La più classica delle volate dopo un accenno di spavento per i ventagli. Dai treni sbuca Groenewegen con Philipsen secondo, poi declassato.
Chiamarli ventagli, forse, era troppo, ma li risultato è stato lo stesso: il gruppo spezzato e conseguente si salvi chi può. Ecco a cosa servono le macchine che precedono la corsa misurando il vento: a studiare tattiche da realizzare al volo, come quella della Visma che, prima di tutti, si è messa davanti a menare forte. E mentre le strade assottigliavano il gruppo le menate a tutta costringevano a una lunghissima fila indiana.
E al primo buco è successo il patatrac. Basta perdere una ruota, senza colpa di chi, per cominciare a contare i secondi. Uno strappo diventa un buco, sopra i dieci secondi è fatta: non si chiude più, tocca menare e limitare i danni che per rientrare ci sono gambe da consumare.
Pogacar è stato attento a stare lì davanti, ma i suoi sono finiti tutti nella rete lasciando da sola la maglia gialla. Un fuoco veloce, che si è spento subito ma, come quando prendi uno spavento e sale l’adrenalina, una volta chiuso il buco per il calare del vento è rimasto nervosismo in gruppo: tutti davanti a scanso di altre sorprese.
Finale senza sorprese, piccoli brividi da rotonde e restringimenti, poi la volata attesa.
La giuria, dopo l’arrivo, ha declassato Philipsen.
Classifiche
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