3 feb 2018 – Ero poco più di un ragazzino, almeno in questo mestiere, quando conobbi Fred Mengoni, lo storico “capo” del ciclismo statunitense. Ero in una trasferta col giornale negli Stati Uniti, per visitare la Cannondale e in quel viaggio quasi solitario avevo un tutor d’eccezione: Angelo Zomegnan, giornalista della Gazzetta.
L’ultimo giorno, prima di partire, avevamo un mezzo dì libero a New York e a me, che non c’ero mai stato, Zomegnan regalò una giornata a mordicchiare la Grande Mela (ma anche i deliziosi hot dog nella […]esima strada – non ricordo quale), visitando posti di film e posti conosciuti. Ma anche la sede della Gazzetta dello Sport di New York dove stampano la Rosea più rosa che si può. “Hanno una carta diversa” mi spiegò”.
Poi mentre mi compravo una maglietta all’Harley Davidson Café se ne uscì: «Sai che facciamo? Andiamo a trovare Fred Mengoni».
Sapevo di chi si trattava e cavolo, mi piacque un bel po’ l’idea. Arrivammo vicino a Central Park: “abita qui” e ci accolse con gentilezza e garbo.
Quanti anni avrà? Pensai. Lo salutai un po’ emozionato. Nel ciclismo era un personaggio e chiacchieravamo mentre lui era seduto alla sua scrivania di legno, nello studio con le pareti di legno.
Squillò il telefono e chiacchierò un po’ in americano stretto che non ci capii quasi nulla.
«È Greg, mi chiama sempre» disse. Greg Lemond!
«Volete vedere la mia casa?»
Cavolo, ho scoperto che era sua tutta quella palazzina. Non ricordo bene come fosse fuori, ma la memoria mi dice qualcosa tipo quella di “Miracolo sull’Ottava strada” dopo che la ricostruiscono gli alieni. Forse più bella.
Dentro, ogni piano aveva uno stile diverso. Ogni piano biciclette diverse appoggiate da una parte, tutte sue. Parecchie Colnago. Già lo invidiavo, figuratevi quando Zomegnan mi disse che lui, a New York, possedeva qualche centinaio di appartamenti.
«Pranzate con me?»
E ci portò in un posto carino ma niente di che. Di quelli che “qui sono italiani, così mangio la pasta” e mangiai una pastasciutta al pomodoro tra le più buone mai provate in vita mia. A New York.
E insomma, Fred Mengoni, nato a Osimo e americano dal 1957 per far fortuna, se n’è andato ieri. Se l’America pedala forte, un bel po’, lo deve a lui.
Guido P. Rubino