27 feb 2017 – Quando arrivi a Castel D’Ario, in provincia di Mantova, non è difficile trovare l’azienda tessile per il ciclismo MOA Sport. È una piccola città attraversata pure da qualche strada. La superficie dell’azienda è impressionante che si rischia di perdersi. Dove parcheggio? A sbagliare ingresso si rischia di fare qualche chilometro a piedi. Meglio telefonare allora.
Alla MOA Sport entri con un po’ di timore. Pensi che se non fosse per loro forse staresti ancora a grattugiarti sui fondelli in pelle di daino, tanto morbidi da nuovi, ma poi guai a lavarli. E invece loro si inventarono quella pelle che non era pelle, ma potevi lavarla tutte le volte che volevi e i pantaloncini erano sempre nuovi. E difatti in questi corridoi ne è passata di storia.
La storia, alla MOA Sport, la trovi lungo i corridori prima ancora che nella linea produttiva. È un libro da sfogliare lentamente passeggiando con calma, dall’ingresso dove c’è un sorriso e già una bacheca di foto storiche. Queste, a dire il vero, sono le uniche che non riguardano direttamente i prodotti dell’azienda. Sono le fotografie che ritraggono i successi di Vincenzo Mantovani, ciclista in bianco e nero che fu argento nell’inseguimento olimpico di Tokyo ’64. Fu lui l’iniziatore della storia, poi affiancato dal fratello Claudio per guidare un’azienda che avrebbe seguito e fatto la storia del ciclismo.
Corridoi che scorrono con la storia del ciclismo. Produzione moderna che si affianca a quella di una volta e una produzione che sfrutta le potenzialità di entrambe le lavorazioni. Tessuti e reparto grafico sono i punti di forza di MOA Sport e Nalini, marchio con cui, negli anni, sono state riforniti alcuni dei team di punta del World Tour.
Ma lasciamo che la porta si apra. Entriamo dentro:
Dal filo alla… scatola
In tempi di grandi produzioni all’estero questa realtà produttiva enorme, completamente italiana, è già un’eccezione tra le aziende. Alla MOA Sport entrano i filati, si trasformano in tessuti, seguono stampa, taglio e confezionamento ed escono i prodotti già nel loro packaging pronti per essere spediti ai negozi e alle squadre. Detto in due righe non basterebbe la velocità della luce per seguire ogni passaggio tanto è efficiente la linea produttiva.
I filati che arrivano vengono stoccati e ordinati a seconda delle esigenze che si prevedono per la produzione. L’analisi parte da lontano quando si parla di grandi numeri e ordinativi importanti. Nulla è lasciato al caso, tutto deve passare attraverso una logica strettissima e ottimizzata. C’è chi pensa anche a questo.
Un reparto apposito sviluppa e produce calze ed intimo, dove i filati costruiscono il capo, la grafica e il colore ad essi connessi con l’intreccio e la tessitura stessa del filato. Prima del confezionamento finale si procede a stirare le calze dentro un’apposita macchina (foto a destra).
La fabbrica del tessuto
Approvato, si stampi
Quante personalizzazioni si possono fare al giorno d’oggi nella stampa dell’abbigliamento da ciclista? Praticamente tutte. Da Nalini non si teme nemmeno la quantità, sia essa di pochi pezzi o di decine di migliaia di capi.
Il reparto grafico progetta, disegna e impagina. Sì, come se fosse una rivista. Perché non si tratta solo di fare prodotti “belli”, occorre anche adattarli alla produzione. C’è un software dedicato, proprio per questo motivo, ad inserire le varie parti che compongono maglie, pantaloncini e accessori, sul tessuto in modo da sprecarne il meno possibile. Ogni buono progetto è una disposizione ottimale da studiare, magari pescando nell’archivio storico dove vengono automaticamente confrontati tutti i progetti. Un lavoro immane di memoria e capacità di calcolo che infatti è demandato ad un computer, anzi, a un programma realizzato appositamente.
