15 mag 2019 – I pescatori hanno guardato il cielo e storto la bocca: i gabbiani volavano verso l’interno, non si azzardavano nemmeno loro a uscire per pescare.
«Quand’è così è inutile sperare» aveva sentenziato il marinaio anziano mentre metteva via le reti sul peschereccio. Non sarebbe stata una giornata facile nemmeno per i ciclisti in questa tappa che doveva essere una gita al mare di 140 chilometri, neanche troppi con poche salite se si può considerare tale quella di Sezze per un corridore del Giro.
Terracina ha una fortuna chiamata Monti Ausoni. Sono lì dietro, si vedono dal mare e spesso salvano le giornate estive facendo da barriera ai temporali. Non oggi.
D’altra parte gli esperti del meteo, confermato dai pescatori del porto, ce lo avevano detto: oggi tanta acqua e nessuna speranza.
Terracina si era preparata per bene per accogliere il Giro. Le strade asfaltate di fresco a nascondere le vecchie da basso impero e il vestito della festa. Hanno anche rimesso a posto gli alberi sul viale spazzati via da una tromba d’aria in autunno. Peccato ancora di più, allora, veder bagnarsi l’abito buono.
In certi punti sulle strade si poteva galleggiare e il lungomare diventava ancora più stretto se si volevano evitare i tratti allagati.
Pochi spunti di cronaca in corsa, fatto salva la neutralizzazione del tempo nel circuito finale e la vittoria al pelo di Ackermann. Ha passato d’un soffio Gaviria sul traguardo, roba che a guardare l’aerodinamica potremmo ipotizzare la mantellina che aveva su Gaviria come causa della sua sconfitta.
Sul taccuino della cronaca, invece, risalta il ritiro di Dumoulin. Si era accorto già ieri di avere troppo dolore al ginocchio dopo la caduta nel finale. È voluto partire lo stesso ma si è arreso subito, dopo pochi chilometri. Ha saputo firmare da campione anche il ritiro. Il pubblico lo aspetterà ancora per applaudirlo come merita.
Poi c’è la cronaca di fuori. Quella che è iniziata prima del via, con un comunicato del Team Bahrain che ha annunciato di aver allontanato Kristijan Koren, gregario di Nibali, per una questione di doping che l’UCI ha fatto risalire al 2012-2013. Giustizia buffa, quasi quanto l’inciampo del premier Conte, ospite d’onore in partenza a Frascati che ha giocato nel ruolo dell’intervistatore di Nibali: “come stanno i tuoi gregari?” gli ha chiesto, “cambiamo discorso” l’ha seccato il palermitano.
Viene da sorridere, ma poi ci si pensa un attimo di più e non è proprio divertente. Come l’assenza di Petacchi in telecronaca tirato in ballo, in una questione che sembra assurda, da un vecchio compagno di squadra, ma tolto sapientemente dai microfoni con la scusa che “deve preparare la difesa”.
Andiamo avanti, a volte, viene da pensare, ci vorrebbe un miracolo. I pescatori ci credono, almeno a giudicare dai nomi dei loro pescherecci e dalle dediche dei loro tatuaggi.
Il Giro potrebbe adattarsi. Domani si va a casa di San Pio da Pietralcina.
Hai visto mai.
Guido P. Rubino