2 ott 2018 – Sono un po’ rimasto deluso da Nibali a questo Mondiale, e non dal risultato in assoluto, ma perché penso non sia stato sincero con la Nazionale e con lui stesso. Al giorno d’oggi con il livello di tecnologia applicata all’allenamento i corridori sanno dove possono arrivare. Nelle gare a cronometro sanno valutare persino un possibile piazzamento con un piccolo margine di errore. Nelle corse in linea ci sono troppe variabili in gioco, le prestazioni sono vicinissime, dal primo al decimo ci passa un soffio. Ma da primo Ad arrivare a 6 minuti si capisce anche prima della gara.
Con questo non voglio dire assolutamente che Nibali non ci avesse dovuto provare. Bisogna sempre provarci. Però forse costruire la nazionale Italiana intorno a lui non aveva senso. Portare due suoi compagni di squadra per lui, validi a prestazioni ma ormai con un’età che non lascia più sperare in un futuro, è discutibile. Se al posto loro ci fossero stati due giovani a fare esperienza? Se vi sembra una cosa superflua e inutile, vi dico anche per esperienza diretta che il Mondiale è una gara a parte, e non solo perché si corre per Nazionali. Entrano in gioco emozioni che in altre gare non influiscono, una tensione diversa. Ci sono corridori che non sono per il Mondiale. In qualche modo non lo digeriscono. Altri invece come Roman Kreuziger – già Campione del Mondo Juniores nel 2004 – dopo una stagione con “solo” un secondo posto -all’Amstel te li ritrovi lì al 6° posto a 43” dalla maglia Iridata, a regolare il gruppetto degli inseguitori in volata.
Facciamo un piccolo calcolo matematico sulla starting list di questo Mondiale. Potete indovinare quale squadra nazionale aveva l’età media più alta e quale invece era la più giovane? Ecco alcune delle più forti in campo:
SQUADRA | ETA’ MEDIA |
Belgio | 28,1 anni |
Francia | 28 anni |
Olanda | 27,2 anni |
Spagna | 30 anni |
Regno Unito | 25,3 anni |
Italia | 32,2 anni |
Facciamo qualche considerazione su questi numeri. La prima è che l’età media della Spagna è alzata lievemente da Valverde, però stiamo parlando di un fenomeno, uno che ha fatto la storia del ciclismo, tant’è che ha vinto. Altrimenti bene o male l’età media di queste nazionali è 28 anni. Noi con più di 32 anni siamo veramente lontani. Il Regno Unito non schiera al via i suoi mostri sacri, e allora porta giovani, tutti a fare esperienza, con un’età media di soli 25,3 anni e schierando James Knox, atleta ancora Under 23.
L’Italia, che è stata per decenni la Nazionale leader, si è trovata con un’unica freccia nell’arco: Moscon. Dice bene Cassani che Moscon ha dimostrato di poter vincere un Mondiale in futuro, il problema è che se hai uno solo fra i primi ti devi affidare tantissimo alla fortuna. Se Moscon non fosse stato in giornata, se avesse avuto un guasto meccanico nel momento decisivo della corsa, la nazionale di ciclismo avrebbe ottenuto lo stesso risultato della nazionale di calcio.
E alla luce dei dati sopra, su chi scommettereste per il futuro?
Stefano Boggia (www.daccordistore.it)