28 mag 2019 – Vale la pena tornare un attimo alla quindicesima tappa del Giro d’Italia. Nel momento in cui Primoz Roglic ha problemi con la sua bicicletta succedono una serie di cose su cui vale la pena ragionare con buon senso, anche per allontanare inutili sospetti (nel senso che non ce n’è bisogno) su cui qualcuno ha pure pensato bene di soffiare.
Veniamo ai fatti.
Roglic ha un problema alla sua bicicletta. Proprio in quel momento la sua ammiraglia si è fermata per un “pit stop”: il direttore sportivo fa pipì e, ovviamente, rimane indietro. Chiariamo subito una cosa: succede e non c’è niente di male. È normale che nella giornata in corsa anche nelle ammiraglie ci possano essere bisogni urgenti (stiamo parlando di una corsa di tre settimane, non dimentichiamocelo)
Il diavolo ci mette lo zampino e la chiamata arriva proprio appena la macchina riparte. Dall’ammiraglia avvisano subito Roglic che non sono dietro e allora, probabilmente in quel momento, si decide per lo scambio di bici tra Tolhoek (gregario) e Roglic (capitano della Jumbo Visma).
L’ammiraglia risale la carovana al seguito della corsa per assistere il suo corridore e recuperare la posizione (stabilita in base alla classifica generale). Lo fa a velocità molto elevata, si può immaginare la tensione.
In quel momento, evidentemente, si è coscienti che si rischia di giocarsi il Giro d’Italia.
Dall’ammiraglia, intanto, avvisano Roglic di continuare, se può. È quello che fa. Quando lo raggiungono, finalmente, decidono di non fare un altro cambio bicicletta che farebbe perdere ulteriore tempo e costringerebbe lo sloveno a un ulteriore inseguimento. Il direttore sportivo alla guida chiede una borraccia (bidon!) al meccanico seduto dietro e la passa a Roglic dando una bella accelerata giudicata prolungata dalla giuria (c’è la moto tv dietro a documentare): bidon collé, 200 franchi svizzeri per corridore e direttore sportivo, ma nessuna penalizzazione in secondi. Giudice (immaginiamo) ha già reputato rocambolesca la situazione per infierire ulteriormente.
Bicicletta sparita?
Veniamo alle polemiche: che fine fa a questo punto la bicicletta con cui stava correndo Roglic? Ci sta pedalando su, in qualche modo Tolhoek. La prima ammiraglia è lontana a seguire il capitano della squadra, a lui non resta che aspettare, tranquillamente, la seconda ammiraglia, prendere la sua seconda bicicletta funzionante e arrivare al traguardo senza troppa premura. Il suo lavoro di gregario l’ha già fatto e può dirsi soddisfatto.
Quindi la bicicletta danneggiata di Roglic è
sulla seconda ammiraglia e non è certo cosa sospetta vista la dinamica. Qualche giornale, però, non è soddisfatto. La bicicletta, si legge anche sulla Gazzetta, è “sparita”, termine che porta al sospetto della volontarietà. Abbiamo appena visto che, come ha confermato pure il team alla Gazzetta, si trova invece sulla seconda ammiraglia, a buon motivo. Ammiraglia che, evidentemente, prende già la direzione dell’albergo.
Perché parlare di sparizione e addirittura chiedere se i commissari l’abbiano controllata? Per quale motivo se non gettare un sospetto. Non c’è nessun obbligo di controllo verso quella bicicletta a dire il vero.
Sparita? Le squadre – è prassi normale – non espongono le biciclette danneggiate. È una forma di cortesia verso lo sponsor e, se pure c’è stata una rottura anomala, certo non se ne fa pubblicità. Roglic ha parlato di un problema al deragliatore, ci dobbiamo, evidentemente, accontentare di questa spiegazione. Nulla di sospetto comunque.
Per la cronaca, vale la pena aggiungere che i commissari controllano (a loro scelta) un bel po’ di biciclette prima della partenza di ogni tappa. Possono decidere tra quelle in uso ai corridori ma anche quelle montate sulle ammiraglie. Non c’è notizia di alcun sospetto, inutile parlarne a questo punto.
La radio di Nibali
Proseguiamo col racconto della corsa: Roglic pedala – ne abbiamo detto – su una bicicletta non sua. Nonostante questo e la caduta (i segni che porta in faccia dicono anche di una botta presa in viso) riesce a contenere il distacco, va davvero forte. Al momento della caduta si vede Pozzovivo passargli affianco e mettere la mano destra al petto, nel gesto che conosciamo di quando i corridori attivano la radio per parlare: sta avvisando della caduta?
Nibali, più tardi e a scanso di equivoci, dichiarerà di aver pedalato negli ultimi chilometri della tappa (quindi già in quel momento) senza radio. All’arrivo lo abbiamo visto nelle foto con l’auricolare in posizione. È stata una dichiarazione veloce per eliminare eventuali chiacchiere?
Al di là di questo, perché pensare a una polemica?
In quel momento Nibali era già all’attacco. Un eventuale avviso della caduta di Roglic che influenza poteva avere? Certo non ci saremmo aspettati un rallentamento. Stava già andando a tutta e avrebbe proseguito, a prescindere dagli avvenimenti dietro. Sarebbe stato meno elegante (ma biasimabile?) se fosse scattato vedendo Roglic capitombolare a terra, ma ricordiamo che una caduta è pur sempre un avvenimento di gara. Dove si partecipa per vincere, non per aspettarsi.
Curioso e un po’ buffo considerare come un bisogno fisiologico, diventi ancora una volta protagonista della Corsa Rosa. Dopo la “crisi intestinale” di Dumoulin due anni fa, stavolta tocca all’ammiraglia di Roglic. Speriamo, comunque finirà questo Giro d’Italia, che anche questo episodio sia ininfluente sulla classifica generale.
Guido P. Rubino
Il giornalismo è fatto di lavoro meticoloso, preciso, una continua ricerca delle fonti. Ecco, se voi non avete fatto nulla di tutto questo evitate di scrivere perché si finisce per scrivere solamente inesattezze. Informatevi sulla bici di Roglic che no, non ha intorno a sé alcun mistero, ma di sicuro non era nell’ammiraglia della Jumbo
Max, il senso dell’articolo è proprio questo. E ci domandavamo come mai altre testate hanno parlato di “sottrazione ai controlli”.
veramente qui la scrivono diversamente: http://www.cyclingnews.com/news/sciandri-i-loaded-roglics-bike-onto-movistar-car-and-took-it-to-finish-line/
Meglio ancora, Matteo. Ulteriore spiegazione che allontana qualsiasi sospetto.
Stupisce che la Gazzetta abbia scritto una cosa così. E questo anche per rispondere a Max che ha scritto un po’ rapidamente evidentemente.
Grazie