5 lug 2016 – VALKENBURG (NED) – C’è un angolo di Olanda che assomiglia un po’ al Chianti. Ora anche di più, visto che domenica scorsa lì c’è stata l’Eroica Limburg e il tintinnare dell’acciaio si è fatto sentire qui come laggiù. Il Limburgo è una regione di confine, confina con tutto. Belgio, Germania, il resto dell’Olanda, c’è un punto dove puoi mettere i piedi in tre stati contemporaneamente. Poi confina col passato. Puoi salire su su, percorrendo 525 scalini del Wilhelminaberg a Landgraaf, dove dalla collina di 200 e passa metri fatta di materiale estratto dalle miniere, puoi ammirare il panorama che ora è diventato verde e non sa più di miniera.
Il passato di qui erano i “miners”, quei minatori venuti da tutta Europa in cerca di fortuna e che poi, finita la vita delle miniere hanno dedicato le loro energie a pensare come far fruttare un territorio che è diventato turistico e funziona pure bene. Hanno trasformato il grigio in blu e ci hanno pure costruito una pista da sci indoor che funziona anche d’estate. A Snoworld ci sono zero gradi e anche meno, sempre.
Nelle zone dei minatori l’Eroica Limburg, con i suoi 600 e più partenti (buoni per questa prima edizione) passa poco dopo il via, silenzio e buio a pedalare sulla polvere della roccia tagliata nel cuore di Valkenburg, quella con cui, un po’ più in là, hanno costruito anche il castello di Schaloen, con il suo bosco incantato dove passano i ciclisti e incontrano anche creature strane e simpatiche. Come la suonatrice di fisarmonica in abito d’epoca che cantava il suo lalalà e a un sorriso rispondeva con un occhiolino.
All’Eroica Limburg non c’è strada bianca, ai tratti di asfalto si alternano i percorsi nel campi e dentro ai boschi. Tunnel di vegetazione dove diventa tutto buio all’improvviso e le ruote sottili dei tubolari da 20 o da 19 millimetri affondano inesorabilmente nel fango. Le salite sono facili, siamo pur sempre in Olanda, potete immaginare, ma qualche discesa dispettosa c’è e all’arrivo a qualcuno fanno più male le mani, per le frenate, che le gambe per quanto ha pedalato. Anche perché qui lo spirito del cicloturismo è vissuto in pieno. E anche se lungo la strada incontri Jan Jassen ed Erik Zabel non rischi che ti stacchino. Ti aspettano e si mettono a chiacchierare. Inesorabile Janssen, con i suoi 76 anni non molla il colpo e non mette piede a terra mai. Zabel sembra più in forma di quando correva. Meglio continuare a farlo sorridere.
A inseguire i ciclisti tra borghi e campagne c’è il gruppetto delle Alfa Romeo che fanno anche da servizio tecnico. Se si rompe una bici puoi trovare nel portapacchi una cassetta di attrezzi e qualche ricambio. Se finiscono i tubolari di scorta occorre arrivare fino al ristoro dove l’assistenza Continental, sponsor dell’Eroica, può correre ai ripari. Poi ci sono le
zuppe locali e suonatori allegri. Il gruppo degli Hellbilly Hookerpunch ti rapisce con gli occhi della cantante e con il loro ritmo che vien voglia di ballare. Roba da fermarsi ancora di più a gustarsi zuppa e focaccia.
Il tempo del timbro e del saluto e si riparte. La nostra Alfa Romeo fa un po’ fatica in mezzo a queste strade strette e sconnesse. Scoppietta, sobbalza e tossisce, vorrebbe andare più forte che di motore ne ha, ma continua a picchiare violentemente sotto perché qui non è una pista e quando non c’è asfalto son dolori. Se la ride il nostro autista “there’s a protection”, ci rassicura, anche se a ogni colpo la sensazione è di perdersi qualche pezzo. Quanto reggerà ‘sta protezione?
Lungo la strada i ciclisti d’epoca si fondono con quelli moderni. La fibra di carbonio guarda con curiosità l’acciaio e scambia volentieri quattro chiacchiere. Anche davanti a un caffè che il furgone d’epoca ha dentro la Faema luccicante. Oppure c’è la birra Brand marchiata Eroica per l’occasione. Qui se la scolano come il Chianti a Gaiole. Benzina per ciclisti la chiamano. Anche per fotografi, confermiamo.
L’arrivo, uno spettacolo
Però non fa caldo. Almeno non dentro le maglie di lana. L’aria è secca e la temperatura perfetta per pedalare. Il vento del giorno prima ha spazzato le nuvole ma qualcuna è rimasta a regalare una doccia improvvisa che fa pure piacere. Per l’arrivo c’è tempo di asciugarsi e prendere la medaglia che, per l’occasione, ha una parte fatta ad apribottiglia. Hai visto mai, che una volta arrivato al villaggio, hai voglia di bere una birretta con i compagni di strada appena conosciuti.
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Guido P. Rubino