalla prova di Evenepoel sembravano quasi comprimari ma sui primi intertempi hanno iniziato a far segnare bandierina verde. Solo all’inizio però. Perché Evenepoel è stato evidentemente in grado di gestirsi molto bene e spesso quei vantaggi hanno cambiato direzione nei successivi passaggi.
A migliorare il vantaggio, invece, è stato Van Aert prima e, poco dopo, Filippo Ganna con un recupero di sei secondi su Van Aert. Prevedibile, forse, vista la maggiore tecnicità (con tante curve) della prima parte e i rettilinei nella seconda parte della cronometro.
Uno stillicidio di rettilineo infinito dove al cronometro si sostituiscono le sensazioni, cercando di capire chi possa essere in difficoltà e chi con la pedalata più efficace con i rapporti pazzeschi (58×11 come massimo per Ganna e gli altri azzurri) a cercare la velocità più tecnologica possibile.
C’è da spingere a tutta andando sempre più forte. Come ha fatto Filippo Ganna, campione olimpico e mondiale con due Belgi alle calcagna che gli sono rimasti dietro. Come l’anno scorso.
L’iride della cronometro lo indossa, per il secondo anno consecutivo, Filippo Ganna. Quello che ha tagliato il traguardo a braccia alzate. Mica da tutti.
19 set 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside