C’è il baffo contento di Magnus Cort Nielsen a godersi il Tour de France dall’altro della sua maglia a pois, conquistata ieri e confermata oggi impallinando altri tre traguardi a pallini. Per non sbagliarsi è scappato via subito, gambe in spalla e mani sul manubrio, pedalando a sorrisi a favore di telecamera in mezzo a un pubblico che non lascia libero un metro di strada. Una denese in fuga in Danimarca al Tour de France: è già una vittoria detta così.
La tappa, di suo, ha poco da dire per il piattume altimetrico scontato come la volata finale e quella per la maglia verde.
Tutti insieme inevitabilmente anche un po’ per terra. Ecco, la tattica si gioca sfiorandosi i gomiti, decidendo chi sta davanti e chi resta dietro per autorità e abilità. Pogacar sempre molto solo ma che non sbaglia praticamente mai. Poi accelerata pazzesca negli ultimi chilometri.
Giocolieri e fenomeni di equilibrismo. Nel finale spallate e sportellate con Sagan che accusa Van Aert (secondo) di chiuderlo. Vince Dylan Groenewegen. A suo modo risorge anche lui dopo l’incidente con Jackobsen nel 2020 (era lui, che, stringendo Jakobsen, ne aveva provocato il pesante incidente). Lacrime a sfogare la tensione. Bentornati ragazzi. Ci starebe bene una stretta di mano con Jackobsen adesso, ma forse è una cosa troppo lontana.
3 lug 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside