28 mag 2019 – Il Giro d’Italia sul Mortirolo è una strada che diventa buia. Buio di forze che spariscono, di ossigeno che non basta più per gambe e cervello contemporaneamente. Le luci delle auto del seguito proiettano ombre lunghe e inquietanti. Pochi mantengono la lucidità e allora spariscono anche dalle ruote.
Sul Mortirolo si sono scritte tante storie oggi, massimo comun denominatore: il ciclismo, la fatica, fatta di freddo e di due settimane di gara che si sentono eccome.
Era il giorno di Vincenzo Nibali. Se ci poteva essere un titolo già scritto alla tappa del Mortirolo (ex tappa di Gavia e Mortirolo, con la salita più alta abortita per neve) era proprio quello dedicato al siciliano.
Corrisponde tutto. La fuga che va via e il Team Barhain che attacca il Mortirolo in testa. L’ultima azione di Pozzovivo e poi l’attacco, proprio lì, di Nibali. La strada che sembra un precipizio, dietro, per quanto è forte la pendenza. Davanti 34 denti, dietro 30, ma giusto per emergenza.
Quando scatta Nibali si infiamma l’Italia, non solo i tifosi infreddoliti lungo la strada. Per un attimo va via bene poi non guadagna più di tanto. Va forte, ma gli altri non sono affatto fermi. Dalla tappa di oggi ecco sette punti da sottolineare:
1. Carapaz, la Movistar e la Rosa
La Movistar si muove da padrona del Giro e forse lo è più di quanto non ci si immaginava. Ha gestito perfettamente la situazione e Carapaz ha saputo tenere la calma nel momento dello scatto di Nibali e può contare su un corridore fortissimo e in forma come Landa (condannato, ancora, al gregariato). Ogni giorno che passa diventa più difficile togliergli la maglia.
2. Nibali conferma
L’italiano è il vero sfidante alla Maglia Rosa. Nel borsino dei favoriti è in netta salita Carapaz e probabilmente in discesa Roglic. Oggi Nibali ha dimostrato di avere una condizione quasi ideale e va decisamente forte. La convinzione c’è e si muove senza esitazioni. Può vincere? Probabilmente tra i pretendenti alla vittoria finale è il più solido, al momento, ha l’esperienza e la squadra dalla sua parte e anche il gruppo. La Bahrain oggi si è gestita molto bene e ci ha regalato anche un momento speciale con Antonio Nibali ad aiutare il fratello. Caruso è un fenomeno ed è in forma da classifica se non fosse votato al suo capitano. Poi c’è Pozzovivo e, non ultimo, la gestione delle alleanze.
La borraccia passata da Ventoso appena scattato Nibali è roba d’altri tempi. Bella per gesto e momento. E la dice lunga su come si sia gestito Vincenzo Nibali. Le alleanze, in un Grande Giro, possono fare la differenza.
3. Roglic, la fatica
Ha perso secondi oggi? In realtà anche Roglic è andato forte riuscendo a gestire il distacco. Il Mortirolo non era salita per stare con i migliori per lui e allora ha pensato bene di mollare prima di scoppiare e andare su col suo passo recuperando pure in discesa. Sulle prossime salite potrebbe difendersi bene (non ci sono le pendenze del Mortirolo) e ha la cronometro dalla sua, Nibali permettendo.
Purtroppo per lui, però, non ha una squadra che riesca a stargli vicino nelle fasi cruciali. Oggi la differenza è stata soprattutto qui. Ma darlo per finito sarebbe un errore clamoroso. Forse ha pagato il giorno di riposo, o forse è iniziato il calo della terza settimana? Nel caso, propendiamo più per la prima ipotesi. Per vincere deve essere più forte della sua solitudine in gruppo (sperando che anche l’ammiraglia non lo abbandoni più, come due giorni fa).
4. Le alleanze
Con Roglic dietro abbiamo visto nascere un’alleanza di strada tra Bahrain, Movistar e Astana. Magari non si sono parlati nemmeno tra ammiraglie ma solo tra corridori. Quelli nel gruppetto che scappava via da Roglic hanno capito subito che si poteva fare fuori il cliente scomodo e ne hanno approfittato. La strada, probabilmente, suggerirà altre alleanze. Vedremo se le ammiraglie avranno un coraggio che nel ciclismo moderno è sempre più raro.
5. Ciccone, nascita di un campione
Giulio Ciccone esce definitivamente e unanimemente dal ruolo del buon corridore, che si difende in salita e prova a conquistare la maglia degli scalatori fino a quando non cominciano le montagne vere.
Ha fatto una fuga coraggiosa, è passato primo sul Mortirolo, una discesa da spavento e poi ha battuto in volata un restio Hirt.
Facile? No, perché ha dovuto domare anche il suo carattere: prima ha buttato via, di rabbia, la mantellina all’inizio della discesa quando ha visto che non riusciva a infilarla rapidamente. Si era già innervosito perché l’assistente che gliel’ha passata ci aveva messo due borracce pesantissime e scomode che, invece di facilitare l’operazione di vestizione, l’hanno complicata. Operazione da studiare meglio, perché a fare la discesa così, in maglietta, con nove gradi e pioggia, ha rischiato davvero di buttare via tutto. Il tremore che aveva ci ha spaventati.
Nei chilometri che portavano all’arrivo, poi, si è imbestialito contro Hirt, l’unico rimasto con lui (Astana, ancora qui) che non voleva tirare per richiamo dalla sua ammiraglia. Ma volevano che aspettasse Lopez a minuti indietro? Follia.
E vedere due corridori che decidono come si vince una corsa parlando alla radio è stato lo spettacolo più brutto di oggi. Per fortuna si sono avvicinate le ammiraglie e hanno parlato direttamente, anche incrociandosi, con Ciccone che ne ha detto un paio di irripetibili all’ammiraglia dell’Astana. Tant’è che poi anche Hirt ha tirato.
La rabbia di Ciccone verso il compagno di fuga, per un attimo, ci ha fatto temere che volesse passare ai fatti. La situazione era davvero assurda a quel punto.
La stessa rabbia epsressa sull’arrivo, ma di liberazione, stavolta!
6. Il pubblico più bello del mondo
Sul Mortirolo i corridori – TUTTI – sono andati su sospinti da un tifo spettacolare. Freddo e pioggia non hanno bloccato ali di folla composta a bordo strada. Da Brividi davvero. Qualche “menzione” di disonore c’è stata pure: correre affianco ai corridori è pericoloso, va detto e ribadito. Il tizio che è inciampato cadendo e per fortuna senza coinvolgere alcun ciclista, ne è la prova. La figuraccia in mondovisione è la giusta punizione. Attenzione anche agli ombrelli, troppo in mezzo alla strada e uno caduto addirittura oltre le transenne. Poca cosa rispetto ad altre situazioni però. La maggior parte del pubblico merita l’applauso.
7 Il Mortirolo si conferma spettacolare
È una salita che entusiasma forse più del Gavia che ci siamo persi. Le riprese dalle moto, a distanza di pochi metri, diventavano dall’alto. La strada è un nastro sottile con la pendenza di un garage e davvero non finisce mai. È un patrimonio del Giro d’Italia.
Una nota a margine la dedichiamo a Fausto Masnada, terzo al traguardo, dimenticato da tutti i commenti, sta conducendo un Giro da primo attore.
Guido P. Rubino