Tutti noi ammiriamo Van Aert perchè lotta ed è competitivo tutta la stagione. Ma, a conti fatti, questa competitività si sta traducendo in piazzamenti in serie con poche vittorie e in poche gare di peso, di quelle che ti segnano la carriera.
Mathieu Van Der Poel ha partecipato solo a quattro corse con l’obbiettivo di vincere: Milano Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix e Campionato del Mondo (cioè tre monumenti su cinque oltre al Mondiale) usando le altre corse unicamente come allenamento in vista di questi obbiettivi. Risultato? Tre vittorie e un secondo posto che già da sole varrebbero un’intera carriera.
La stagione di Wout van Aert al confronto è impietosa vista con questa prospettiva. Ha partecipato a decine di corse, ottenendo ovunque podi e top ten.
Ma quante vittorie di peso ha ottenuto? Nessuna.
Se poi vogliamo mettere il dito nella piaga dobbiamo parlare anche della gestione delle corse e dei gregari.
Dopo aver regalato la vittoria alla Gand-Wevelgem al suo gregario Christophe Laporte, è stato da questi beffato pure ai campionati Europei, togliendogli un altro risultato di prestigio che poteva, se pur parzialmente, migliorare la sua stagione.
Ecco, se Van Aert vorrà avviare una riflessione su cosa cambiare per la prossima stagione questi, a nostro avviso, sono alcuni punti da cui dovrebbe partire.
Ci sembra ormai palese che, se è vero che tutti amiamo Van Aert anche per questa sua generosità ogni volta che attacca il numero sulla schiena, è altrettanto vero che è arrivato il momento che decida cosa vuole fare da grande e si concentri sul conquistare quei traguardi che merita per classe, umiltà e carattere.