24 feb 2020 – ROMA – In giorni “barricati” in casa per l’emergenza Coronavirus può sembrare strano assembrarsi in piazza per sfilare assieme e urlare ai politici di fare qualcosa per l’emergenza stradale, per sensibilizzare sui tempi della mobilità sostenibile e fare qualcosa per proteggere gli utenti più deboli della strada. Eppure il 23 febbraio scorso, sotto il Colosseo a Roma, si sono radunati in tanti tra ciclisti sportivi, ciclisti urbani, pedoni, disabili, ma anche motociclisti e parenti di vittime della strada.
A occhio ne abbiamo contati almeno cinquecento, tutti assieme per #RISPETTIAMOCINSTRADA, una manifestazione nazionale ideata per sensibilizzare i fruitori delle strade al rispetto reciproco e per modificare quei comportamenti sempre più frequenti che generano degrado etico e che soprattutto producono tante tragiche morti. I più erano in bicicletta, altri a piedi oppure a piedi con la bicicletta al fianco, con indosso una mascherina e una tuta bianca imbrattate dell’impronta di uno pneumatico. Importante è stata la presenza del “governo” ciclistico, con la Fci che patrocinava l’evento e che era rappresentata dal suo presidente Renato Di Rocco e dal “cittì” Davide Cassani. Tra gli altri, a sfilare c’era anche il Presidente dell’ACCPI Cristian Salvato, la ex pro Alessandra Cappellotto e soprattutto numerose associazioni sportive, enti e associazioni di parenti di vittime della strada (inclusa la Fondazione Michele Scarponi). C’era anche Giorgio Farroni atleta paraolimpico.
Basta morti in strada!
I partecipanti si sono mossi dal Colosseo a fine mattinata per percorrere tutta via dei Fori Imperiali: il loro slogan “basta morti in strada” è stato urlato tanto più forte quanto più freddo e gelido è il silenzio delle Istituzioni, che davvero poco stanno facendo per rendere meno mortali e più vivibili gli spazi viari del nostro Paese. Ciò che colpisce è l’assenza di qualsiasi reazione ad ogni livello, da parte di amministratori locali e decisori politici di fronte a un fenomeno che ha un impatto sociale enorme, quantificabile in oltre 3000 morti l’anno (dei quali sempre maggiore è l’incidenza delle vittime appartenenti a categorie “deboli” come pedoni e ciclisti).
Nasce Tirispetto lab
È anche per questo che proprio nell’alveo della manifestazione è nato Tirispetto Lab, un laboratorio per individuare fattivamente le cause e proporre alla Politica, alle Istituzioni e anche ai semplici cittadini delle soluzioni concrete al problema. “L’etica, le iniziative sostenibili, la green economy, la qualità della vita nostra e soprattutto dei nostri figli, sono i reali temi prioritari dei quali si parla solo astrattamente ma che devono essere concretamente attualizzati” si legge nel comunicato che accompagna la nascita di questo laboratorio.
Tra gli altri, a volere Tirispetto Lab sono stati l’Osservatorio Bikeconomy, l’ACCPI, il Centro Sportivo Italiano, l’Associazione Gabriele Borgogni, esponenti del Rotary e dei Lions. Il laboratorio si porrà come interlocutore privilegiato, sul tema della sostenibilità etica, di Istituzioni ed Aziende. I fondatori hanno già incontrato i deputati De Toma e Cataldi, ai quali presto presenteranno un documento con delle proposte che mirano a individuare una figura istituzionalmente unica per il coordinamento della tematica “sicurezza”, a riformare le scuole guida in direzione di un potenziamento delle attenzioni per i temi sulla sicurezza stradale e non da ultimo a rendere Educazione Stradale una materia scolastica.
Si tratta di obiettivi ed istanze che di certo non si possono non condividere, ma che in realtà non sentiamo per la prima volta. Ovviamente la speranza è che stavolta si passi presto dalle parole ai fatti e, chissà, che magari tra qualche mese, quando l’emergenza (e il clamore?) sul Coronavirus sarà risolta, ci siano anche risposte e soluzioni concrete alla questione altrettanto tragica dell’emergenza stradale.
Maurizio Coccia