23 apr 2018 – Uno, due, tre… dieci: vai! L’addetto al via della Valentiniana faceva partire gruppetti di una decina di ciclisti per volta. Ha contato così di continuo, o quasi, dalle 7 e 30 del mattino fino quasi alle 10, quando sono partiti gli ultimi).
C’era la Valnerina da attraversare e i monti intorno da scalare, ognuno al proprio ritmo, ognuno con la sua bicicletta. Sì, perché in questa terza edizione la Valentiniana ha rotto col passato e da ciclostorica è diventata soprattutto una cicloturistica. Si poteva partecipare con qualsiasi bicicletta, storica o meno, strada o mountain bike, l’unico obbligo era godersi il territorio e rispettare il traffico, visto che, come cicloturistica, si viaggiava su strade aperte.
Gli organizzatori però hanno studiato bene la situazione e i ciclisti sono stati il meno possibile sulle vie più trafficate a favore di percorsi più isolati e anche più suggestivi, fino al culmine del passaggio sotto la Cascata delle Marmore a godere lo spettacolo e il fresco dell’acqua nebulizzata portata dal vento.
Ristori e punti acqua, mentre il roadbook si rimepiva di timbri lungo gli 83 chilometri del percorso lungo e le passeggiate più o meno impegnative del percorso corto. La salita di Greccio, spauracchio di molte gare della zona e il premio della piazza silenziosa ad aspettare, poi le discese da fare con cautela lungo un percorso tutto ben segnalato e praticamente impossibile da sbagliare.
Il ritorno, per tutti, sul lago di Piediluco, nel Circolo Canottieri, in bicicletta per il percorso lungo, in battello per chi ha fatto meno chilometri ed ha avuto la possibilità di “tagliare” direttamente sul lago per godersi uno spettacolo in più.
Una festa per gli oltre 700 partenti presentatisi sul lago. Tanti ciclostorici e anche qualche mountain bike d’epoca, poi le biciclette moderne, per una volta insieme a pedalare chiacchierando senza chiedere strada in una bella festa per il cicloturismo con la nuova formula (a iscrizione gratuita) di una manifestazione che fino allo scorso anno era riservata solo alle biciclette storiche e alle gravel.
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Guido P. Rubino