8 nov 2018 – “C’è Primoz che passa per Milano”. La telefonata è andata più o meno così. Organizzata un po’ velocemente perché Roglic deve andare in Bianchi e l’ufficio stampa ha pensato a un pranzo al volo, al Bianchi Café, che Roglic non ha mai visto. “Bello questo posto” commenta.
Primoz Roglic è una storia diversa da tutte le altre. Viene dal salto con gli sci e non era neanche male. Poi un incidente, i risultati che non sembravano più quelli giusti (da junior aveva pure vinto abbastanza) e l’idea di passare alla bicicletta. Per provare, che qualche segnale buono sembrava pure esserci.
– Andavi in bicicletta già prima?
Gli chiediamo
– No, perché non è uno sport compatibile col salto con gli sci e non mi permettevano di farlo.
– Quindi hai dovuto imparare da zero a stare in gruppo?
– Sì, e non è stato affatto facile, ma poi, piano piano…
E a vederlo in bicicletta Roglic sembra già un ciclista navigato. E pensare che è fortissimo in discesa.
– Forse ha portato in bicicletta quella stessa follia che ci vuole nel salto con gli sci – commenta il suo manager, Mattia Galli – ma hai visto che precipizi che sono quelle piste? Tutto sommato in bicicletta hai comunque le ruote attaccate sempre per terra…
In realtà Roglic qualche tecnica da migliorare ce l’ha ancora, si dice. Deve “limare” un po’ meglio in mezzo al gruppo, altrimenti fa più fatica, ma quando attacca poi non ce n’è più per nessuno, o quasi.
Primoz sa curare la sua bicicletta, ma si fida quasi ciecamente del meccanico “Ci metto mano solo quando sento qualcosa di strano – racconta – e allora verifico al millimetro, ma in genere va tutto già bene”. Intanto A Treviglio, sede di Bianchi, ci passa per ritirare una bicicletta rosa per Lora, la sua ragazza che lo accompagna in questo viaggio. Le foto di rito e poi di nuovo in macchina “full gas”, scherza. E Lora lo segue?
– Semmai con un’elettrica – sorride.
C’è già da guardare avanti. I Grandi Giri, ma ancora non si sa bene quale, i programmi si fanno tra dicembre e gennaio con la squadra, conferma Roglic.
Si parla anche di biciclette e di Strade Bianche: “Con la Infinito sarebbe perfetto” conferma, ma intanto punta all’aerodinamica ma gli piace pure la leggerezza della Specialissima, gioielli di casa Bianchi.
Durante le foto gli avventori del Bianchi Café si informano dell’ospite guardato e fotografato.
– È un ciclista forte? – chiede una signora
– Eh sì, vince tappe al Tour, e corse un po’ ovunque. Promette bene sa?
GR