Digitale e non solo
La stampa delle maglie può avvenire in due modi in casa Nalini MOA Sport. Ormai tutti lavorano in digitale ed anche qui è una tecnologia utilizzata: in pratica disegni quel che vuoi sulla maglia e una stampante enorme, anzi un plotter, provvede a preparare i fogli che poi verranno applicati al tessuto per trasferire il colore. Ma il plotter, per quanto veloce (e qui ne hanno appena preso uno nuovissimo) ha comunque i suoi tempi. Sui grandi numeri può convenire utilizzare la vecchia tecnologia: quelle dalla stampa tramite lastre con il procedimento che si faceva una volta in tipografia e con tanto di ingranditore, enorme, per proiettare sulla lastra fotosensibile il disegno da imprimere sulle maglie.
Sembra quasi di tornare indietro nel tempo a veder montare i telai, tendere la superficie di stampa e passare nell’enorme “stampante” dove viene dato il colore che poi si sommerà ai passaggi successivi. È quello che avviene normalmente nella sezione dedicata e dove vengono prodotti i quantitativi più alti.
E la linea produttiva è in grado di lavorare tranquillamente 24 ore al giorno nei periodi di massima necessità.
Reparto ricerca e sviluppo
È la zona segreta chiamata simpaticamente “Area 51”. Quella dove abbiamo potuto buttare giusto un occhio ma poche fotografie. Qui si studiano le novità e magari si elabora qualcosa che si troverà nei negozi e indossata dai ciclisti più quotati nei prossimi anni. Il reparto ricerca e sviluppo ha sempre in serbo qualche sorpresa.
Quei fondelli speciali
A parlare di fondelli per pantaloncini in casa Nalini è un po’ come parlare di automobili in casa Ferrari. Molti vengono prodotti direttamente qui, le fustelle per il taglio delle schiume sono un’infinità, vari modelli, spessori, donna e uomo a seconda delle esigenze. Ci si perde a immaginare la quantità di campioni che si sono sommati nel tempo assecondando le esigenze di abbigliamento personalizzato.
La confezione
Dalla stampa e dal successivo taglio escono tanti pezzi di stoffa colorati. Il reparto cucitura e confezionamento è una fila infinita di precisione e macchine per cucire. Oltre alle tradizionali cuciture MOA Sport utilizza la saldatura a ultrasuoni che permette di assemblare i tessuti senza cuciture, evitando ogni possibile spessore e sfregamento a contatto con il corpo del ciclista. La precisione femminile è posta al controllo di ogni capo, nei corridoi tra le macchine da cucire si incontrano anche le divise di vari prestigiosi brand e delle squadre che indossano l’abbigliamento Nalini, ma non tutto quel che si vede si può raccontare.
Il confezionamento finale viene fatto dopo il controllo che termina, di fatto, la linea produttiva dei capi che stanno per uscire dall’azienda.
Una rete totale
La forza di Moa Sport è anche un sistema informatico enorme e complesso che gestisce tutte le linee di produzione e la programmazione del lavoro. E in archivio c’è tutto quanto è stato fatto e che può essere ripreso e rielaborato in qualsiasi momento.
Difficile trovare un’azienda così organizzata da questo punto di vista. D’altra parte una buona memoria di quel che si è fatto diventa la potenzialità di quel che si può fare ancora e che si sta già progettando.
Questa è una storia che vi racconteremo strada facendo.
Ulteriori informazioni: www.nalini.it
Guido P. Rubino
“Un particolare dei server che seguono le oltre 300 postazioni di lavoro di Moa Sport”… veramente non sono server, sono degli switch ethernet… nemmeno troppo evoluti e in disordine e con un groviglio di cavi che farebbero ammalare qualsiasi amministratore di rete di questo pianeta.
Vero, i server sono negli armadi di fronte. Quella è una parte di “lavori in corso”. Gli perdoniamo il disordine per stavolta ;-)
…da menzionare anche il loro spaccio aziendale, il personale è adorabile