Alla fine ha vinto la Ineos, prima ancora di Van Baarle. La squadra inglese aveva preparato un copione molto intenso e fitto. Fatto di campioni ma anche di azioni a sorpresa. Così pieno di argomenti da farlo scatenare dopo appena 40 chilometri di corsa, a più di 200 dall’arrivo.
Van Baarle si è potuto godere il giro con il pubblico in piedi, tutto per lui.
L’azione finale di Van Baarle si è costruita nel finale, dopo aver domato un incontenibile Matej Mohoric che se ci fosse una classica a punti, o quella dei tiri in porta se fosse una partita di calcio, sarebbe lui da incoronare senza dubbi. Ancora di più per le sue parole dopo l’arrivo: “Ci tenevo molto, avrei voluto dedicare la vittoria Colbrelli. Con lui sarebbe stato perfetto alle classiche, lo aspetto”. A corrente alternata due favoriti come Van Aert e Van der Poel che sono apparsi spenti, poi riaccesi, poi hanno perso l’attimo, poi si sono riaccesi ancora, ma la corsa ormai era fatta e scappata via verso Roubaix. Bravissimo Van Baarle, emerso dal caos di una Roubaix corsa a velocità pazzesca.
Al secondo posto è arrivato Van Aert, poi Kung e De Vriendt.
Una volta la Parigi Ropubax iniziava ad Aremberg, tra i folletti dispettosi che spingevano giù dalle pietre della foresta. Oggi è iniziata a più di 200 km dall’arrivo. Sarà stato complice un po’ il vento, un po’ la tanta sicurezza di “quelli forti”, ma oggi correre dietro all’inizio non ha dato una mano ai favoriti. I corridori della Ineos se ne sono accorti, o forse l’avevano studiata chissà da quando e allora via a tutta, fino a spezzare il gruppo e mettere subito un minuto per tenere lontano quelli pericolosi. Un po’ come un tiro da lontano vedendo il portiere fuori dalla porta.
Van Aert, Van der Poel, Pedersen, Kung sono rimasti dietro prima ancora di affrontare i tratti di pavé a dare l’impressione di non essere in troppa forma. A rompere le uova ne paniere alla Ineos è la foratura di Filippo Ganna che fa perdere una trentina di secondi di vantaggio al gruppo di testa e un po’ di energie a Ganna. Difficile immaginare uno sparpaglio tale a più di 150 chilometri dal traguardo. Quando si riordinano le fila e si contano le ferite la situazione torna a segnare più di un minuto e mezzo di vantaggio per il gruppo di testa.
Corsa tutt’altro che tranquilla la corsa, ancora problemi per Filippo Ganna che, dopo un problema tecnico, rientra un’altra volta da solo e pure con sfacciata facilità.
Ad Aremberg arriva una fuga, dentro c’è pure Mohoric con Devriendt e Pichon dopo che si è staccato, a causa di una foratura, il nostro Davide Ballerini. Fuga che prosegue di buon accordo rivelando una condizione formidabile di Mohoric. Mentre ci si preoccupava della situazione dietro col gruppo dei migliori che si ricompatta, il loro minuti di vantaggio è raddoppiato.
E invece si riavvolge il nastro e si riparte da zero. Nel gruppo che aumenta la il ritmo parta la sfida imporatante. Recuperano sui primi (che perdono Pichon) e poi è proprio Van Aert che allunga portandosi dietro Van der Poel e Kung. E meno male che non stavano bene (Van Aert rientrava da una positività al covid-19). Serie di forature per Van Aert e Mohoric che lasciano De Vriendt davanti da solo, mentre Mohoric è ripreso dal gruppo di Van der Poel e anche Van Aert.
Nei capovolgimenti di fronte tra scatti e contro scatti a fare la differenza è ancora Matej Mohoric, che porta con sé Lampaert e Van Baarle a riprendere ancora De Vrient mentre Van der Poel, dietro, pare accusare un po’. L’ultimo scatto è quello di Van Baarle che sembra completare un progetto Ineos iniziato dalla mattina e poi rivoluzionato con le difficoltà di Filippo Ganna che sembrava il naturale predestinato della squadra.
17 apr 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside